Se la lirica va “Oltre”: l’esempio virtuoso del soprano Angela Cuoccio e del tenore Gianni Leccese, imprenditori di se stessi. La scommessa sulla “reinassance” musicale della Puglia

by Anna Maria Giannone

Se il mondo della lirica tenta di cambiare e di adeguarsi ai tempi, cercando anche soluzioni nuove per accrescere e ringiovanire il suo pubblico, lo si deve anche al coraggio e all’ambizione di artisti che decidono di diventare veri e propri imprenditori di sé stessi. È il caso dei pugliesi Angela Cuoccio e Gianni Leccese, che con la loro associazione «An.G.Eli. Eventi» si stanno rendendo protagonisti di produzioni e festival, dotati di programmi innovativi. Guardando cioè a un modello più europeo e avanguardista della fruizione musicale e della gestione dei teatri d’opera. E slegati da logiche italiane piuttosto obsolete. Negli ultimi mesi il soprano e il tenore bitontino stanno portando avanti in contemporanea due progetti di tutto rispetto, dal punto di vista musicale: «Around Mascagni» e il festival musicale «Oltre Lirica» (la cui quarta edizione si svolgerà a Grottaglie, dal 19 al 22 agosto 2021). Senza dimenticare la propria carriera di cantanti lirici, che li sta sovente portando su palcoscenici nazionali e internazionali.

«Around Mascagni. Le romanze inedite e il periodo pugliese» è partito nel marzo 2021, con tre podcast pubblicati sulle maggiori piattaforme internazionali. Uno storytelling artistico e ricco di spunti creativi, per guardare da un’altra angolazione la figura di Pietro Mascagni, tra i compositori italiani più prestigiosi vissuti nel delicato periodo storico a cavallo tra ‘800 e ‘900. In queste ultime settimane il progetto di An.G.Eli. Eventi (rientrante nella «Programmazione Puglia Sounds Producers 2020-2021», finanziata da «Regione Puglia – FSC 2014-2020 – Patto per la Puglia – Investiamo per il vostro futuro») ha iniziato il suo tour in Italia e all’estero. Con otto date in cui il tenore Gianni Leccese, che già aveva inciso nei podcast dieci romanze da camera inedite di Mascagni, sta portando in concerto perle di rarissima esecuzione. Una delle prossime esibizioni avverrà proprio nel festival Oltre Lirica (insieme al violinista Fabrizio Signorile e al pianista Emanuele Petruzzella), dopo i concerti già tenuti nel mese di luglio a Campo Ligure, a Parma e all’Opera di Stato di Varna (Bulgaria).

Pietro Mascagni

Ne approfittiamo, in una delle pause di questa estate ricchissima di impegni, per intervistare Angela Cuoccio (presidente di An.G.Eli. Eventi), e per farci raccontare come stanno portando avanti le loro iniziative. Partendo da «Around Mascagni» e chiedendo a lei e Gianni Leccese come sia nata l’idea di questo progetto.


«
Siamo stati stimolati dal valore della ricerca, che ben si innesca nel nostro percorso personale e professionale. Il progetto promosso da Puglia Sounds Plus ci ha stimolato nell’idea di creare performance, che vadano “oltre” ciò che riteniamo noto, ma che poi così noto non è. Ci ha incuriosito la possibilità di offrire una modalità di approccio alternativa a un pubblico eterogeneo, una via che però garantisse rispetto e uniformità alla stesura del maestro Mascagni. Con molto equilibrio abbiamo usato diversi linguaggi della comunicazione, senza snaturarne l’oggetto stesso, ossia la grande scrittura del compositore toscano. Questo è un grande risultato per noi, alla luce anche di tutte le collaborazioni inanellate, che hanno salutato con favore tale iniziativa».

Dal punto di vista prettamente musicale come giudichereste queste romanze inedite?

«Sono romanze frutto di una meticolosa ricerca di fonti. Ci preme sottolineare questo aspetto, poiché un lavoro del genere è partito proprio da una regione come la Puglia, che – si può dire a chiare lettere – sta vivendo una “renaissance culturale” di portata storica. Le romanze riguardano un periodo molto lungo: dall’acerba e tormentata “Piccola Elegia” del 1879 (composta a soli 17 anni), alla più sofisticata e matura “In mare” del 1912. La scrittura di Mascagni si nutre e si modella di tutte le sue esperienze di vita. Si tratta di romanze da camera istantanee, fotografie di un momento particolare del suo percorso di uomo e di musicista; diverso materiale contenuto in esse si è andato poi a riversare nei lavori teatrali più noti. La sfida a livello strumentale e vocale è la “tipica” mascagnana: tecnica matura, gamma di colori e nuances, arditezza melodica. L’aggettivo “da camera” è solo un pretesto. Ciò che ci ha colpito maggiormente è stata proprio “Piccola Elegia“, per il sentimento immediato e lacerante che pervade l’ascolto sin dalle prime battute». 

