L’eredità di Luis Sepùlveda nelle nuovi voci del Cile di Nona Fernandez e Maria Josè Ferrada

by Ines Pierucci

“Il dovere di tutti i giovani è quello di essere rivoluzionari”.

Così nel 2004 Luis Sepùlveda scrisse su un poster di Che Guevara appeso alle pareti del Circolo Arci di Bari e dove, tra una presentazione e l’altra ospite dell’Associazione Presìdi del libro, l’autore cileno si presentò davanti agli occhi increduli dei giovani militanti di Zona Franka.

Se non ci fosse stato il coronavirus sarebbe ancora vivo l’autore che nel 2004  arrivò anche a Bari per incontrare i suoi lettori.

Se non ci fosse stato il coronavirus nel suo Cile, dove ormai non viveva più, ci sarebbe stato il Referendum costituzionale atteso da quarant’anni, che ha visto dure battaglie politiche di militanti anche letterari, con feroci scontri di piazza.

Nonostante la lunga militanza politica di Sepùlveda, conclusasi drammaticamente con la carcerazione, non erano note a tutti le sue origini cilene. Si era rifugiato da parecchio tempo in Europa e la sua casa era in Spagna, ad Oviedo, dove si è spento in questi giorni drammatici per il mondo intero. La letteratura mondiale perde un grande scrittore e poeta ma quella cilena si arricchisce continuamente di altrettanta poesia e rivoluzione con scrittori conterranei.

Nona Fernandez

L’autrice più cool del momento in Cile, con grandi recensioni negli Stati Uniti, citata da Patty Smith, tradotta in molte lingue, finalista del premio National Book Award, è Nona Fernandez. Space invaders  (Edicola edizioni, 2015) è un romanzo a più voci, il cui titolo ricorda il mondo alieno degli adulti nel quale un gruppo di studenti durante la metà degli anni ’80 scopre un pezzo di storia che non ha vissuto, quello della dittatura del regime Pinochet.  In Mapocho (Gran Via, 2017), Nona Fernandez indaga i paesaggi della memoria e si interroga sulla veridicità della stessa, che a volte è fatta di ricordi personali, che nel tempo si tramandano diventando i ricordi dell’intero paese.


Maria Josè Ferrada

Più giovane di Luis Sepùlveda, anche dal punto di vista della carriera letteraria, è Maria Josè Ferrada una scrittrice che costruisce la sua militanza letteraria attraverso storie straordinarie per ragazzi. Il suo linguaggio è poetico e influenzato dai suoi studi di filosofia orientale, impressionistico, ironico, scoppiettante con una capacità di sintesi che sviluppa grandiose creazioni di immagini. “Kramp” è il suo romanzo di formazione che narra la fine del rapporto di complicità tra un padre e sua figlia. Divertente e nostalgico il libro è la trasposizione nel Cile degli anni 70 del film americano di Peter Bogdanovich Paper moon.

Insieme alla sua eredità letteraria Luis Sepulveda lascia al mondo intero queste nuove voci dal Cile, e del suo passaggio a Bari di ormai sedici anni fa chissà, se nel trasferimento della sede di Zona Franka a Madonnella, è rimasto quel poster, sul quale lo scrittore augurò a noi giovani baresi un cambiamento, che proprio oggi, ormai quarantenni, non vediamo l’ora di tornare a perseguire.

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