«Oggi Dante sarebbe un rapper amico di Mahmood e un ottimo autore horror». Luca Novelli, Dante e le infernali scienze

by Anna Maria Giannone

Incontri e spettacoli in streaming, pubblicazioni, trasmissioni tv e perfino l’edizione limitata di un noto gelato dedicato a Purgatorio, Inferno e Paradiso. Non sarà una pandemia a fermare le celebrazioni dedicate a Dante nei 700 anni dalla sua morte o, per meglio dire, della sua consegna all’immortalità. Tantissime sono le iniziative dedicate al sommo poeta già avviate e tante altre attraverseranno tutto il 2021, con una full immersion il 25 marzo in occasione del Dantedì, la giornata istituita nel 2020 dal Governo per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante.

Anche per i più giovani non mancano le occasioni per scoprire l’autore della Divina Commedia con linguaggi e modalità pensate per avvicinare i ragazzi a uno dei più grandi personaggi di tutti i tempi.  

Parla a lettori dagli 8 anni in su Dante e le infernali scienze , il nuovo volume della serie Lampi di genio, la collana di Editoriale Scienza che dal 2001 ha illustrato in 22 volumi le biografie di altrettanti grandi figure.  Raccontate in prima persona e accompagnate da disegni che commentano e sdrammatizzano, le biografie di Lampi di genio hanno riscosso grande successo anche all’estero, tanto da essere tradotte in oltre 20 lingue tra cui tedesco, spagnolo, portoghese, ungherese e perfino in arabo, coreano, turco, cinese, giapponese.

Uscito il 24 febbraio il volume dedicato a Dante racconta la vita e le avventure di un giovane sdegnoso, megalomane e geniale, in un mondo dove il soprannaturale era nel pane di tutti i giorni. Un ritratto appassionante che prende il via nella tumultuosa Firenze del 1265 e segue il nostro eroe nei momenti importanti del suo percorso, dal fidanzamento all’età di 12 anni alla passione per la pittura e il disegno, dalle idee politiche all’esilio, passando per il suo personale “lampo di genio”, la Divina Commedia.

Abbiamo intervistato Luca Novelli, ideatore, scrittore e illustratore di tutti i volumi della collana, ma anche giornalista e autore televisivo, fra i nomi più noti e amati nell’ambito della divulgazione per ragazzi.

Quando è nata la sua passione per la divulgazione scientifica e quando ha deciso di farne il suo mestiere?

Ho iniziato con Viaggio al centro della Cellula, edito da Ottaviano, un piccolo editore alternativo, nel 1978. Non c’era nulla del genere in Italia e io ero ancora fresco di studi universitari. Ho impiegato un anno a scriverlo e disegnarlo. Era un libro sul DNA che venne recensito anche nella pagina della cultura del Corriere della Sera. Poi ho pubblicato un paio di tavole su l’Orsa di Fulco Pratesi, pagine che nel 1981 hanno preso forma di un vero e proprio libro: Ecologia a fumetti, pubblicato anche in Brasile e in altri paesi del Sud America.  Comunque è con Il mio primo libro sui computer (Mondadori, 1983) edito in 16 lingue che scrivere libri di scienze per ragazzi è diventato un vero e proprio lavoro.

In un suo intervento ha detto che la divulgazione è una azione positiva e piacevolmente sovversiva. Ci racconta?     

La frase si trova tuttora cercando su Google “divulgazione una definizione”.  Confermo: la divulgazione è un’azione che migliora la qualità della vita e della cultura. Promuove l’innovazione. Fatta ai ragazzi crea il terreno fertile dove crescerà la Ricerca. È piacevolmente sovversiva per il divulgatore e per il lettore, perché demolisce dogmi, pregiudizi e false verità portando argomenti e prove scientifiche. È grazie all’opera di divulgazione di scienziati, giornalisti e scrittori se si sono creati gli ampi movimenti di opinione -soprattutto di giovanissimi- che possono farci sperare in una transizione ecologica e a uno stop dei cambiamenti climatici.   

Con la collana Lampi di genio ha raccontato ai ragazzi la vita di tantissimi scienziati. Quale la figura che le sta più a cuore?

Albert Einstein e Charles Darwin. Li considero i miei due santi protettori. Il primo mi ha insegnato a parlare di Spazio, Tempo e Universo con rigore e leggerezza. Il secondo mi ha fornito un modo di pensare e crescere. Anzi di evolvermi. Guardando a quello che ho fatto in questi anni, penso che sia l’Autore che mi ha dato di più.

Ha scritto molti libri destinati ai più piccoli, è cambiato nel tempo il suo modo di rivolgersi a bambini e ragazzi?

Ora cerco e racconto più storie. Sono più scrittore, senza aver smesso d’essere divulgatore.

Il suo ultimo lavoro è dedicato a Dante, cosa ha da raccontare il sommo poeta alle generazioni contemporanee?

Molto se è attualizzato e proposto con un linguaggio vicino ai ragazzi. I poeti del Dolce Stil Novo leggevano i loro versi accompagnandosi con l’arpa o con il liuto medioevale. Oggi Dante sarebbe un rapper amico di Mahmood. E -rispetto all’Inferno- un ottimo autore horror.

Tutti i libri della collana Lampi di Genio sono scritti in prima persona. Che Dante è il suo? Su quali elementi ha puntato per sviluppare la sua narrazione?

Il mio Dante è un ragazzino curioso e intrigante. Poi poeta d’avanguardia. Amico di cantori e menestrelli. Innamorato dell’amore. Cavaliere non tanto coraggioso. Polemico e megalomane quanto basta per farsi ricevere da Dio in persona. Vittima e persecutore. Distributore di pene infernali e seggi in Paradiso. Fenomeno mediatico già nel suo tempo. Il mio Dante racconta la sua vita e parla di tutte le scienze del medioevo, comprese quelle angeliche e infernali.   

I libri della collana sono tradotti in tantissime lingue. Come riesce a parlare a ragazzi di culture anche lontane?

Le idee di Archimede, Einstein e Galileo sono patrimonio dell’Umanità e di tutti i ragazzi del mondo.  Il linguaggio delle scienze è già internazionale. I miei libri ne sono la dimostrazione più che un caso particolare. Poi in effetti sono molto attento a quello che scrivo ed evito quello che può risultare divisivo o addirittura offensivo in altri paesi. Scrivo per ragazzi e ragazze che hanno per patria il mondo.  

Perché in Italia, soprattutto fra i più giovani, si legge sempre di meno? In cosa sbagliano genitori e insegnanti?

La fascia di età alla quale sono rivolti i miei libri è abbastanza in controtendenza, nonostante l’offerta crescente di mezzi e occasioni che allontano dal libro. È la fascia dove si creano lettori o si perdono per sempre se vengono consigliati e promossi libri che fanno passare la voglia di leggere. È un lavoro delicato quello dei librai e dei bibliotecari, un lavoro che merita il massimo rispetto e sostegno.    

Non solo libri, lei è anche cartoonist e autore televisivo. Ha mai pensato all’utilizzo delle nuove tecnologie?

Le ho sempre usate quando si è presentata l’opportunità. Ho proposto un progetto di serie televisiva a cartoni animati a RaiFiction, La Banda del Dna, realizzato con Michel Fuzellier.  Poi ho scritto e condotto le 20 puntate di Lampi di Genio di Tv per Rai Edu. La produzione aveva messo a disposizione risorse tecnologiche adeguate e una equipe di ottimo livello presso il Centro di Produzione Rai di Milano. Si possono fare cose egregie se c’è la volontà politica che le rende possibili.

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