Sumi Jo: il regalo di Natale dell’Unifg e del Conservatorio al territorio

by Fabrizio Simone

Mercoledì 18 dicembre il Teatro Giordano di Foggia ha ospitato quello che può essere definito il più importante Concerto di Natale dell’ultimo decennio per sinergie e collaborazioni territoriali in Capitanata. Il concerto, organizzato dall’Università di Foggia in collaborazione col Conservatorio Umberto Giordano e con l’associazione di promozione sociale Arte Fare, ha ricevuto il supporto del Gruppo Telesforo e di Confindustria.

La serata, presentata dalla professoressa Rossella Palmieri, docente di Letteratura teatrale presso il Distum, si è aperta con un omaggio al prof. Alberto Greco, docente di pedagogia speciale della università foggiana, scomparso ieri mattina all’età di 63 anni. Subito dopo sono intervenuti il nuovo Rettore dell’Unifg, Pierpaolo Limone, il direttore e il presidente del Conservatorio, rispettivamente il M° Francesco Montaruli e il prof. Saverio Russo, i quali sono stati raggiunti dal presidente di Confindustria, l’ingegner Gianni Rotice, e il cappellano dell’Università, don Bruno D’Emilio (sostituiva l’Arcivescovo Metropolita il Monsignor Vincenzo Pelvi).

Fil rouge dei loro interventi è stato il territorio: ripartire dal territorio e mettere a sua disposizione i talenti sfornati dalla Capitanata è la sfida che tutti gli attori competenti sono chiamati ad intraprendere per far sì che questa terra possa crescere ed essere sempre più competitiva.

Il concerto ha avuto una scansione tripartita: nella prima parte si sono esibiti alcuni ragazzi del Conservatorio foggiano, nella seconda parte c’è stata la performance sbalorditiva del grande soprano sudcoreano Sumi Jo (è stata diretta da Karajan e compare nel film La giovinezza di Paolo Sorrentino) e nella terza parte il pubblico foggiano ha potuto ascoltare vivacissimi ed energici arrangiamenti di note canzoni proposte dal gruppo Joy Music Project (una ventina tra coristi ed esecutori). I primi a calcare il palco del Giordano sono stati i quattro sassofonisti del Quartetto di sax del Conservatorio Umberto Giordano (Antonio Bruno, Riccardo Cavaliere, Leone Sante e Antonio Russo), i quali hanno proposto due pagine del napoletano Domenico Scarlatti, scritte originariamente per clavicembalo, nella versione di Salvatore Sciarrino, tra i più apprezzati compositori italiani viventi. Le composizioni scelte, la Sonata L.230 e la Sonata L.445, non spiccano per particolare invenzione ma mostrano ancora una certa propensione di Scarlatti per la scrittura di maniera. Il Quartetto, inoltre, ha regalato una bella esecuzione di Carol of the bells, must natalizio, nell’arguto arrangiamento di Alberto Napolitano (le sue composizioni sono state spesso eseguite a Foggia).

Il pianista Domenico Leone, invece, ha accompagnato la violinista Giovanna Sevi nell’Allegro dal Terzo concerto per violino di Mozart per poi deliziarci con un’esecuzione intima quanto deliziosa della celebre Polacca op. 53 (l’Eroica) di Chopin. Stefano Bruno ha chiuso la prima parte della serata con un classico della letteratura per violoncello, il Pezzo capriccioso in si minore, op. 62 di Cajkovskij, memorabile per i suoi passaggi virtuosistici e la sua spiccata cantabilità.

Sumi Jo, star indiscussa della serata, ha offerto al pubblico foggiano solo quattro pezzi: la nobile arietta rossiniana La fioraia fiorentina (tratta dai Péchés de vieillesse); la melodica Villanelle di Eva Dell’Acqua, compositrice belga di origini italiane; la scena di Elvira dai Puritani di Bellini (Qui la voce sua soave; Vien, diletto) e il sempreverde Cantique de Noël di Adolphe Adam (cantato in inglese). Interpretazioni sempre convincenti quelle di Sumi Jo, soprattutto negli ultimi due pezzi, quando la drammaticità prende il sopravvento e alla tecnica bisogna abbinare una certa propensione teatrale.  Ogni esibizione è stata accolta da fragorosi applausi. Per Sumi Jo, poi, possiamo parlare di autentico tripudio da parte del pubblico, in visibilio di fronte alla sua magica ugola, in particolare al termine del Cantique de Noël, interpretato con grande umiltà e sincerità dal grande soprano.

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