Maria Callas, cento anni della “Divina”

by Alessio Walter De Palma

Nel mondo operistico quando si utilizza l’epiteto “Divina” inevitabilmente il pensiero va ad un solo nome… Maria Callas. Per la “Divina” appunto, quest’anno, e precisamente il 2 dicembre, ricorre il Centenario dalla nascita. Icona indiscussa ed assoluta del panorama lirico e non solo – è stata anche oggetto di gossip e critiche nella vita privata tormentata oltre che in quella pubblica – il cui nome all’anagrafe è Sofia Cecilia Kalos, di origini greche, nasce e si forma negli Stati Uniti d’America per poi approdare a 14 anni ad Atene dove studia e si diploma in canto, pianoforte e lingue al conservatorio.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista della Grecia porta Maria nuovamente negli Stati Uniti, rifiutando i ruoli femminili protagonisti di Madama Butterfly e Fidelio, sinonimo probabilmente di onestà intellettuale e di profondo rispetto per la musica e grande professionalità. Approda in Italia, Patria del Belcanto e del Melodramma, debuttando all’Arena di Verona nel title role de La Gioconda di Amilcare Ponchielli, che da allora diverrà uno dei suoi più grandi cavalli di battaglia. Sempre nel ’47 conoscerà il suo futuro marito Giovanni Battista Meneghini, imprenditore e melomane. Seguiranno successi dopo successi: Turandot, Norma, Aida, I Puritani… Fino agli “Anni d’Oro” della sua carriera dal ’51 al ’57 con il debutto alla Scala di Milano con Aida, il trasferimento nella città scaligera e l’inaugurazione ogni 7 dicembre della Stagione Lirica: da I Vespri Siciliani a Macbeth, da Giocanda a Traviata, da Trovatore a Lucia di Lammermoor ad Alceste, riscuotendo sempre e comunque un successo trionfale. Dal ’53 si dedica, altresì, alla registrazione discografica, lasciandoci così la possibilità di poter godere esteticamente della bellezza, della grandezza, della maniacale precisione tecnica ed interpretativa di ogni sfaccettatura di tutte le eroine interpretate.

Seguirà, purtroppo, un periodo di profonda depressione e crisi interiore, perdita di peso, amori sbagliati, fino all’incontro nel ’57 con l’armatore greco Aristotele Onassis, probabilmente unico grande amore della Divina che la porterà alla rovina… L’eccessivo stress vocale per la vastità e la diversità dei repertori affrontati porterà la Callas inevitabilmente ad un declino – era anch’ella un essere umano e non un robot – dovuta anche probabilmente alla grande delusione amorosa che porterà Onassis a sposare un’altra donna, ma ciononostante la Divina non si arrende e si dedica al cinematografo recitando come protagonista nella Medea di Pier Paolo Pasolini nel 1969. Continua comunque tra alti e bassi la carriera di cantante lirica fino all’ultima tournée con il celebre tenore Giuseppe Di Stefano negli anni 1973-1974, con l’ultimo concerto a Sapporo in Giappone l’11 novembre 1974. Dopodiché la Callas si ritira a vita privata nella sua maison parigina dove spirerà il 16 settembre 1977, ma ovviamente il suo Nome e la sua Arte non spireranno mai e continueranno nei secoli dei secoli, con una vocalità poliedrica, unica ed irripetibile che era, è e sarà solo ed esclusivamente della “Divina Maria Callas”.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.