Le più belle pagine del melodramma italiano: Michele Notarangelo racconta Digilpiano Operaorchestra

by Alessio Walter De Palma

Il prossimo 31 luglio sarà pubblicato il nuovo lavoro discografico unico nel suo genere del pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale Michele Notarangelo: Digilpiano Operaorchestra per l’ etichetta discografica PA74 Music International di Pavia nel nome del direttore Alessandro Porcella.

Il maestro Notarangelo vanta un curriculum di tutto rispetto: laureato in pianoforte sotto la guida del maestro Fabrizio Simonelli e in direzione d’orchestra con il maestro Umberto Cattini, allievo di Riccardo Muti, al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, si perfeziona con pianisti e direttori di orchestra di fama internazionale quali, tra gli altri, Bruno Canino, Boris Petrushansky, Donato Renzetti, Piero Bellugi, Marco Boemi; ha diretto orchestre nazionali ed internazionali come: Orchestra Lirico-Sinfonica della Capitanata di Foggia; l’Orchestra Sinfonica “Mario Gusella” di Pescara; la Seoul Symphony Orchestra di Seoul in Corea del Sud…

In oltre venticinque anni di onorata carriera ha diretto diverse opere sia di repertorio come: La Bohème, Tosca di Giacomo Puccini, Il Trovatore, La Traviata di Giuseppe Verdi, Il Barbiere di Siviglia diGioachino Rossini, L’elisir d’amore, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Fedora diUmberto Giordano, sia opere poco eseguite come: Mala Vita e Il Re di Giordano, Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten. Nel 2000 a Gravina di Puglia ha diretto il celebre tenore Luigi Alva ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini. Di recente è stato maestro concertatore e direttore de Les Comtes d’Hoffmann di Jacques Hoffenbach presso il Teatro Nazionale di Seoul. È direttore, concertatore e arrangiatore dell’ensemble “ I Solisti Appuli” da lui stesso fondato, vedendolo protagonista in concerti in Germania, Polonia, Brasile, Italia… ha al suo attivo diverse ospitate televisive in RAI.

Bonculture lo ha intervistato.

Buongiorno maestro. Che cosa è Digilpiano Operaorchestra?

Buongiorno a voi. Digilpiano Operaorchestra è un unicum nel suo genere, sono orgoglioso di essere il primo musicista a proporre la riproduzione grazie ad un pianoforte digitale e combinando i suoni tra loro una vera e propria orchestra d’archi in grado di far rivivere momenti intramontabili con le pagine più belle del nostro melodramma. Ringrazio il direttore Alessandro Porcella dell’etichetta discografica PA74 Music International di Pavia, che ha creduto in me e in questo progetto.

Quale è il contenuto del Cd?

Il contenuto del Cd prevede 8 brani tratti dalle più belle pagine del melodramma italiano: da Bellini a Verdi, da Puccini a Mascagni, da Leoncavallo a Giordano. Preludi, interludi, intermezzi delle opere che hanno reso unico e grande il nome dell’Italia nel mondo: Cavalleria Rusticana, I Pagliacci, La Traviata, L’Amico Fritz, Fedora, Tosca, Norma, Manon Lescaut.

Un pianoforte digitale che letteralmente è un’orchestra, in una fusione armonica e melodica di suoni perfettamente distinguibili tra loro e i vari strumenti che danno voce. Melodie immortali atemporali e aspaziali, in cui difficilmente è possibile distogliere l’attenzione, ma sicuramente aiuta a poter evadere dalla realtà quotidiana, permettendo al “fanciullino” di pascoliana memoria che è in ognuno di noi di emergere e di poter vedere la realtà con gli occhi innocenti di un bambino, grazie alla positività che l’ascolto della buona musica lascia in ognuno di noi. Nietzsche dice che: “la vita senza la musica sarebbe un errore…” mai altro aforisma rappresenta “realmente la realtà…”

Come è nata l’idea di questo progetto unico nel suo genere?

L’idea nasce dalla mia passione per l’opera lirica genere che suono e dirigo da anni e dall’esigenza in qualità di pianista e direttore d’orchestra di proporre attraverso un pianoforte digitale i “suoni veri e reali” di un’orchestra d’archi. A mio avviso, soluzione molto innovativa che porterà l’opera laddove l’orchestra per ovvie ragioni – costi elevati, mancanza di fondi, trasporti, location – non può arrivare.

Come è nata questa sua “passione” per l’opera lirica?

La passione per l’opera lirica mi è stata trasmessa “involontariamente” dal mio papà Francesco, melomane ed “innamorato” della voce della divina Maria Callas, ascoltata dal vivo quale Violetta Valéry ne La Traviata di Giuseppe Verdi, al Teatro dell’Opera di Stoccarda. E poi grazie allo studio e all’amore per il pianoforte, che con i suoi soli 88 tasti bianchi e neri riesce a poter far suonare musica infinita.

Grazie mille maestro.

Grazie a voi.

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