«La criminalità giovanile deriva da un apparato mafioso». Jacopo e l’altra Foggia a misura di giovani

by Nicola Saracino

Molto spesso si dice che uno dei problemi più importanti della città di Foggia è la criminalità che attraversa le fasce più giovani. Ma qualcuno ha chiesto a loro, i giovani, che modello di città vogliono? Noi lo abbiamo fatto “interrogando” Jacopo Lorusso, studente foggiano del liceo “A. Volta” di Foggia che ha preso parte a “L’altra città. Mafia e antimafia di Capitanata”, l’incontro svoltosi a Palazzo Dogana in cui sono stati presentati l’omonimo volume ed il vino “Rosso Libero – Michele Cianci” realizzati nell’ambito del progetto “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”.

“La città che i giovani immagino ha servizi e spazi di aggregazione sicuri, anche con sistemi di prossimità che funzionino, tesi a una maggiore integrazione dei giovani nel territorio”, ci dice Jacopo Lorusso, attivo anche nelle associazioni studentesche. Lui, e molti suoi coetanei, vogliono una città più ‘agevole’, a misura di studente. Che consenta facilità di spostamenti e con un sistema di trasporto efficiente, semplificando così le attività quotidiane. E quando gli chiediamo se lui avverte una sensibilità dei giovani sul tema legalità, non si tira indietro: “I ragazzi sono molto sensibili al tema sicurezza, come hanno dimostrato con una partecipazione massiccia alle ultime manifestazioni sulla legalità – continua Lo Russo – bisogna però saper cogliere queste disponibilità e trasportarle nella loro vita quotidiana. Come diceva bene il Procuratore Vaccaro, il problema non è la partecipazione alle attività di antimafia, ma i gesti che vengono compiuti nel quotidiano”.

Foggia, però, deve fare i conti con un fenomeno – quello della criminalità giovanile – che purtroppo è sotto gli occhi di tutti e che si esplica con gesti violenti spesso anche in luoghi ‘innocenti’. Jacopo non lo nega, ma non pensa sia solo quello il problema: “Penso che la criminalità giovanile sia l’effetto di un apparato mafioso da cui deriva – ci spiega – c’è sicuramente una attrazione dei giovani verso la violenza ma il problema è la mancanza dello Stato su alcune esigenze che vengono poi ‘intercettate’ da altri soggetti. La violenza è quindi una conseguenza di un ‘modello’ che c’è a volte c’è dietro i giovani, e il fatto che a volte venga considerata ‘normale’.

Il momento di riflessione a Palazzo Dogana è stato promosso dall’ATS composta dalle cooperative sociali Altereco (ente capofila), Medtraining ed il Centro di Servizio al Volontariato di Foggia – in collaborazione con la Consulta Provinciale per la Legalità – che gestisce in agro di Cerignola il terreno confiscato alla mafia ed intitolato a Michele Cianci, il commerciante vittima di mafia ucciso a Cerignola la sera del 2 dicembre 1991. Un incontro particolarmente sentito dalla comunità, come testimoniato dalla grande partecipazione di pubblico – la sala della Ruota di Palazzo Dogana era colma già diversi minuti prima dell’inizio dell’evento – e che ha visto un mix riuscito di rappresentanti – istituzioni, associazioni e cittadini – parlare di un tema che riguarda tutti, a tutti i livelli.

“Fare cultura e creare opportunità di lavoro e sviluppo sono le leve per contrastare la criminalità, per fare antimafia sociale, per contrapporre la città colorata a quella grigia. Occorre generare politiche di senso, azioni e progetti che combattono la povertà di senso attraverso l’economia della felicità. Il progetto “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare” ha questo obiettivo, contaminare i giovani dai 16 ai 19 anni attraverso attività, laboratori, iniziative che generino una cultura dell’antimafia da applicare ogni giorno, anche nei piccoli gesti quotidiani. Un obiettivo che diventa possibile anche grazie al coinvolgimento delle associazioni, delle cooperative sociali, delle istituzioni, ciascuna chiamata a svolgere il suo ruolo”. Con queste parole Antonio Cocco, coordinatore del progetto “La strada”.

“L’antimafia sociale di Puglia fa capire che un’altra città è possibile, e ciascuno deve costruirla. Non c’è solo la delinquenza, ma ci sono tante professioni che costruiscono una Capitanata diverse. Le basi ci sono, penso al lavoro delle cooperative sociali che lavorano nei terreni confiscati alla mafia. C’è un lavoro culturale che va fatto, a partire dai giovani invece sottolineato il sociologo Roberto Lavanna.

Il volume “L’altra Città. Mafia e antimafia di Capitanata”, curato dalla studiosa di criminologia Annalisa Graziano e dal sociologo Roberto Lavanna, ben descrive le mafie che hanno colpito il territorio foggiano negli ultimi quarant’anni, con un’attenzione particolare alle storie delle vittime innocenti e alle azioni di contrasto alla criminalità organizzata. Hanno collaborato i giornalisti Francesco Pesante ed Emiliano Moccia e l’avvocata e referente di Libera Foggia Federica Bianchi. La prefazione del volume, pensato per le giovani generazioni e per questo arricchito con grafici e riproduzioni di articoli storici, porta la firma di Giuseppe Volpe, già procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. La postfazione è di Adriana Sabato, fino a ottobre 2021 Commissario Straordinario di Cerignola.

Particolarmente atteso anche l’intervento di Ludovico Vaccaro, Procuratore capo di Foggia, che ha ricordato “che la giustizia è un bene comune, un bene che ciascuno di noi è chiamato a coltivare. Occorre inoltre – ha evidenziato Vaccaro – promuovere azioni che favoriscano il recupero di chi ha sbagliato, il cambio di mentalità, perché questo è fondamentale per il reinserimento sociale e lavorativo di chi ha commesso un reato. Credo nella pena efficace, quella pena che raggiunge realmente il suo obiettivo quando riesce a far redimere una persona che ha sbagliato”.  

“L’altra città. Mafie e antimafia di Capitanata” sarà distribuito gratuitamente nelle scuole, nelle associazioni e nei luoghi di dibattito pubblico nell’ambito delle attività previste da “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell'”Avviso Cantieri Innovativi di Antimafia Sociale: educazione alla cittadinanza attiva e miglioramento del tessuto urbano” della Regione Puglia. Il progetto è promosso dall’Associazione Temporanea di Scopo che vede il Comune di Cerignola in qualità di ente capofila e un nutrito partenariato composto da: Comune di Foggia, CSV Foggia, Cooperative sociali Medtraining e Altereco.

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