“La differenza invisibile”, il graphic novel che si ispira al vissuto personale di Julie Dachez. L’autismo dal bianco e nero ai colori

by La Magna Capitana

Voglio dedicare a voi questo graphic novel. A voi, i devianti. Voi, i “troppo così” o “non abbastanza così”. Voi, che per il solo fatto di esistere infrangete le norme prestabilite. Voi che siete uno sberleffo al diktat della “normalità”.

In voi non c’è niente da guarire, niente da cambiare. Il vostro ruolo non è di rientrare in uno stampo, ma di aiutare gli altri, tutti quanti, a uscire da quello in cui sono costretti. Non siete qui per percorrere strade già battute ma, al contrario, per imboccare la vostra e invitare chi vi sta intorno a uscire dal sentiero tracciato.

Accogliendo la vostra identità profonda, riconciliandovi con la vostra unicità, diventate un esempio da seguire. E avete il potere di fare a pezzi i vincoli normativi che ci soffocano tutti, impedendoci di vivere insieme con rispetto e tolleranza. La vostra differenza non è parte del problema, ma della soluzione. E’ un antidoto alla nostra società, malata di normalità.

Inizia con questa bellissima dedica La differenza invisibile, il graphic novel che si ispira al vissuto personale di Julie Dachez (con i disegni di Mademoiselle Caroline), in classifica tra i libri più letti in Francia.

Marguerite, 27 anni, impiegata in una multinazionale tenta inutilmente di condurre una vita normale: ha un fidanzato, degli amici ma preferisce non uscire o passare i pomeriggi da sola al parco.

Apparentemente è una giovane donna come tutte le altre, senza particolari problemi di salute. Eppure spesso si sente fuori luogo. I suoi gesti sono ripetitivi e immutabili, maniacali. Si sente aggredita dai rumori e dal chiacchiericcio incessante dei colleghi. La vita sociale la affatica e ogni imprevisto la manda nel panico.

Snervata dalla condizione in cui vive, Marguerite cerca di comprendere le cause e scopre di avere una forma leggera di autismo, chiamata sindrome di Asperger. Questa scoperta le cambierà profondamente la vita. Inizia così ad affrontare i suoi problemi e scopre di non essere “fuori di testa”, come spesso viene definita.

La difficoltà di diagnosi si traduce spesso con la scoperta della sindrome solo in età adulta, come nel caso di Marguerite. Molte donne non sanno di essere Asperger perché diagnosticare la sindrome tra il genere femminile è complesso.

Le persone di sesso femminile sono difficili da diagnosticare a causa della scarsa conoscenza delle loro caratteristiche specifiche, che non si presentano esattamente come quelle dei maschi, più ampiamente descritte e più agevolmente riconoscibili spiegano Carole Tardif (docente di psicologia dello sviluppo tipico e atipico) e Bruno Gepner (psicologo e psichiatra per bambini e adulti con condizioni dello Spettro autistico) nella prefazione del volume. E aggiungono che le donne riescono ad adattarsi e a mimetizzarsi grazie alle loro migliori capacità di empatia emotiva e cognitiva rispetto ai maschi.

Lo stile grafico di Mademoiselle Caroline riesce ad esprimere efficacemente le emozioni soprattutto grazie all’uso del colore, che in una prima fase caratterizza il mondo in scala di grigi, sostenuto dal rosso dei “normali”.

La vita di Marguerite cambia quando la diagnosi medica accerta la sua diversità: se da un lato i suoi amici ed il suo ragazzo ne sono spaventati e confusi, lei finalmente riesce a comprendere e ad accettare il proprio modo di essere. Il disegno a questo punto cambia e il mondo si riempie di colori.

A completare il volume pagine descrittive e divulgative su autismo e Asperger e una efficace bibliografia, rendono questo racconto un utile strumento per far conoscere la sindrome di Asperger ad un pubblico più ampio e per eliminare quei pregiudizi che inevitabilmente derivano dall’ignoranza, dalla non conoscenza.

Ci permettiamo di suggerire che sarebbe auspicabile che opere di questo genere, fossero analizzate e utilizzate nelle scuole a scopo educativo.

Francesca Capone

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.