Sotto il vulcano c’è l’umanità contemporanea, Marino Sinibaldi a I Dialoghi di Trani

by Agnese Lieggi

Fino al 25 Settembre 2022, la XXI Edizione del festival I Dialoghi di Trani che dichiara i suoi intenti in un titolo dal grande valore simbolico: Convivere.

Per la prima volta in occasione di questa edizione si può parlare di una vera e propria internazionalizzazione del Festival, che sarà eccezionalmente inaugurato presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.

Nati nel 2002 in collaborazione con l’editore Giuseppe Laterza, I Dialoghi di Trani sono promossi e organizzati dall’associazione culturale di promozione sociale La Maria del porto – E.T.S. con la Regione Puglia e il Comune di Trani.

Parliamo con Marino Sinibaldi, giornalista, critico letterario e conduttore radiofonico italiano, della sua partecipazione al festival (i Dialoghi di Trani), quindi della presentazione della rivista sua Sotto il vulcano.

Quanto è importante creare dei luoghi di convivenza e diffusione della parola scritta?

L’importanza delle manifestazioni culturali come i dialoghi di Trani è quella di offrire alla cultura uno spazio pubblico, e a quella attività felicemente individuale, quale la lettura, dargli una dimensione sociale, quindi è importante da sempre; tanto più importante adesso dopo la pandemia che ancora tende a isolarci, abbiamo bisogno proprio di questi momenti di condivisione, di incontro fatti di contatti fisici. C’è una importanza generale di manifestazioni pubbliche come queste.

Come nasce la sua sinergia con il festival i Dialoghi di Trani?

Trani è un festival importante da un po’ di anni , una manifestazione che negli anni si è trasformata. Vorrei sottolineare che è tanto più importante perché al sud diventano occasioni più rare e fanno più fatica a consolidarsi e crescere come Trani. Al sud ci sono degli eventi dedicati al libro e alla cultura ma rimangono ridotti, non hanno la crescita del Festival della Letteratura di Mantova, o Pordenone Legge, nonché lo stesso Salone Internazionale del Libro di Torino. Sono manifestazioni molto importanti, (che sono) tutte al nord, nemmeno sopra Roma, ma addirittura sopra Bologna. È segno di una difficoltà italiana, rispetto alla quale la resistenza del festival di Trani resiste, da una ventina d’anni, è molto significativa.

Il 25 settembre presso il Palazzo San Giorgio ci sarà la presentazione della rivista Sotto il vulcano. Sarà in compagnia di Giorgia Serughetti e Walter Siti. Ci potrebbe parlare di questa nuova rivista?

Si, certamente. Sotto il vulcano è una rivista che nasce per offrire uno spazio pubblico, anche se quello di una rivista, quindi una dimensione pubblica a stampa editoriale che dà vita a pensieri, parole e narrazioni generati dalla pandemia e dagli altri traumi che stiamo vivendo. Diciamo che nasceva ancora in piena pandemia e nel dopo lockdown, come idee e narrazioni che reagivano a quello shock. Successivamente, a quegli shock si sono accumulati quello geopolitico della guerra, quello climatico dell’emergenza ecologica, quello economico. Così nasce la rivista, e il titolo a questo allude: la reazione e la descrizione di una condizione di incertezza e di vulnerabilità: abbiamo scoperto che viviamo come sotto un vulcano.

Cosa c’è sotto il vulcano?

Sotto il vulcano c’è l’umanità contemporanea, il titolo allude al grande romanzo Sotto il vulcano di Malcolm Lowry, allude alla condizione (umana) che abbiamo scoperto con la pandemia in cui l’essere umano è stato preda di incertezza e di minaccia, ma come mi fanno notare amici campani sotto il vulcano c’è la terra più fertile! Sotto il vulcano c’è un situazione ambivalente, c’è una minaccia ma c’è anche un’opportunità. Diceva Giambattista Vico: “Paiono traversie ma sono opportunità”. Lo prenderei in maniera volontaristica: cercate di trasformare i traumi in opportunità per cambiare o almeno per capire!

Grazie e ci vediamo presto a Trani! 🙂

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