“Avvocantessa” e giovane cantautrice. L’intervista a Elena Sanchi

by Salvatore Imperio

In Emilia Romagna, c’è una cantautrice che è al suo secondo album intitolato “Risveglio” e che molto probabilmente riuscirà ad avere risultati sbalorditivi come nel 2015 quando arrivò ad un passo dalla conquista della Targa Tenco come “miglior opera prima 2015”: Elena Sanchi.

Infatti, Elena Sanchi è stata definita dalla critica come una cantautrice dall’acuta sensibilità e dalla dolce delicatezza della voce e dell’anima e questo nuovo lavoro ne è la conferma.

L’ “avvocaNtessa” come ama definirsi, è una cantautrice con una rara sensibilità verso il racconto tramite la canzone.

La riminese Elena Sanchi, esordisce nel 2015 con “Cuore migrante”, album autoprodotto e scritto con il compositore Daniele Di Gregorio (Paolo Conte) e il chitarrista Filippo Fucili. Nei tre anni che passano prima della pubblicazione di “Risveglio” si fa risentire con il singolo “Goodbye”.

Con soli due album all’attivo, Elena Sanchi ha dimostrato una grande abilità nello scrivere canzoni che riescono ad emozionare e ad avere rispetto verso la vera musica italiana.
Ormai sembra chiaro che il cuore mignate di Elena si sia risvegliato e possa ambire a un lungo percorso che potrebbe portarla su palchi importanti.

Elena, la critica ha sempre visto di buon occhio le tue produzioni. Al primo album ti sei fatta notare al Tenco. Speri che questo secondo album speri sia arrivato a quella stessa critica che nel 2015 hai sbalordito?

Sicuramente la candidatura al Tenco nel 2015 come miglior opera prima con “Cuore migrante” è stata per me motivo di grande stimolo e incoraggiamento a lavorare con sempre più impegno, determinazione e dedizione.

Questo secondo lavoro mi ha dato moltissimo a partire dalla campagna di crowdfunding #incadutalibera su Musicraiser e poi alla realizzazione in studio fino al feedback della critica che anche questa volta mi ha restituito tantissimo in parole e pensieri che mi hanno commossa ed emozionata.

Quello che mi stupisce da “Cuore Migrante” a “Risveglio” è che si percepisce tanto della tua anima artistica nelle tue canzoni. Quanto c’è delle tue esperienze nelle canzoni racchiuse in questa tua nuova avventura discografica?

Mi piace scrivere e fare musica per urgenza seguendo una necessità autentica e sincera, non per rincorrere una moda o il successo a tutti i costi. Nelle mie canzoni c’è la mia vita, i miei sogni, le paure, le vittorie e le sconfitte. Mi capita anche di scrivere delle storie di altre persone su vite o momenti di vita che mi hanno colpita, toccata e ispirata. Il mio maestro Daniele Di Gregorio (musicista e arrangiatore di Paolo Conte) mi ha educata alla “bellezza”, a ricercare in profondità un messaggio onesto che possa essere condiviso con il mondo, renderlo più armonioso… è questo l’unico vero obiettivo che un vero artista deve inseguire.

Il secondo singolo estratto da questo tuo nuovo lavoro si intitola “Sulla mia pelle”. L’ambientazione rende quasi protagonista la tua terra. Quanto è importante la tua Emilia Romagna nelle canzoni che scrivi?

Tanto, la mia terra è fonte di grande ispirazione per me. Sento un forte attaccamento per le mie radici perché mi permettono di avere uno sguardo lontano verso altri mondi, nuovi orizzonti e confini.

Con il web che rapporto hai? Avresti avuto la stessa possibilità di far ascoltare la tua musica senza social e digital store?

Con il web ho un buon rapporto, trovo sia una grande opportunità per gli artisti indipendenti.

Quali sono gli artisti che hanno influenzato il tuo modo di scrivere canzoni?

Mio padre è un grande appassionato di musica, ha tantissimi dischi, strumenti musicali da collezione che vende ai mercatini delle pulci. Da piccola ascoltavo De Andrè, Modugno, Tenco poi Carmen Consoli, Paola Turci, Cristina Donà. Ho amato moltissimo i The Doors e i Rem. Con la giovinezza ho scoperto la musica jazz e black, da Nina Simone a Amy Winehouse, solo per fare alcuni esempi.

Il crowdfunding sul web ti ha dato una grossa spinta verso il secondo capitolo della tua vita musica. Quanto è stato importante questo strumento?

Moltissimo, mi sono lanciata in una caduta libera che mi ha portata ad essere oggi molto più forte e determinata.

Nel mondo della musica italiana, sembrano sempre messe in disparte due categorie come la musica al femminile e il cantautorato. Tu fai parte di entrambe queste categorie. Pensi che le cantautrici debbano avere maggiore spazio o che la musica al femminile osi troppo poco per farsi ascoltare?

Credo che le cantautrici debbano avere maggiori spazi e non che la musica al femminile osi poco, anzi!. Per fare questo è necessario unirci, fare squadra, creare eventi dove supportarci l’una all’altra. Ho creato in passato spettacoli al femminile e anche in questi giorni sto lavorando ad un nuovo progetto che si realizzerà il prossimo anno.

Da cantautrice indipendente, qual è il tuo punto di vista sulla musica contemporanea?

Mi piace la scena indie che va da Brunori Sas a Calcutta, Elisa continua ad essere un grande punto di riferimento, così come Niccolò Fabi e Max Gazzè. Poi ci sono quei grandi artisti ancora troppo poco conosciuti come Ilaria Graziano e Francesco Forni e ancora non capisco perché!!

Bene Elena, ti ringrazio per averci raccontato il tuo punto di vista e ti facciamo un grande in bocca al lupo.

Ci sono artisti indipendenti che hanno attirato la tua attenzione?

Francesco Motta mi piace molto, lo trovo coinvolgente sia nel modo di scrivere che di comporre e arrangiare! Ma forse non è più tra gli artisti indipendenti visto che ha firmato un contratto discografico con la Sugar! Anche La rappresentante di lista è interessante così come Maria Antonietta.

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