Cave di Fantiano

L’esempio di Mascagni, noto in tutto il mondo per titoli come «Cavalleria rusticana» o «L’amico Fritz» ci sembra emblematico di quanto un grande compositore, a volte, sia ingiustamente confinato nell’alveo di due o tre grandi titoli. Senza considerare il resto della sua produzione, soprattutto di musica sacra e sinfonica, che meriterebbe pure di rientrare nel repertorio. Ci sono altre sue pagine che vi piacerebbe riportare alla luce in concerto in particolare? 

«Rispondiamo subito con un esempio: già nel tour abbiamo inserito l’esecuzione di un brano, il celebre “Intermezzo” da “Cavalleria Rusticana”. Ma nella sua prima stesura, del 1887. Grazie al Maestro Cesare Orselli, noto biografo e critico di Mascagni (il cui apporto nei podcast è stato molto prezioso) abbiamo ottenuto questo spartito, che differisce dalla versione definitiva per piccoli particolari di dinamica, e per poche battute con disegni ritmici differenti. Queste diversità hanno creato, nel momento della loro esecuzione, piacevole stupore nei nostri colleghi. Tuttavia, conoscendo la storia dietro la composizione dell’Intermezzo, capiremmo come quelle quartine ascendenti e discendenti disegnino un angioletto (il primogenito, morto prematuramente a 4 mesi, cui è dedicato), che ascende al cielo e scompare oltre le nuvole. È una scena molto tenera e personale che successivamente, per esigenze drammaturgiche, è stata cambiata. Questo è quello che noi, nel nostro piccolo, abbiamo cominciato a fare. Pensiamo sia giusta anche una “Mascagni renaissance”: ovvero salvare dall’oblio un progetto, per proiettarsi verso il futuro. 

Prendendo spunto dalla vostra esperienza in tanti teatri, come giudichereste l’organizzazione musicale e teatrale, in generale

Ci sono differenze particolari tra l’Italia e l’estero? 

«Diremmo madornali! Non vogliamo esprimere giudizi, ma possiamo portare di sicuro quella che è la nostra esperienza nei teatri europei. In tutti i luoghi in cui abbiamo avuto la fortuna di esibirci, abbiamo notato una gestione che punta ad avere eventi diversi ogni sera, per tutto l’anno, incessantemente. Opera, concerti, musical, balletto, prosa, eventi specifici: non manca nulla. Il teatro presidia culturalmente il territorio e si avverte la sua presenza. Le stagioni musicali vengono organizzate lungo tutto l’arco dell’anno e le produzioni non vengono dismesse subito, ma riutilizzate fino all’abbattimento dei costi e alla creazione di utili. Non è un caso che chiudano sempre con un avanzo di bilancio. Le maestranze sono al 99% locali, e questo è un bene per l’economia del paese. E se ti invitano a cantare o a suonare, sei un “guest”, e ricevi molte attenzioni e premure. Questo stile ci interessa moltissimo e cerchiamo di utilizzarlo anche nel nostro Oltre Lirica Music Festival».

Di recente siete stati in Bulgaria, all’Opera di Stato di Varna. Raccontateci la vostra esperienza.

«Abbiamo portato in scena una data del tour “Around Mascagni“, in cui io e Gianni, coadiuvati da ottimi musicisti del teatro, abbiamo cantato. Infine Gianni ha vestito i panni ancora una volta di Tony, nel musical di Leonard Bernstein “West Side Story“. Il pubblico all’estero vuole ancora sentir cantare grandi voci: e se sono italiani, impazziscono di gioia. Veniamo visti così, ed è una fortuna per noi, perché possiamo ricambiare questa aspettativa». 

Un altro progetto che da qualche anno state portando avanti è il festival Oltre Lirica. Quali saranno i prossimi step per la crescita del festival, e quale obiettivo vi ponete?

«In parte abbiamo già risposto: cerchiamo di portare avanti un management che punti alla crescita. La nostra esperienza ci ha permesso di raccogliere molti dati, in tal senso, che rimettiamo nella gestione di questo festival. Non ci interessano gli slogan, ma curiamo il nostro prodotto sotto ogni punto di vista. Abbiamo a disposizione un sito estivo – quello delle Cave di Fantiano a Grottaglie – che è un vero gioiello. E in futuro ci saranno altre sorprese. La Puglia è la nostra terra ed è qui che dobbiamo apportare le nostre forze. Abbiamo esordito nel 2018 con una “Tosca” di Puccini seguita – ci fa piacere ricordarlo – da oltre un migliaio di persone. La pandemia non ci ha fermato: da adesso in poi è tempo di massimizzare tutte le risorse che sono state impiegate».  

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