“Lo straniero dal mantello d’oro”, Carmen Mari narra Nicola, il santo più famoso al mondo

by Fabrizio Stagnani

E’ uno sguardo non direttamente coinvolto con le vicende quello in grado di offrire una prospettiva più oggettiva, o certamente, quanto meno, fuori dal coro ed unica. Carmen Mari, da non barese, anche se ormai vede la sua vita intessuta nelle fibre delle reti culturali del capoluogo pugliese, si è trovata a voler narrare del santo più famoso al mondo, Nicola. Lei, insegnante, il più delle volte in frontiera, che ha già visto sue pagine pubblicate per i tipi di case editrici come Giunti a Firenze, la leccese Lupo e Omega nel torinese, intercettando l’esigenza di un racconto rivolto, non tanto ai bambini, quantomeno ai già satolli in materia adulti, ma bensì ai ragazzi è salita sull’imbarcazione della buona volontà e a fronte di approfonditi studi ha licenziato un’opera cristallina, Lo straniero dal mantello d’oro.    

Nella squisita libreria Quintiliano, a Poggiofranco, si è svolta una delle prime presentazioni del volume, il quale ha emozionato anche gli occhi ed i polpastrelli sia per il pregio estetico che per quello materico. Una copertina grande, rigida, rosso granata opaco, sulla quale stagliato in vernice dorata risalta la sagoma del protagonista, tracciata dalle abili mani del Maestro illustratore Domenico Sicolo. A solleticare le terminazioni nervose delle estremità prensili, all’interno, una carta spessa, ruvida e sonante. Così la coratina SECOP edizioni ha deciso di nobilitare l’opera. 

Un libro si per adolescenti, ma non esclusivamente. Come ogni buona storia, è pronta ad abbracciare tutti. In primis l’autrice stessa, che si è trovata a ricercare e scrivere al fine di appagare la sua sete di conoscenza. Come per ogni forestiero, a parlarle lei del santo uomo straniero dei due riti, l’ortodosso quanto il cristiano, furono i veraci barivecchiani. Poi “racconto dopo racconto…si iniziava a non saper più dove finiva la storia e dove cominciava la leggenda”. Al che la Professoressa Mari, seguendo il consiglio di un suo vecchio amico, che le diceva “Quando vuoi fare una cosa, falla! Ma di quella cosa vai a cercare gli aspetti meno conosciuti, anche se ti sembrano poco interessanti rispetto ai già noti. Tu approfondisci!”, ha iniziato a scartabellare tomi fra archivi privati e biblioteche per rasentare la verità. E di fatto vanta una bibliografia valida per una tesi di laurea, pur il testo risultando favolesco e morbido alla lettura. 

Ad essere narrate, fra flashback e flashforward, sono le vicende di quattro amici, più l’ultimo che si aggiunge a loro dalla lontana Myra. Inutile a dirsi il finale non si può spoilerare, ma tocca dire di più in merito alle tavole illustrate incastonate fra le righe. Sicolo, fumettista e cartoonist, infanti oltre a firmare la copertina, ha collaborato alla realizzazione dell’opera con disegni che ne completano armoniosamente l’universo immaginifico presentato. “Ho scelto di mediare tra il San Nicola e il Santa Claus Americano. – spiegava nel mentre che le punte delle sue matite si assottigliavano su di un grande foglio – Ho seguito la modernità, però quel che ne è venuto fuori mantiene sempre le connotazioni tradizionali. Richiama l’immagine più laica, per esempio senza aureola. Abbiamo puntato più a far emergere Nicola, più che il Santo Nicola.” 

Come è sempre accaduto anche fra produttori e autori nel mondo del cinema, il titolo, inizialmente, aveva diviso editori e scrittrice. Alla Mari non piaceva, è stato dibattuto, poi ci si è affezionata inequivocabilmente. Per dare dei retroscena, la prima bozza era arrivata in casa editrice semplicemente con “Nicola” come nome del file, titolo che certo non poteva rimanere quello. Dalla SECOP quindi si è pensato: “Se c’è un’attualità la dobbiamo cavalcare, dobbiamo essere presenti in questo frangente di storia!”. E quindi le associazioni sono andate avanti con le loro gambe: “San Nicola è uno straniero”, come le migliaia che, a bordo di imbarcazioni della speranza, stanno tentando la fortuna, scommettendo la vita, lasciandosi alle spalle la disperazione contando, in caso, di trovarne una davanti a loro meno peggio. “Nicola è il Santo giunto per amare altri stranieri, che lo continuano ad amare”, atteggiamento che probabilmente dovremmo provare ad avere noi. “E poi il mantello, che lo contraddistingue come vescovo, poi lo ha caratterizzato come Babbo Natale, anche se qui è d’oro…”, ma per venire a conoscenza delle ragioni di questa trasposizione sarà necessario leggere il finale de Lo straniero dal mantello d’oro.

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