Elisabetta II, la regina che ha ispirato i migliori compositori inglesi

by Fabrizio Simone

La regina Elisabetta amava moltissimo la musica. Suonava il pianoforte (in gioventù prese lezioni da Sir William Henry Harris, compositore e organista della Cappella di San Giorgio a Windsor) ed è stata premiata con due lauree honoris causa in studi musicali (un Bachelor of Music presso l’Università di Londra nel 1946 e un Doctor of Music presso l’Università del Galles nel 1949), conferitele prima di salire al trono. Inoltre, nel 2005 ha istituito la Queen’s Medal for Music, che viene attribuita annualmente ad un musicista (direttore d’orchestra, solista, compositore, cantante o persino un’intera orchestra) distintosi per aver contribuito alla vita musicale della Gran Bretagna.

Però nel corso della sua vita la regina Elisabetta è stata omaggiata da molti illustri compositori inglesi, da Edward Elgar fino a Benjamin Britten. Diamo un’occhiata ad alcune composizioni scritte appositamente per la primogenita di casa Windsor, scomparsa l’8 settembre 2022.

Edward Elgar (1857- 1934) – Nursery Suite (1931)

Nel 1931 Edward Elgar dedicò una delle sue ultime composizioni alla principessa Elisabetta, alla sorellina appena nata (Margaret, morta nel 2002) e alla loro madre, Elizabeth, allora duchessa di York (diventerà regina nel 1936). Elgar – che all’epoca rivestiva la carica di Master of the King’s Musick – riutilizzò alcuni brani scritti in gioventù e assemblò una suite per orchestra in sette movimenti, la Nursery Suite, in cui predomina una leggerezza fanciullesca (l’autore non lesina gli effetti timbrici e trae dalla tavolozza una vivacità particolarmente espressiva), anche se è nelle forti tinte chiaroscurali che forse si intravede davvero la mano esperta dell’anziano compositore, attento ad esaltare soprattutto le peculiarità degli archi (al violino è affidata una cadenza significativa nel movimento finale).

Albert Ketèlbey (1875-1959) – A Birthday Greeting (1932)

Nel 1932 Albert Ketèlbey, autore del popolarissimo In a persian market (Serge Gainsbourg utilizzò il dolcissimo tema della principessa in My Lady Heroïne), celebrò il sesto compleanno della piccola Elisabetta con un delizioso intermezzo, A Birthday Greeting, composto inizialmente per orchestra e poi adattato per harmonium (un organo ad aria compressa assai in voga tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento). L’intermezzo di Ketèlbey alterna solennità e fascino melodico, caratteristiche tipiche della sua musica. Nonostante l’innegabile valore, questa miniatura non è mai stata incisa in tempi moderni (l’unica registrazione è stata realizzata sotto la bacchetta dell’autore).

Eric Coates (1886-1957) – The Three Elizabeths (1944)

Nel corposo catalogo di Eric Coates, re della light music britannica, figura una suite per orchestra intitolata The Three Elizabeths. Chi sono le tre Elisabetta che compaiono nel titolo? Ovviamente, Elisabetta I Tudor, Elizabeth Bowes-Lyon e sua figlia, Elisabetta II. Coates riuscì a completare la suite in tempo per poterla eseguire durante la vigilia di Natale del 1944 con la BBC Symphony Orchestra e l’opera è ancora oggi uno dei suoi lavori più amati. Il primo movimento (l’energico Halcyon Days), dedicato all’ultima monarca della dinastia Tudor, è particolarmente famoso nel Regno Unito perché è stato utilizzato come sigla dell’adattamento televisivo de La saga dei Forsyte, mandato in onda dalla BBC nel 1967. Ma è il terzo movimento ad attirare la nostra attenzione (il secondo è una sorta di delicata bucolica in cui l’oboe occupa la scena): Youth of Britain è una marcia melodicamente attraente, della cui freschezza è impossibile dubitare. Nel trio, emblema dell’eleganza british, si respira aria di nobiltà (complice anche la strumentazione, in linea con la migliore tradizione inglese).

Arnold Bax (1883 – 1953) – Morning song (1946)

Tra le ultime composizioni di Arnold Bax c’è un pezzo concertante per pianoforte e orchestra, Morning song (Maytime in Sussex), composto in occasione del 21° compleanno di Elisabetta. Nonostante il carattere smaccatamente tardoromantico (le battute iniziali rivelano ampiamente la matrice della sua ispirazione), l’estenuante cromatismo cede spesso il passo ad una dimensione volutamente pastorale, a tratti enigmatica: è facile riconoscere la rappresentazione di una passeggiata mattutina attraverso le South Downs (catena di colline calcaree nel sud dell’Inghilterra, in cui Bax si era traferito per trascorrere gli ultimi anni di vita), ma dietro la scrittura densa e brillante, intrisa di echi debussiani e straussiani, si cela anche un omaggio raffinato alla futura regina, celebrata nel fiore della gioventù.

William Walton (1902- 1983) – Orb and Sceptre (1952)

(https://www.youtube.com/watch?v=hPGNFz2n688)

La marcia Orb and Sceptre (il globo e lo scettro, tra l’altro, sono stati posti sulla bara della regina durante i funerali nell’Abbazia di Westminster) è stata composta appositamente per l’incoronazione di Elisabetta. La marcia recupera la sontuosità delle marce elgariane (le sei Pomp and circumstance hanno rappresentato a lungo un modello imprescindibile e nel trio è facile scorgere l’eco di Elgar, nonostante la melodia centrale sia piuttosto prevedibile, nonché conforme ad un gusto un po’ stantio e volutamente retorico), ma si discosta da esse per la vivacità con cui Walton cerca di rinnovare la musica cerimoniale: il brioso incipit è sintomo di un’autonomia esibita e difesa nel corso di tutta la composizione, che non rifiuta combinazioni armoniche atipiche e intrecci sinfonici originali.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.