“L’amore necessario”, il vademecum teologico e umanistico di Marcello Veneziani sul sentimento che muove l’animo umano

by redazione

Mi vengono in mente le famose tre terzine dantesche del V canto dell’Inferno in cui si narra l’infelice vicenda di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, al termine della lettura del bellissimo libro di Marcello Veneziani, L‘Amore necessario, Marsilio pp. 218, candidato alla quinta edizione del Premio letterario nazionale I fiori blu, che si presenta come un breviario sull’amore con venature teologiche, filosofiche e umanistiche o meglio un elogio alle diverse forme dell’amore da quello romantico, a quello platonico e politico.

L’amore è un sentimento che gli uomini esprimono in varie situazioni, come dimostra proprio la Divina Commedia. E ovunque, in forme diverse: passionale e familiare, terreno e divino, disperato e soave… È l’amore, infatti, che induce Dante ad intraprendere il suo straordinario viaggio dagli inferi al cielo. E di amore hanno scritto molti, per dire del legame tra le persone e tra queste e realtà spirituali, Dio, la Famiglia, la Patria. Un sentimento che è difficile analizzare senza correre il rischio di banalizzare, di scrivere e dire cose scontate, già sentite, già lette. Ma ora quale è il senso di quest’opera per un intellettuale che si è dedicato nel tempo ad analizzare il pensiero, politico e filosofico, prendendo lo spunto dal passato perché nella storia è la realtà del presente e la prospettiva del futuro, come ha fatto da ultimo rileggendo Giovanbattista Vico? Uno studio sull’amore definito “necessario”, che non segue la pubblicistica sociologica di quanti hanno costruito sul tema dell’amore soprattutto “terapie” personali e di coppia. Veneziani, per certi versi difficile da catalogare in schemi culturali politico filosofici, come tutte le persone aperte all’approfondimento del pensiero umano nel corso dei secoli, da sempre dedito ai grandi da Plotino a Dante, da Nietzsche a Simone Weil, affronta il tema dell’amore nei termini già cari a Padre Dante, la vera energia che muove incessantemente il mondo e gli esseri umani.

“L’amore è la più grande potenza della conoscenza – afferma Veneziani – stimola i legami, è una forza che muove il mondo. È relazione, connessione, fa emergere tutta la scala della vita. Il ripiegamento narcisistico, invece, fa inarcare su sé stessi, mentre l’amore implica gratuità”. Ciò che è essenziale connotazione dell’amore, a cominciare dal quello che, secondo i cristiani, Dio ha per gli uomini. Il massimo della gratuità. “L’amor di Dio è l’amore assoluto del Principio alle origini dell’universo e del suo ordine. Anche nella mente di chi non crede in Dio è inestirpabile l’idea di un amore assoluto a cui commisurare ogni altro amore. Gli amori umani sono inquieti e inquietano perché sono tra mortali e si svolgono nel tempo: l’unico amore che può dare pace è quello rivolto all’eterno.”.

Quello di Veneziani non è un saggio sull’amore romantico, sulla coppia, sull’eros ma un viaggio nelle varie forme dell’amore che coinvolgono corpi, anime e menti e muovono uomini, animali e forze della natura. C’è l’amore degli amanti e l’amor famigliare, l’amore della vita e l’amore del mondo, c’è l’amor patrio e l’amore del destino, l’amor di Dio e della verità”. Il libro è, dunque, un invito a riflettere sull’importanza dell’amore per le piccole cose e per la forza persistente delle tradizioni. In tempi di “disamore” diffuso, c’è un rancore che aggredisce le istituzioni, la famiglia, le tradizioni, la storia stessa, che cerca di cancellare. La cancel culture, infatti, è abilmente incentivata e manovrata per sradicare l’uomo dalla sua storia negando il passato in modo che non sia la base per la costruzione del suo futuro. A Veneziani le riflessioni sull’amore siano state in parte almeno suggerite dagli approfondimenti che hanno accompagnato il suo più recente lavoro su Gianbattista Vico, una biografia ragionata sul grande umanista napoletano che ci ha spiegato, sulla base dell’osservazione dei fatti della storia, anche alla luce della sua profonda religiosità, come la società viva un ciclico tramonto. Come nell’attuale stagione, del “disamore”, analizzata in un libro che, non a caso, Veneziani conclude con un capitolo sui pericoli dell’intelligenza artificiale, destinata a produrre tecno-bestie artificiali, incapaci di provare sentimenti. Sicché “solo l’amore ci può salvare dalla sostituzione artificiale dell’umano, premessa alla sua estinzione”. 

Le foto sono di Samuele Romano

Ci sono diverse sfaccettature dell’amore inteso nella sua accezione più ampia che cercano di sminuire le radici profonde del vero significato dell’amore, una parola spesso troppo abusata e mai compresa nel suo significato più vero e autentico. Afferma Veneziani che l’“amor di vita” è “l’amore che ci tiene al mondo e lo rigenera”. Perché – aggiunge – “amare la vita vuol dire alzarsi la mattina con l’impazienza della luce. Alzarsi dal letto avendo fame del giorno”. E ancora lo scrittore pugliese: “Amare la vita equivale ad amare il mondo e l’umanità. Ci sono epoche come la nostra, richiamandomi a Vico, nelle quali l’amore tende ad eclissarsi, ad assumere fisionomie persino tragiche. Compito di chi riflette sulle tendenze filosofiche del proprio tempo, è fare chiarezza, sgombrare il campo dagli equivoci, descrivere le cose così come sono. Avendo il coraggio di andare controcorrente, sfidando, se necessario, la corrente avversa delle ovvietà”.

In un mondo nel quale “c’è scarso amore”, l’abuso corrente di richiami all’amore, ne fanno perdere il senso e la profondità. Un amore generico, smette di essere amore. L’amore è dedizione, sacrificio, attenzione al mondo e agli altri e produce gioiaInsomma, l’amore è il necessario punto di partenza, nascita e rinascita, per ricominciare a vivere e pensare. Per Veneziani l’amore vero è quello per il quale “ognuno è libero di amare chi vuole”, non può che essere “quello figlio della biologia, quello tra un uomo e una donna. Finché siamo umani e il principio su cui si fonda ogni società è la riproduzione”, perché “esiste un solo archetipo d’amore ed è quello naturale”. Un vademecum sull’amore in tutte le sue accezioni adatto per adolescenti e adulti, quello di Marcello Veneziani mette a nudo l’ipocrisia che sottende il valore del sentimento più profondo dell’essere umano per riportarlo nella sua essenza più vera senza infingimenti e banalizzazioni come la società contemporanea vuole, ossia quello non di un amore platonico, romantico che la storia, la letteratura, la filosofia ci hanno insegnato, ma quello dell’amore “usa e getta” o meglio dell’amore commerciale e tecnologico fatto di emoticon di whatsApp. Quello non è amore ma solo puro egocentrismo esasperato senza sentimento.

Professor Mario Bocola

referente gruppo di lettura Associazione ETS Per il Meglio della Puglia

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