Lirica e Pop: due facce della stessa medaglia con l’operatic pop?

by Alessio Walter De Palma

Da pochi giorni, domenica scorsa, tra colpi di scena, intrighi, sotterfugi, polemiche, dissertazioni, espulsioni e chi più ne ha più ne metta, si è conclusa la settantesima edizione del Festival di Sanremo. Ma non è propriamente di questo che vogliamo parlare, bensì della commistione dei generi musicali, ed in particolare di lirica e pop, quella che è definita: operatic pop. 

La pop opera, altra definizione dell’operatic pop, ha retaggi sin dagli anni ’80 del secolo scorso, chi non ricorda la celeberrima Barcelona del duo insolito del soprano Monserrat Caballé con il “King dei Queen” Freddie Mercury, del 1988?

Anche se la popolarità di tale crossover musicale si espande, principalmente, dagli anni ’90, è dal 1992, per ben dieci edizioni, il format Pavarotti & Friends, voluto dal celebre tenore Luciano Pavarotti.

Antesignano di tale genere il brano Miserere in collaborazione con Zucchero Fornaciari. Prima di tale evento non c’è mai stata collaborazione tra cantanti lirici e cantanti pop. Evento più unico che raro, avanguardista per i tempi di allora.

A distanza di circa trent’anni, ormai, l’unione tra i due generi è all’ordine del giorno, non crea più alcun scalpore, è un dato di fatto e non più una novità. Per tornare al Festival della canzone italiana, è d’obbligo ricordare che un certo Andrea Bocelli è partito da lì… 1994 vincitore della categoria nuove proposte con il brano a firma del succitato Zucchero, Il mare calmo della sera, un brano lirico nella forma, ma pop nella sostanza, nel senso che un qualsiasi bravo cantante pop con una larga estensione vocale avrebbe potuto cantarla e non per forza un cantante lirico…

Scelte di marketing? A seguito della vittoria al Festival debutta nel ruolo di Macduff nel Macbeth di Verdi al teatro di Pisa, ripreso poi a Mantova, Lucca e Livorno. Un cantante pop non avrebbe mai potuto cantare un ruolo impegnativo da tenore lirico quale Macduff… sebbene, in passato, uno tra i più celebri cantanti pop, quale Albano Carrisi ha interpreto il ruolo di Turiddu nella Cavalleria Rusticana di Mascagni, o ancora, lo stesso Albano ha sostituito Big Luciano, in un concerto dei Tre Tenori a Bad Ischl in Austria nel 1998, e ancora oggi Albano canta brani d’opera: Recondita armonia, Nessun dorma…

Bocelli tornerà sul palco di Sanremo l’anno successivo tra i Big classificandosi al quarto posto con: Con te partirò, dopo aver già debuttato in teatro come tenore. Ritorno alle origini?

Tale crossover continua negli anni, anche grazie, o forse meglio a causa, dei cosiddetti Talent Show: Ti lascio una canzone; Saranno Famosi; Amici; Italia’s Got Talent; Tu si que vales… Da Ti lascio una canzone vien fuori il trio de Il Volo, tre “tenori” vincitori della seconda edizione del Talent nel 2009. Piero Barone, classe 1993; Ignazio Boschetto, classe 1994 e Gianluca Ginoble, classe 1995.

Nel 2009, dunque, avevano rispettivamente, 16, 15 e 14 anni… e come è possibile definirli “tenori” a quella età se fisiologicamente negli uomini la muta completa della voce avviene dai 18 anni in poi? Mistero. A parte questo, solo uno dei tre, Barone, potrebbe essere definito per timbrica, colore ed estensione “tenore”, gli altri due no… Boschetto è baritono e Ginoble baritenore, però, forse, nell’operatic pop si hanno altre definizioni di voce?… Sta di fatto che questi tre ragazzi, forse anche a loro insaputa, sono “portati” sul tetto del mondo musicale, sostenuti da “sommi dei” come Tony Renis e Placido Domingo, quest’ultimo un baritono, poi tenore che è stato in carriera per cinquant’anni, ora è ritornato baritono… Uno tra i maggiori cantanti d’opera del secolo scorso. Nel 2015 anch’essi salgono sul palco di Sanremo vincendo con Grande Amore, brano decisamente pop… Cinque anni prima sullo stesso palco sale un tenore in carriera Luca Canonici, in un trio sui generis, con Emanuele Filiberto e Pupo, piazzandosi al secondo posto con Italia Amore mio. Lo scorso anno, come ospite, è stata la volta di Matteo Bocelli, il cui cognome dice tutto, esibendosi con il padre in Fall o f me, brano che non risulta faccia parte di un melodramma… Questo, invece, è stato l’anno della partecipazione di Alberto Urso, un altro “tenore”, proveniente dai Talent Show, con la canzone monotona, ripetitiva, estenuante e molto poco lirica Il Sole a Est.

Per definizione il cantante lirico dovrebbe cantare in maniera “impostata”, con l’appoggio, il sostegno del fiato, il fraseggio, la cosiddetta “voce in maschera” e non assolutamente suoni indietro, striduli, “senza corpo”, ingolati, il vero e proprio “anticanto”, ovviamente non a detta dello scrivente, ma di illustri otorinolaringoiatri, foniatri, vocologi, gente che di anatomia e fisiologia dell’apparato vocale ne sa…

Morale della favola? Sì alla commistione dei generi, no alla dissacrazione dei generi…

Lirica e pop: due facce della stessa medaglia? Sì perché la giusta tecnica vocale è unica e valida per tutti i generi, no perché, appunto, il termine genere indica una inevitabile differenziazione.

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