Tripolarismo in casa Strega: Veronesi, Carofiglio o Ferrari?

by Felice Sblendorio

Sembra non mancare proprio nessuno nella lunghissima lista di libri e autori proposti per l’edizione 2020 del Premio Strega: grandi successi editoriali, autori in vetta alle classifiche, libri dimenticati dagli stessi editori e figure emergenti (o quasi) in sfida. La kermesse più famosa e importante del micromondo editoriale italiano si prepara a scrivere una nuova pagina del riconoscimento letterario più importante del mondo della lettura. Combattuto più di un referendum sul taglio dei parlamentari e più gram e in tendenza “grande bellezza” romana di qualsiasi altro ritrovo borghese e intellettuale, la competizione è ai nastri di partenza dopo l’annuncio ufficiale dei 54 libri presentati dagli amici della domenica.

Specchio dell’Italia contemporanea, nell’era dell’azzoppato tripolarismo politico di Giuseppe Conte (due partiti e mezzo se si considera la discesa dei cinque stelle) il premio letterario diventa anch’esso, idealmente e banalmente, tripolare. Lontani i temi del bipolarismo, dei vincitori annunciati. Questa volta, seguendo il sentimento oscillante e mutevole a ogni annuncio di proposta, la sfida sembra essere, in sottile apparenza, a tre. In principio ci fu Sandro Veronesi, già vincitore dello Strega con “Caos Calmo” nel 2006, proposto il 10 febbraio dall’Accademia degli Scrausi. Il recentissimo libro di Veronesi, apprezzato da tutti, è stato l’ossessione cromatica a tendenza gialla di molti profili Instagram e Twitter: un capolavoro per molti. “Il colibrì”, edito da La Nave di Teseo, dopo la vittoria del libro dell’anno per i lettori de “la lettura” del Corriere della Sera, sembrava non poter avere avversari nella competizione. Dopo tante perplessità, infatti, Veronesi ha scelto di ritentare il successo e sfidare una regola non scritta: ripresentarsi e, nel caso estremo, tentare di rivincere il boccione giallo di liquore “Strega”.

Non tutte le partite, però, sono già decise e così il 20 febbraio è stato annunciato uno sfidante di peso: Gianrico Carofiglio, autore de “La misura del tempo”, edito da Einaudi Stile Libero. L’ex magistrato barese, oramai campione delle classifiche letterarie e commentatore politico autorevole e convincente, scende in campo dopo il terzo posto con “Il silenzio dell’onda” nell’edizione 2012 del Premio. Punta di diamante della fazione romana della casa editrice torinese, Carofiglio potrebbe convincere molti amici della domenica con l’indagine appena pubblicata del suo mitico avvocato Guerrieri. Il libro, proposto da Sabino Cassese, sarà sostenuto fortemente da Paolo Repetti, responsabile di Stile Libero che, sicuramente, proverà a scongiurare la competizione poco producente – e tutta interna a Einaudi – fra Missiroli e Terranova dell’edizione precedente. Dopo le prime indiscrezioni che volevano nelle proposte il libro di Viola Ardone, “Il treno dei bambini”, è spuntato il prestante Carofiglio per giocarsela senza preclusione alcuna.

Ma se la sfida era sin qui troppo semplice, agli sgoccioli della chiusura delle proposte è arrivato Gian Arturo Ferrari a complicare e, forse, a determinare in modo sostanziale le cose. Proposto da Margaret Mazzantini e pubblicato da Feltrinelli, il freschissimo di stampa “Ragazzo Italiano” concorrerà allo Strega. L’ex numero uno di Mondadori, l’uomo più temuto e odiato dell’editoria italiana, l’inventore di successi mondiali e commerciali come “Gomorra” di Roberto Saviano, scenderà in campo da esordiente. A 76 anni Ferrari si misura per la prima volta con un romanzo che racconta una formazione personale e collettiva. Sulla sua partecipazione, com’è giusto che sia per una persona che ha diretto uno dei colossi dell’editoria italiana e da editore ha vinto – non senza polemiche – molte edizioni del premio, sono nate molte indiscrezioni che lo vorrebbero o super favorito, visto che conosce i meccanismi e quasi tutte le figure che fanno parte del sistema Strega, oppure sfavorito (ma questa è una visione meno convincente) a causa del suo passato e del suo potere d’influenza. Comunque, l’impresa di Gian Arturo Ferrari sarebbe una “manna dal cielo” per Feltrinelli che porterebbe a casa, a distanza di diciannove anni da “Via Gemito” di Domenico Starnone, l’ambito riconoscimento.

Accanto a questo trio di uomini che sfiderà la sorte per accaparrarsi l’unico premio che moltiplica fino a cinque volte le copie precedentemente vendute (secondo una ricerca di Michela Ponzo e Vincenzo Scoppa) ci sono proposte meritevoli d’attenzione e successo. Einaudi, sezione Torino, propone tre dei “Coralli” più interessanti del 2019: “Almarina” di Valeria Parrella, “Il cuore non si vede” di Chiara Valerio e “Emanuele nella battaglia” di Daniele Vicari. Da considerare poi l’esordio di Jonathan Bazzi con “Febbre” (Fandango), “Il ritratto” (Mondadori) di Ilaria Bernardini, il ritorno di Gipi con “Momenti straordinari con applausi finti” (Coconio Press), “Gli occhi vuoti dei santi” di Giorgio Ghiotti (Hacca), “Giovanissimi” (NNE) di Alessio Forgione, “Il giardino dei mostri” (E/O) di Lorenza Pieri, “Città Sommersa” (Bompiani) di Marta Barone e “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” (Minimium Fax) di Remo Rapino. I dodici candidati saranno annunciati domenica 15 marzo, alle ore 12.30 all’Auditorium Parco della Musica e selezionati da Pietro Abate, Valera Della Valle, Giuseppe D’Avino, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Helena Janeczek, Melania Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine.

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