“Niños”, María José Ferrada e María Elena Valdez danno verso e corpo ai trentaquattro bambini desaparecidos vittime del regime di Pinochet

by redazione

Trentaquattro bambini tra i desaparecidos, vittime della dittatura di Pinochet. È difficile raccontare gli orrori di quegli anni terribili, sembra impossibile farlo quando i protagonisti sono i più piccoli. María José Ferrada riesce nell’impresa con “Niños”: la raccolta di poesie, accompagnate e impreziosite dalle illustrazioni di María Elena Valdez, in uscita il 4 novembre per Edicola Edizioni, con la traduzione di Giulia Giorgini. Le toccanti poesie di Ferrada, insieme alle delicate illustrazioni di Valdez, rendono immortali nella memoria collettiva le vittime più giovani della dittatura cilena.

Attraverso la potenza evocatrice di Niños, María José Ferrada e María Elena Valdez ci riconducono al tema della tutela dei diritti dell’infanzia: «Abbiamo raccontato queste storie sapendo che purtroppo sono tantissimi i bambini che in questo momento hanno paura, soffrono o perdono la vita come conseguenza della violenza politica». Ma a dispetto del contesto drammatico, le illustrazioni e le poesie trasmettono un senso di complessiva leggerezza. Per questo Niños va letto come inno alla vita e alla spensieratezza, uno spazio che restituisce il diritto al gioco e al sogno a ogni bambino.

bonculture anticipa un estratto del libro.

A mezzogiorno dell’11 settembre del 1973 il Palazzo de La Moneda di Santiago del Cile fu bombardato da aerei della Forza Armata.

Finiva così il governo del presidente Salvador Allende e iniziavano diciassette anni di una violenta dittatura che avrebbe messo fine non solo alla democrazia ma anche alla vita di molti cileni.

Diciassette anni di silenzi, diciassette anni di dolore, diciassette anni di madri, padri e figli a chiedersi come fosse possibile assistere a qualcosa del genere.

Solo con il ritorno della democrazia il mondo intero ha potuto conoscere la dimensione della violenza esercitata dal regime su chi la pensava diversamente: secondo i rapporti elaborati dallo stato cileno per mezzo della Comisión Rettig e della Corporación Nacional de Reparación y Reconciliación, le vittime della dittatura cilena sono state 3197 (2095 assassinati e almeno 1102

desaparecidos).

Trentaquattro bambini minori di quattordici anni erano tra queste.

Trentaquattro bambini.

Era possibile? Davvero era successa una cosa simile?

Avremmo voluto pensare che no, che ci stavamo sbagliando. Tuttavia, i rapporti erano lì a dirci che l’essere umano, nei momenti più tristi e oscuri della propria storia, è stato capace di dimenticare la sua natura e di trasformarsi in un mostro che distrugge ogni cosa, anche i più fragili e delicati: i bambini.

Questo libro è un omaggio a questi trentaquattro bambini, che nelle sue pagine giocano, sognano e ascoltano la voce della loro mamma. Perché questo è ciò che i bambini devono fare.

Questo libro è anche un promemoria, un campanello d’allarme: abbiamo raccontato questa storia sapendo che sono molti i bambini che in questo momento provano paura, soffrono o perdono la vita a causa della violenza politica.

A loro, e alla memoria che ci aiuta a sconfiggere i mostri, dedichiamo questo libro.

Alicia

Tra tutti i regali che ha ricevuto per questo compleanno

i suoi preferiti sono i palloncini

con cui hanno addobbato la casa per la festa.

Perché se volano, se apre la finestra e li lascia volare,

sarà come fare un regalo al vento.

Perché anche il vento deve avere un compleanno.

Anche se non lo sappiamo, deve averlo.

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