Un cold case del 1379

by Francesco Berlingieri



Amedeo Feniello, Omicidio a Lombard Street (Laterza)

Lombard Street, nel cuore di Londra, è il regno dei mercanti italiani: lucchesi, fiorentini, veneziani e genovesi. Rastrellano ed importano lana, esportano sete e oggetti di lusso, prestano denaro. E sono i migliori a farlo. Solo i fiamminghi e gli anseatici possono, in parte, tenergli testa. Non certo gli inglesi, loro no. Anche perché i “lombardi” (il concetto di “italianità” era, allora più di oggi, molto controverso) sono abili a trattare con il re, la sua corte e i lord, tanto quanto lo sono coi loro traffici navali. Forse di più ancora. Fino a ricevere in “dote” dalla Corona la completa esenzione dalle tasse doganali e la gestione diretta dei più grandi porti inglesi. Perché hanno denaro, tanto denaro. E se un bel giorno Edoardo III stabilisce che Filippo VI è solo un “sedicente re dei francesi” e gli dichiara una guerra – che non sa che durerà Cent’anni – e vuole farsi finanziare l’impresa, è dai fiorentini che va. Non certo dalle gilde di Londra. Che sono forti, certo, sono agguerrite e indispettite dalla concorrenza straniera e dal favore loro accordato, ma non verserebbero un fiorino bucato per il monarca. Che, non a caso, s’è fatto costruire un palazzo a Westminster pur di non abitare nella fetida e peccaminosa Londra, che ribolle di vita, di commerci e di riottosità.

E così, in questo scenario disarmonico ed inquieto, una notte di agosto del 1379, che gli sceriffi e il coroner di Londra sono chiamati in una traversa della strada dei lombardi per i primi accertamenti su un cadavere. Non uno a caso, ma uno che pesa: quello di Giano Imperiale, armatore genovese. Uno di quelli che dal re ci va a parlare direttamente, per il quale il re rilascia salvacondotti e amnistie. Bene. A uno così gli è stato praticamente asportato il mento con un colpo di gladio. E l’indagine – affidata a Nicholas Dymcock, il coroner in carica – si prospetta difficile e piena di reticenze. Amedeo Feniello si è fatto invaghire da un cold case, che più cold di così, insomma. Un caso di omicidio tra i mercanti sullo sfondo di un’Inghilterra alle prese con la propria identità, in formazione, e l’ambizione smisurata della propria percepita, e non ancora realizzata, potenza. Un libro affascinante, lineare come un romanzo ed esaustivo come un testo storico, che si affronta riponendo i pregiudizi su quanto sappiamo, o crediamo di sapere, su certi aspetti del tardo Medioevo europeo. L’avventurosa ricerca dei colpevoli diventa così il pretesto per scandagliare dinamiche a noi ignote e assai “moderne”, molto più “moderne” di quanto pensiamo. Ben fatto.

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