Lo strano caso dei libri che giocano a nascondino

by Francesco Berlingieri

Patrick Radden Keefe, Non dire niente (Mondadori)
528 pagine – 14 euro.

Laura è catalana. L’ho conosciuta più di quindici anni fa, quando – con Vito, che è mio amico ed è foggianissimo – mi ospitò a Barcellona. Nel quartiere di operaio di Sants, dove vivevano. Stanno insieme da allora ed hanno due meravigliose bambine. Laura mi viene a trovare ogni anno, nel periodo delle feste. Parliamo di libri. Riassumiamo quelli in sospeso e ce ne consigliamo di nuovi. Dopo Natale, anche nel trascorso 2023, ha mantenuto fede alle tradizioni. Ha chiesto Gli ultimi giorni dell’Europa, il terzo volume della saga di Scurati. I due precedenti le hanno lasciato addosso un vago senso di sgomento. Per quanto poco, in realtà, sappiamo della storia degli altri. Lei, catalana, non immaginava minimamente cosa precedesse l’avvento del regime fascista in Italia. Le ho risposto che neppure io sospettavo che i falangisti, nel governo di Franco, fossero un’esigua e mal tollerata minoranza, che l’ho scoperto leggendo Cercas.
Al che si è illuminata, come chi ha appena ricordato che deve dirmi qualcosa: “A proposito! So che sei un amante dell’argomento. Ho letto un libro durissimo e bellissimo sulla questione irlandese!”.

Io, che ormai ho fatto dell’Irlanda una specie di genere letterario preferito, le ho risposto evasivo: dovrei spaziare un po’, dovrei interessarmi al mondo, oltrepassare il Mare d’Irlanda: già pensare al Galles, per dire, sarebbe un estendere i confini del mio interesse!
“Ma è un romanzo?”, chiedo. “No, no, saggistica narrativa. È un’inchiesta sul sequestro di una donna a Belfast nel 1972: c’è tutto!”. Mi incuriosisco. Da un po’ di tempo, devo ammettere, la saggistica narrativa mi affascina e mi coinvolge più delle belle lettere, tanto spesso vuote. Mi stimola l’idea di costeggiare le trame ricostruite degli eventi, mi piacciono gli aneddoti approfonditi, le sotto-tracce ideologiche, i duri fatti. “Come si intitola?”, “Bah, in spagnolo è qualcosa come Non dire niente, in italiano non so”.

Rimaniamo che mi farà sapere. Mi manderà la copertina. Ma io – mi accorgo subito dopo – non ho il suo numero, né quello di Vito. Ammetto di aver voglia di accettare il suo consiglio. Sto leggendo R4 di Trellini e sto faticando un po’ a farmelo scendere. È deciso, e mi assale la fretta. Chi coltiva il morbo della lettura è così: fa presto a maturare urgenze improvvise. Mi riprometto di chiedere un contatto ad amici comuni. Intanto, qualcosa mi si è mosso, qualcosa come un pensiero associativo. Vago tra i tavoli della libreria, senza aspettarmi niente.

Ed ecco che qualcosa reclama sommessamente la sua attenzione. Due occhi da una copertina. E un titolo: Non dire niente. Sottotitolo: Un caso di omicidio e tradimento nell’Irlanda del Nord. È lui! Resto di gesso: “Ma da quanto tempo ce l’ho? Da quanto tempo è lì?”. Da più di un anno, senz’altro. Giunto insieme a Certi sconfinamenti di Louise Kennedy che però, ricordo, non piacque a Francesco. E non riordinai mai più. Quindi, è stato scartato per osmosi! È incredibile, penso, la vita dei libri. Se ne restano in disparte per periodi indefiniti.
Poi ti cercano, ti trovano. E un attimo dopo sei lì, a dire che erano esattamente ciò che stavi cercando.

Una settimana fa non sapevo di averlo, né di averne bisogno. L’ho finito ieri sera. E già mi manca.

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