“Oltre il Belcanto”, Federico Fornoni e il dialogo tra storia e teatro nelle opere di Donizetti ai Contrappunti letterari

by Alessio Walter De Palma

Quando le Arti si incontrano è inevitabile il successo, ed è questo il caso dell’incontro vincente tra letteratura e musica nella rassegna di incontri di cinque conversazioni sul melodramma italiano promosso in sinergia il dipartimento di studi umanistici dell’Università di Foggia e il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia.

Lo scorso 19 settembre l’Auditorium del Conservatorio ha ospitato il quarto dei cinque incontri previsti avente come tema il Genio di Gaetano Donizetti, autore più prolifico della storia del melodramma, con la presentazione del libro “Oltre il Belcanto. Direttrici drammaturgiche del teatro donizettiano” di Federico Fornoni, edito da Musicom. It di Brescia. Ad interloquire con l’autore eccellenti relatori quali Maria Stefania Montecalvo, professore associato di Filologia Classica presso l’università degli studi di Foggia; Rosa Ricciotti, docente di Canto Lirico presso il Conservatorio Umberto Giordano, sede di Rodi Garganico con la moderazione di Alessandra Benvenuto.

Un dialogo tra classicità e modernità, tra letteratura e musica, tra storia e teatro, tra divulgazione e prassi esecutiva, sdoganando – in parte – il mito di Donizetti quale autore “belcantista”, il Genio del compositore bergamasco – da ricordare insieme a Rossini, Bellini e Verdi uno dei quattro pilastri dell’operismo ottocentesco – va al di là del mero aspetto canoro, come afferma Fornoni stesso: “Donizetti è un uomo di teatro”, è lui a suggerire ai librettisti – tra gli altri Felice Romani, Salvatore Cammarano – metrica, linguaggio, testo; è lui ad interessarsi dei costumi, della scenografia, di tutto ciò che serve per la buona riuscita dello spettacolo di “teatro musicale”, in un certo senso il teatro è al servizio della musica, ma allo stesso tempo è la musica ad essere al servizio del teatro, ed è da qui che vien fuori il “capolavoro”. Come giustamente afferma Rosa Ricciotti, Donizetti non è solamente l’autore di Elisir d’amore e di Lucia di Lammermoor, ha composto oltre 70 melodrammi e tutti con scrupolosità senza lasciare nulla al caso. Sono stati evidenziati aspetti essenziali del teatro donizettiano che va “oltre il Belcanto” appunto, la temporalità e la spazialità, i cori a bocca aperta – come in Poliuto – staticità e dinamicità nello stesso personaggio – è il caso di Maria Stuarda ad esempio; il buffo che rientra nel serio e il serio che rientra nel buffo, ad esempio la linea di canto in legato tipica dell’opera seria in un’opera buffa o ancora il passaggio da minore a maggiore come nel caso della celeberrima Una furtiva lagrima dell’Elisir. Donizetti non è il “Dozzinetti”, di cui per tanto tempo è stato ingiustamente accusato, in virtù anche della ricerca scientifica verso tale compositore messo ai margini per tanto, troppo tempo; ricerca sistematica a partire dagli anni ’80 del secolo scorso con i due volumi in lingua inglese di William Ashbrook, per poi approdare ad uno specialista quale Fulvio Stefano Lo Presti per poi giungere – solo cronologicamente beninteso – a Fornoni. Il compositore bergamasco – come l’autore del libro, il quale afferma che per puro campanilismo si è dedicato inizialmente all’opera donizettiana – rappresenta il “Nuovo”, sin dalla prima opera Enrico di Borgogna del 1818 composta a soli 21 anni, “Nuovo” rispetto al Grande Rossini ancorato a stilemi settecenteschi e nel pieno della sua lunga carriera; Donizetti è “uomo del suo tempo”, di quell’Ottocento intriso di rivoluzioni, guerre, indipendenze, Risorgimento, abbandono dell’ormai superato Illuminismo settecentesco intriso di raison e proiettato verso il Romanticismo ottocentesco pregno di pathos, di emozioni e di “sentimenti”, che possono portare alla follia, caso emblematico l’amour fou di Lucia ad esempio.

Ad allietare musicalmente le orecchie degli spettatori i giovani interpreti della classe di canto lirico della professoressa Angela Bonfitto, con musica di Donizetti per l’appunto. Tutte interpretazioni degne di nota dei soprani: Yuqui Feng e Maria Concetta Pirro; il tenore Zhu Zeyu e il baritono Prisco Blasi, egregiamente accompagnati da Laura Ligori al pianoforte.

Il quinto ed ultimo appuntamento con Contrappunti letterari è per lunedì 3 ottobre alle ore 18:00 nell’Auditorium del Conservatorio Umberto Giordano con Alberto Triola e il suo “ Giulio Gatti Casazza”, in dialogo con Silvia Mei, Francesco Mastromatteo e Rossella Palmieri e l’esecuzione musicale degli allievi della classe di canto lirico della professoressa Rosa Ricciotti.

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