Il lockdown dà i suoi frutti: G.Enio presenta l’EP “Circuiti esistenziali”

by Fabrizio Simone

Nel 2021, il giovane Gioele Chiaiese (classe 2001) si è affacciato sulla scena musicale della Capitanata presentandosi con lo pseudonimo G.Enio: la G è l’iniziale del suo nome di battesimo; Enio, invece, è una figura della mitologia greca, figlia di Zeus e Era, che personificava l’urlo furioso della battaglia.

Il suo debutto è avvenuto con “Questo sono io”, esordendo con un brano contro il bullismo e i pregiudizi. Il singolo, contraddistinto da varie influenze (pop, funky, soul, latin), è stato prodotto dall’Almo Records, studio di registrazione fondato nel capoluogo dauno da Alessio Muscillo e Giovanni Iannuario con l’intento di promuovere e sostenere gli artisti del territorio. Trascorso un anno, G.Enio è pronto a rivelare al pubblico il suo nuovo lavoro: il 18 febbraio uscirà un’EP, “Circuiti esistenziali”, prodotto dallo stesso studio di registrazione. Bonculture ha intervistato G.Enio per saperne di più.

È passato quasi un anno dal tuo primo singolo. Dopo quanto tempo hai iniziato a scrivere queste tre nuove canzoni?

In realtà stavo lavorando a questi nuovi brani già all’uscita della mia prima canzone. Speravo uscissero prima, ma il covid ha ritardato l’uscita di questo EP.

Come presenteresti “Circuiti esistenziali”?

In questo EP abbiamo tre canzoni. Queste tre tracce hanno in comune il fatto di voler mettere in evidenza il pensiero e lo stato d’animo che ha contraddistinto la vita di tutte le persone in questi due ultimi anni. La prima canzone si intitola “Guarda”. Ha un andamento soft ma esprime un messaggio schietto e diretto, rivolto a tutti quelli che si sono sempre lamentati di ciò che non avevano, soprattutto negli ultimi tempi, dimenticandosi di guardare ciò che era in loro possesso. “Maschera blu”, invece, parla del rapporto negli ultimi anni con la mascherina chirurgica, è attualissima insomma. “Ingiustizia” è una specie di inno da battaglia indirizzato a tutti quelli che nella vita si sentono soli, deboli, inferiori, e io provo ad incitarli a non mollare mai.

A quale genere appartengono queste tre canzoni?

“Guarda” rientra molto nel cantautorato, “Maschera blu” è molto hard rock mentre “Ingiustizia” è più pop rock commerciale.

Come delinei la mascherina nella seconda traccia?

Quasi come la nostra salvatrice dato che questa canzone, insieme alle altre, è stata scritta durante il primo lockdown.

Qual è l’organico di queste tre canzoni?

“Guarda” è un brano composto soltanto per pianoforte e voce, e colgo l’occasione per ringraziare la pianista Palma Mangiacotti. “Ingiustizia” è un brano tipico pop rock quindi troviamo batteria, chitarra elettrica, pianoforte. Alla chitarra e del basso c’è mio fratello Emanuele Chiaiese. In “Maschera blu” troviamo rispettivamente Angelo Pipoli alla batteria e Nicola Renigaldo al basso. Ovviamente anche questo EP è stato prodotto dall’Almo Records e deve molto ad Alessio Muscillo e a Giovanni Iannuario.

Hai già qualche ingaggio per presentare queste canzoni?

Attualmente no, però sono fiducioso, infatti sto preparando un repertorio apposito. Conto anche di partecipare a qualche contest o a qualche talent per farmi conoscere. Ho concluso la mia sperimentazione, ho un’identità precisa, mi sento pronto per essere giudicato da qualcuno più competente di me.

Dove sarà possibile ascoltare il tuo EP?

Le mie canzoni potranno essere ascoltate su You Tube, Spotify e su tutte le piattaforme digitali.

Hai già in mente la prossima canzone?

In questo periodo sono molto ispirato quindi penso che già dal 19 febbraio inizierò a lavorarci col mio staff.

Puoi anticiparci qualcosa?

Ci sono molti spunti interessanti perciò non so ancora bene quale sarà l’argomento della mia prossima canzone.

Quale canzone avresti presentato a Sanremo?

“Guarda”. È la più adatta al clima sanremese ed è tosta dal punto di vista riflessivo.

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