La coscienza si fa marketing

by Mimmo Cicolella

Quando esce un nuovo ed ennesimo libro sul Marketing, sul Business, sulla Comunicazione in genere è necessario avvertire i lettori che potrebbero trovarsi di fronte ad un ennesimo manuale “fai da te”, che ti insegna a fare impresa e soldi in men che non si dica, pena poi scoprire che sei fallito.

Tutto ciò oltre alla miriade di manuali a cavallo fra pseudo filosofia e sociopsicologia economica, inventate di sana pianta. Insomma quelli che potremmo definire un Bignami ( magari) di come fare soldi nell’intricato mondo dell’impresa e della finanza. Niente di più scellerato. Così fra Mcluhan e Karl Popper, si insinuano bassi e viscidi autori perlopiù sconosciuti o imbonitori alla Wanna Marchi ( peste li colga a quei librai che ammucchiano in un unica scaffalatura, sacro e profano). Ma fra questi ,di tanto in tanto, si scorge qualcosa di nuovo, o almeno così appare. Amo, per la verità, crogiolarmi nel fantastico mondo di Feltrinelli in via Melo a Bari. Ci stai quanto vuoi, leggi comodo tutti i libri che vuoi, e poi con calma decidi, dopo mille esitazioni, di comprarne almeno tre, anche se eri entrato per comprare quello, e poi dirotti verso altro e peggio: col portafoglio che langue. Ma ognuno ha le sue malattie. Questa volta, però, il “delitto” è perpetuato on line. Enzo Palma, storico disegnatore e grafico foggiano, di origine calabrese, ha sfornato un pamphlet  di 147 pagine edito da se stesso, o meglio, dalla sua ultima sfida imprenditoriale, la nascente casa editrice Sinkronia, con la quale ha già fatto il botto quest’estate, pubblicando un libro di pregio su “Zemanlandia”. Nel senso che, alla nuda cronaca di quei giorni del giornalista sportivo Carella, Palma ha reso il libro un prezioso racconto fotografico e grafico, si di quel Foggia, ma soprattutto di quella Foggia e di quegli anni caratterizzati da alti e bassi bruschissimi e spesso invalidanti. Allora editare se stessi, si trasforma in un doppio salto carpiato con avvitamento all’indietro. E’ una sfida con il lettore, che, giustamente prevenuto, immagina un’operazione saccente dello scrittore che si edita. E dunque va apprezzato il coraggio di Palma, di essere trafitto come San Sebastiano, senza processo. Allora per il lettore, scatta quella insana e cinica voglia di  commentare e criticare ampiamente il lavoro dell’editore-scrittore: e sia! L’apertura è già spiazzante di per sé: dedica il libro a se stesso e non lascia spazio al lettore di capire il perchè. Ma il lettore attento lo capirà. E poi supporta le sue tesi con frasi ed aforismi di importanti autori della letteratura, della scienza, della filosofia, della sociologia, e chi più ne ha, più ne metta.  Perché l’ho definito pamphlet? Perché trattasi di un libello sferzante sull’attuale condizione dei tanti millantatori del processo involutivo della comunicazione. In “il Marketing che ci vuole”, e già dal titolo si coglie l’amara ironia dello scritto, viene fuori la necessità dell’autore di far conoscere e capire,  chi il vero lavoro della Comunicazione lo fa come impresa. Ma soprattutto c’è la grande esigenza di Enzo Palma, di farsi conoscere per quello che è: senza fronzoli, come il suo libro. Diretto e a volte “cattivo” con chi rende la sua professione un ricettacolo di ricette improvvisate e spesso pericolose per chi le attua. La sua vita si intreccia a quella dell’impresa e spiega con numeri, analisi precise, puntuali e studio , ma soprattutto attraverso esperienza diretta con i giganti dell’Impresa della Comunicazione nazionale, il vero Marketing. Sottolineando che l’applicazione performante e costante di esso, porta sempre risultati positivi. E, ancora di più, che tutte le grandi imprese sono tali e reggono il mercato fluttuante del tempo, proprio perché si sono affidati a chi della comunicazione ne ha fatta un’impresa . Poi snocciola una serie di osservazioni puntute e puntuali sulla struttura e organizzazione di questa giovane scienza che ha cambiato il mondo dell’impresa. E’ un libro in cui la coscienza regola il tiro alla tecnica e ridà alla Comunicazione la giusta traiettoria e sacralità di una scienza viva e concreta come le altre, infangata da tuttologi e dopolavoristi, ma anche da supponenti “parrucconi” cattedratici, distanti anni luce dalla pratica reale di tale scienza. Chiusi nelle stanze di teorie mai aggiornate, ma sempre pronti a parlare di questo e di quello; di economia e politica d’impresa, senza mai essersi sporcati le mani con il vero mondo del lavoro.

Palma in questo libro si “mette a nudo”, e delle sue fragilità ne fa una forza per guardare avanti. Zero avrebbe detto: “dietro questa maschera c’è un uomo e tu lo sai”. Beh, a Palma, urge smascherare se stesso per mettere alla gogna i mestieranti di una “nuova” e nobile professione, avendo superato, da tempo, il guado del puro fornitore di servizi, e ormai trasformatosi esso stesso in imprenditore di una scienza reale. Forse è proprio per questo, lui che è un eccellente e consolidato artista di Grafica e Disegno, che ha deciso di tirare fuori un libro modesto nelle fatture e nell’immagine, ma dal contenuto duro, crudo ma vero. Insomma la domanda, avrebbe detto Lubrano, sorge spontanea: Che ci vuole a fare Marketing? E leggendo Palma la risposta viene altrettanto spontanea: Il Marketing che ci vuole!

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