Chiaroscuro e i suoni arrabbiati degli Zio Pecos. «Abbiamo voluto mostrare la parte più vera di noi» 

by Salvatore Imperio

Le Marche è sempre stata una regione di grande fermento. Dai cantautori alla sperimentazione passando per band capace di attirare pubblico e critica, oltre ad avere uno dei premi più importanti per la musica italiana d’autore come Musicultura, sta vedendo crescere bellissime realtà artistiche come quella degli Zio Pecos.
Zio Pecos (Gli amici dello Zio Pecos) sono composti da ragazzi che hanno sempre dedicato anima e corpo alla musica. Infatti in contemporanea al progetto artistico portano avanti quello di una scuola di musica.

Animali da palco è l’etichetta che immediatamente gli viene affibbiata vedendo nelle piazze e nei luoghi di cultura e musica.

In collaborazione con Astralmusic, hanno pubblicato il nuovo album intitolato “Chiaroscuro”.
La band composta da Checco Zagaglia (Voce e chitarra), Thomas Bellezze (Cori e chitarra), Nick Ao (Batteria), Puccio (Contrabbasso) e Luca Gatto (Synth) ci racconta della vita nelle sue sfaccettature e nei suoi vari capitoli riassumendo bene i temi riassunti emblematicamente nel suo titolo.

In “Chiaroscuro”, gli Zio Pecos hanno voluto creare un connubio tra modernità e vintage con le batterie suonate e programmate, con il contrabbasso e i Synth e con le schitarrare rockeggianti così da creare anche delle ambientazioni sonore che vestono alla perfezione le storie umane contenute in questa nuova creatura dei quattro ragazzi marchigiani.

Intervista agli Zio Pecos

Benvenuti su Bonculture. “Chiaroscuro” ha segnato il vostro ritorno dopo la pausa coatta che tutto il mondo della musica ha vissuto. Quale è stata la sensazione nel tornare a dar luce alle proprie canzoni?

Siamo un gruppo molto attivo. Praticamente c’è una produzione continua. Sapere che qualcosa finalmente può essere pubblicato e che c’è qualcuno che lo ascolterà sia in disco o dal vivo è ovviamente molto gratificante. 

Quali sono le canzoni che più rappresentano Zio Pecos in questo album?

Avendo lavorato su tutte le canzoni è difficile dirne alcune più rappresentative. Magia, Un mondo migliore, Dentro un film sono quelle su cui abbiamo puntato di più e sono quelle che ci hanno stimolato un sound nuovo. Tra l’altro le eseguiamo dal vivo e sono accolte bene. “Ti piace di più” è stata una piacevole sorpresa perché ci ha fatto ricevere molti complimenti dal pubblico. 


Ascoltando “Chiaroscuro” ho notato due aspetti diversi nelle sonorità della canzoni: la prima che ben si ascolta nei primi brani, più “arrabbiati”, mentre dopo si torna ad avere a che fare con i Zio Pecos che già avevamo conosciuto in “Dentro le cose”, il vostro precedente album. È una mia sensazione o c’è qualcosa che avete voluto far emergere?

Sicuramente l’aspetto della presenza di suoni più arrabbiati è un segno che abbiamo voluto attingere a quella purezza di quando eravamo giovani, a quei suoni più energici che sempre ci hanno eccitato. Abbiamo voluto mostrare la parte più vera di noi. 

C’è un motivo ben preciso per la quale avete chiamato “Chiaroscuro” questa nuova creatura?

Nelle nostre produzioni, nei nostri concerti, diamo sempre un ritmo fatto di alti e bassi, sia con la musica che con i temi: ci sono momenti per riflettere e momenti per ballare. In questo album in particolar modo sono finite canzoni più mature, con temi più arrabbiati ma anche più profondi. Insomma ci abbiamo messo il bene e il male, le luci e le ombre. Chiaroscuro rappresentava il titolo che riassumeva tutto questo concetto. Ciò si è riflesso anche sui suoni che sono una mescolanza di suoni rock con quelli moderni dell’elettronica.

Parliamo della collaborazione con Astralmusic dei fratelli Tittarelli. Come è nata e cosa vi ha portato ad una collaborazione così forte negli anni?

Ci siamo sempre trovati bene con i fratelli Tittarelli. Ci hanno sempre lascito una grande libertà creativa e hanno appoggiato sempre le nostre idee. C’è una stima reciproca che dura da anni. 

Conoscendo un po’ la vostra storia e come detto prima, abbiamo parlato della vostra vita nella musica, tra produzioni, live e insegnamento. Quali sono le attività dei membri dei Zio Pecos nella musica?

È un lavoro che ci piace molto. Per questo siamo attivi in vari campi, alcuni paralleli all’attività concertistica e a quella in studio. Ad esempio conduciamo Tremendi, una trasmissione su Radio Serena, una radio locale, della quale sì può trovare il podcast nei nostri canali. Poi ci occupiamo di didattica, abbiamo un nostro metodo di insegnamento e una nostra scuola che, oltre alla lezione sullo strumento, si impegna a trovare o produrre situazioni live per i nostri allievi. Nick Ao ad esempio ha fondato il progetto Live Music Experience per la musica Live degli emergenti, coordinato da Zio Pecos. 

Dopo il periodo pandemico, avete notato una voglia di tornare alla normalità anche in chi ascolta musica dal vivo?

Sì. Abbiamo notato una gran voglia di uscire, di partecipare agli eventi. Infatti tra le varie attività abbiamo anche provato a organizzare un paio di eventi musicali che sono andati oltre le nostre aspettative. 

Chiudiamo l’intervista con una domanda da un milione di dollari: quali saranno i progetti dei Zio Pecos nei prossimi mesi?

Siamo già in studio per vestire alcune bozze di canzoni. Ci stiamo lavorando e presto prenderanno vita: usciremo con alcuni singoli.

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