Il cartellone di eventi “Estate nella città delle grotte – Ritmi e Colori” voluto dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco De Ruvo e presentato da Bass Culture torna ad animare l’estate di Castellana Grotte.
Sul palco questa volta ci sono stati Albi, Carota, Lodo,
Checco e Bebo e il loro disco multiplo che sottolinea in maniera chiara: non
c’è un leader, ognuno ha una sua precisa identità e contribuisce in egual
misura allo Stato Sociale.
E lo dimostra anche il loro live che ha visto una scaletta eterogenea dove il
cantante diventa dinamico e non esiste più un frontman assoluto.
‘Lo Stato Sociale’ porta, infatti, avanti un progetto ‘democraticamente’ in linea con il loro modus agendi, e “Attentato alla musica italiana”, il quarto album dello Stato Sociale, diventa così un’operazione corale, che mette a nudo la singolarità dei cinque membri del collettivo bolognese per poi riunirle in un’unica trama. Il live sottolinea il mood voluto dall’album e vede l’alternarsi sul palco, non solo del cantante, ma anche di generi e melodie differenti.
Il primo disco, quello di Albi, oltre a contenere “Combat Pop” (brano presentato alla 71^ edizione del Festival di Sanremo) ha un sound che vira all’elettronica che in “Fucking Primavera” raggiunge l’apice e fa, davvero, venire voglia di ballare… e lo confermano i fans presenti ieri sera che, pur seduti per le restrizioni anti-Covid, non hanno resistito ad ondeggiare sulle sedie!!
Le melodie elettroniche si fondono, poi, con i pezzi di Carota che risultano più riflessivi e sentimentali; sentimentale è anche il terzo capitolo, quello di Lodo, che, ad es. con “L’amore è una droga”, riesce a fondere al flusso elettronico una riflessione efficace sui rapporti di coppia.
Le sonorità di Checco sono, invece, legate ad un rock anni novanta che fanno da contraltare alle analisi dissacranti di Bebo.
Insomma, non ci si annoia con ‘Lo Stato Sociale’ e sembra
che, con questa nuova modalità, abbiano anche ampliato il target di fans già
folto.
Ad enfatizzare il tutto, poi, l’idea di scrivere a caratteri cubitali, sul
retro palco, un numero di telefono al quale inviare messaggi in diretta che, letti
e commentati con ironia tra una canzone e l’altra, hanno reso lo spettacolo
molto più coinvolgente.