“Cafoni. Un racconto musicale”, Michele De Virgilio porta il caporalato della sua terra sul palco. «Con leggerezza affrontiamo un tema sociale, che arriva dritto al cuore»

by Antonella Soccio

«A volte, leggendo i quotidiani mi capita di imbattermi in grandi storie che hanno per protagonisti dei piccoli eroi. Prendendo spunto da questa storia vera, che mi ha immediatamente colpito, ho deciso di scrivere e mettere in scena una grande storia d’amore che ha per protagonista una piccola bracciante in pensione, che vive in un paesino del sud, non privo di surreali cliché. L’umorismo e la cinica leggerezza che caratterizzano la protagonista, permette di far scivolare il racconto, in un fiato, in un susseguirsi di eventi che incolleranno lo spettatore alla poltrona».

Descrive così il suo ultimo spettacolo teatrale l’attore e regista Michele De Virgilio. “Cafoni. Un racconto musicale”, prodotto da AVL – Teatro della Polvere, con le musiche di Antonio Cicoria, e basato su una “storia realmente accaduta”. Il racconto musicale, ironico e graffiante, scritto da Michele De Virgilio e Mario De Vivo, si svolge in un piccolo centro della Puglia.

Come ogni mattina, un’anziana bracciante si cinge il capo con un fazzoletto nero, si chiude la porta di casa alle spalle salutando una foto di Giuseppe Di Vittorio e s’incammina lungo viale del paese, stringendo un mazzo fiori freschi tra le mani: va verso il cimitero. Ci va ogni giorno sulla tomba del marito, perché, come dice la donna, da quando lui è morto, lei si sente come una sedia senza una gamba. Ma una mattina, deviando dal solito percorso tra i viali del campo santo, la donna si accorge che in un angolo di terra sconquassato era sta piantata una croce che non aveva mai visto prima, su cui qualcuno con un pennarello nero aveva scritto: sconosciuto. E nient’altro. Incuriosita, l’anziana bracciante si reca dal custode che le dice che sotto quella croce era stato seppellito un ragazzo straniero, probabilmente un bracciante stagionale, che era stato trovato vicino ad un campo, con la testa schiacciata dalla ruota di un camion.

Dopo i successi televisivi de ”Il Patriarca”, “Scomparsa”, “Che Dio ci aiuti”, “L’isola di Pietro”, “Una pallottola nel cuore” e altre serie televisive di successo e dopo lo straziante monologo sul crollo di Viale Giotto intitolato “Tonino a testa in giù”, Michele De Virgilio torna a essere protagonista in teatro, con un intenso racconto sulla sua terra. Lo spettacolo dopo il successo del debutto assoluto di Manfredonia al Teatro Dalla sta girando la Puglia con il Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese e sarà a Foggia nella mini stagione local del Teatro Giordano il prossimo 16 marzo.

Noi di Bonculture abbiamo intervistato l’attore nel foyer del Teatro della Polvere a Foggia, la sua città.

Michele, si ha l’impressione che si parli di meno nel Paese di caporalato e sfruttamento dell’immigrazione. Come sta reagendo il pubblico?

Benissimo perché è uno spettacolo di teatro civile senza mai passare per dramma. È un racconto leggero che arriva dritto al cuore. È vero si parla di meno di caporalato, ma meno due mesi fa i carabinieri hanno arrestato degli altri imprenditori agricoli. Le operazioni continuano e si continua a mantenere alta l’attenzione su questo fenomeno.

Perché ha scelto di occupartene dando luce a questa storia?

Mi è capitato, questa è una storia vera ho scritto in collaborazione con Mario De Vivo. Ci è capitato in mano questa storia. Pochi prima avevano parlato di questi temi, solo al cinema, mai a teatro. Ci ha provato Placido con un film. Ma a teatro non ho mai visto una cosa del genere in questa veste e con questa chiave musicale. Le musiche originali di Cicoria fanno fare un bel salto allo spettacolo.

C’è ancora voglia di riflettere a teatro o vince l’evasione?

Si cerca di più l’evasione, perché viviamo un momento storico leggerezza, i temi sociali faticano ad essere vendibili. Si è un po’ perso l’interesse per le tematiche sociali. C’è anche meno gente che ha voglia di investire, perchè il teatro deve ricalcare tendenze commerciali.

Non si vende senza il nome di cassetta, non è così?

Sì. si va a vedere sempre qualcosa che si conosce in cartellone. Il nome televisivo.

In fondo anche tu lo sei…

Sì in parte, e spero di trainare lo spettacolo.

Vale anche per la fiction? Funzionano solo quelle con nomi noti?

Ci sono le tv generaliste che ogni tanto affrontano temi sociali, ma sulle piattaforme il 70 per cento è intrattenimento.

Tu sarai presente sulle piattaforme?

Sì, sta per uscire la Vita che volevi su Netflix di Ivan Cotroneo e per Amazon un’altra serie. Quella di Cotroneo tratta un tema sociale, è la storia Vittoria Schisano, una transgender. Ci sarà poi Patriarca due.

Che senso ha secondo te proporre a teatro l’ennesima replica di Shakespeare?

C’è spazio per tutti è lo spettatore che decide i classici sono classici. Un Riccardo III o un Cyrano non mi farebbero schifo, ma mi piacerebbe interpretarli con la consapevolezza matura. Alla fine della mia carriera. C’è gente invece che inizia con questi personaggi.

Il teatro civile oggi può resistere solo se mixato a linguaggi musicali e multimediali?

Penso di sì, l’attualità di uno spettacolo è nel suo linguaggio.

Che ne pensi della scena teatrale pugliese?

Ci sono delle belle realtà, al di là del Teatro della Polvere, apprezzo molto il Teatro degli Apocrifi di Manfredonia.

In pochi hanno scelto a Foggia di portare a teatro sul palco storie tratte dalle ordinanze sulla Quarta Mafia. Il Teatro della Polvere ha raccontato Giovanni Panunzio. Ma latita ancora il teatro civile sulla mafia foggiana. Tu potresti cimentarti con questo patrimonio giudiziario e creare una narrazione come accade in Campania o Sicilia?

Sarebbe un bell’impegno. Il materiale è più da fiction, senza dubbio. Ci sono un paio di storie di criminalità organizzata che mi hanno colpito, per il momento sto scrivendo da solo. Sono due storie vere e una di immaginazione.

CAFONI. UN RACCONTO MUSICALE

Regia: Michele De Virgilio

Testo: Michele De Virgilio, Mario De Vivo

Produzione: Teatro della Polvere – produzioni AVL

Numero attori in scena: 3 attori + 3 musicisti

Con: Michele De Virgilio, Stefano Corsi, Simona Ianigro

Musiche originali: Antonio Cicoria

Contrabbasso: Giovanni Mastrangelo

Suono percussione e tastiera Antonio Cicoria

chitarra e voce: Aurora Corcio

Disegno luci : Aldo Bux

Regia multimediale: Andrea Pontone

Cura della produzione: Marianna Bonghi

grazie alla Fondazione Monti Uniti di Foggia

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