Marianna Ciccone, la matematica che sottrasse i libri dalla furia nazista, è “La tigre di Noto” di Simona Lo Iacono

by La Magna Capitana

Il coraggio di chi sfida convenzioni e pregiudizi, senza rinunciare alla meraviglia di ogni cosa, la mosca che vola, la luce nella stanza, gli astri nel cielo.

Razionale, creativa, ma anche sognatrice: è stata tutto questo Marianna Ciccone, nata in Sicilia alla fine dell’Ottocento, laureata in matematica prima e in fisica dopo, a Roma e a Pisa, in un tempo in cui sarebbe stato più semplice accontentarsi e metter su famiglia, come da tradizione.

La tigre di Noto di Simona Lo Iacono, Neri Pozza 2021, è una biografia romanzata che conquista il lettore, per la storia, ma anche per la scrittura intima.

È la protagonista a raccontare la sua vita, quando tutto è ormai accaduto e può essere ripercorso, unendo punti distanti, coincidenze del caso e traguardi raggiunti a denti stretti.

Sembra quasi disegnare una nuova costellazione, con le sue azioni, questa donna determinata e fiera: un insieme di stelle, che brilla per illuminare i passi dei viandanti, ora come allora, costretti a fuggire da gabbie e recinti.

Con il mio microscopio improvvisato esaminavo qualsiasi cosa. Terra. Frammenti di polvere. Farina.

Vedevo che la materia rimandava strane agitazioni, che non era inerte. Ciò che all’occhio era statico, al suo interno conteneva una tempesta.

Pescando dalla scatola dei ricordi, la voce narrante utilizza delle fotografie per ricostruire la vicenda: il lettore non le vede, perché non è un libro illustrato, ma le ascolta, perché la parola in questa storia ha un potere magico, quasi taumaturgico.

Questa donna ha saputo inventarsi un altro destino, ma soprattutto ha saputo creare il futuro per sé, per un’altra vita che le è caduta in braccio nel buio di un rifugio anti aereo e per i libri sottratti alla furia dei nazisti.

Tutto s’intreccia nei pensieri e nell’animo di Marianna, perché lei sa che l’orizzonte si sposta verso l’infinito, e non è fortuna degli uomini poterlo raggiungere.

Ed è per questo che non conosce la superbia, questa signora della scienza e dello spirito, perché sa che siamo granelli di un niente, che esistiamo davvero solo quando gli opposti dialogano, fuori da ogni barriera.

Nessuno pensava che i due linguaggi potessero comunicare. Quando spiegavo ai miei alunni che leggere i numeri era come leggere un libro – e che per capire la natura serviva non solo la scienza, ma anche la poesia – venivo richiamata dal direttore scolastico.

Quanti libri abbia salvato dall’oblio imposto dai nazisti, quanta dimenticanza le sia toccata in sorte, quale esempio di perseveranza e dedizione sia stata e sia tuttora, lo scoprirete pagina dopo pagina, in questo libro agile, che si legge a filo lungo, senza pause, con un bloc-notes e una penna accanto, per prendere nota di questa o quella frase.

Intuii chiaramente che avevo bisogno di piccolezza, di strade poco estese, di ideali meno ambiziosi. Qualcosa parlava nel nascosto, nell’invisibile, nel rifiutato.

Ogni storia fa memoria e ribalta i destini: questa donna dimenticata al tempo, è un esempio ancora oggi.

Mara Mundi

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