Contaminazione dei luoghi e consigli per i Comuni, il Teatro Pubblico Pugliese è pronto per una vetrina al Piccolo di Milano

by Daniela Tonti

Da oltre un decennio al centro delle politiche della Regione Puglia ci sono le azioni messe in campo nel settore della cultura e del turismo realizzate attraverso l’utilizzo di risorse da bilancio ordinario e l’attivazione di fondi comunitari. Uno dei cavalli di battaglia del presidente Michele Emiliano in corsa per la riconferma, la cultura, vive un momento di fortissima spinta sul turismo, lento o motivazionale, sui poli biblio-museali e sul cinema. Dalla certificazione della estensione della Via Francigena, ai Cammini, alla riapertura di grandi musei come il Museo Castromediano e alla fortissima programmazione di eventi di destagionalizzazione che si incrociano spesso con il cinema e la musica.

Parallelamente si lavora sull’ordinario e persiste il lavoro del Teatro Pubblico Pugliese. Un consorzio di oltre 50 comuni che ogni anno struttura una proposta di spettacoli enorme sempre diversa, seguendo i non semplici passaggi della realizzazione dei cartelloni dei teatri, “perché avere una stagione teatrale non è mai scontato”, oltre il lavoro sulle produzioni pugliesi. Ma non solo cartelloni.

Bandi sulle periferie, stagioni per famiglie, idee di performarnce teatrali per i nuovi spazi di musei e biblioteche e Pugliashowcase.

Noi di bonculture abbiamo intervistato Sante Levante, sul nuovo corso del Consorzio.

Direttore, come funziona il Teatro Pubblico? Quali sono i progetti che attivate con fondi comunitari?

Le stagioni si reggono su fondi ordinari sia delle amministrazioni comunali che del Ministero. Il Circuito è un Circuito riconosciuto da Ministero. Quando all’utilizzo dei fondi comunitari prevalentemente abbiamo sostenuto attraverso il Bando Export la produzione o meglio la  circuitazione di spettacoli pugliesi all’estero attraverso tournee all’estero. Abbiamo organizzato una vetrina Puglia Showcase che si è tenuta quest’anno a Napoli che ha conseguito ottimi risultati in termini di recite vendute da parte delle produzioni che hanno avuto la possibilità di esibirsi a Napoli siamo in procinto di organizzare una prossima vetrina che ci vedrà a giugno 2020 al Piccolo di Milano. L’augurio è che in questo settore che la Regione continui attraverso l’attivazione di fondi di matrice comunitaria per valorizzare il sistema produttivo pugliese. In quel caso il Teatro Pubblico Pugliese farà da tramite mettendo a disposizione idee, come quella dello showcase.

Prima parlava di privati. Lei che idea si è fatto? Gli operatori sono riusciti a crescere sulla spinta del Tpp o c’è ancora molto lavoro da fare?

Sinceramente le risorse messe a disposizione sono state tante e importanti, e questo è l’augurio altrimenti la Regione non avrebbe utilizzato questi fondi di sviluppo e coesione che devono garantire una progressiva autonomia. È pur vero che il settore dello spettacolo non può, almeno al Sud, vivere al di là e a prescindere da un intervento pubblico che sarà sempre inferiore almeno guardando alle ultime due programmazioni comunitarie ci accorgiamo che la componente pubblica si sta via via ridimensionando.

Facciamo i conti con molte compagnie indipendenti che hanno anche problemi minimi come l’agibilità e il pubblico spettacolo. E si è visto anche con questo nuovo bando sulle periferie.

Non possiamo risolvere tutti i problemi, è un bando che si affianca alle politiche altre che i vari istituti ed enti mettono in campo e vuole andare incontro all’obiettivo specifico di far considerare meno periferie le periferie. E’ un inizio. È una sperimentazione. Capiremo quello che ha funzionato e quello che non funzionerà ed eventualmente quello che in itinere andrà modificato.

Si dice spesso che non c’è abbastanza teatro sperimentale nelle stagioni del Teatro Pubblico ma che si preferisce puntare sul nome noto, magari televisivo. Lei cosa ne pensa?

È una critica che accogliamo e rispettiamo e su cui invitiamo a riflettere e far riflettere le amministrazioni comunali con le quali andiamo a comporre i cartelloni. Il Teatro Pubblico è al servizio delle stesse e quindi tende a consigliare.

Cioè sono i comuni che inseguono i nomi noti?

Si molto spesso accade questo. Nel senso che nelle proposte troverete tutto da parte di Teatro Pubblico quindi dai titoli più impegnati di teatro contemporaneo e di nuova drammaturgia, con nomi meno noti e televisivi. Poi nel comporre la programmazione si ascolta l’indicazione dell’amministrazione o anche quello che si aspetta il pubblico dei teatri comunali. Che è un pubblico eterogeneo e quindi difficilmente potremmo avere stagioni mono disciplinari o mono genere. L’esempio di Foggia è lampante, dove c’è un cartellone che abbraccia tutti i generi proponendo anche la sperimentazione.

Il Teatro Curci a Barletta

A Foggia succede perché è il primo teatro in Puglia per sbigliettamento? Quindi c’è più libertà di scelta?

Si è tra i primi. E’ affiancato da Barletta anche se lì ci sono tre giornate. Nella valutazione delle comparazioni è tra i primi sicuramente.

Sempre più spesso vediamo la sperimentazione di performance anche fuori dai teatri. Musei, biblioteche. Lei che ne pensa?

Stiamo sperimentando in questo ruolo di affiancamento nella valorizzazione della rete dei poli biblio museali anche senza nascondere quella che è la vocazione originaria storica di Teatro Pubblico si sta cercando di contaminare quei luoghi per viverli e farli vivere.

Quindi anche i nuovi spazi in Fiera?

Ci auguriamo che avremo la possibilità di realizzare uno spazio capace di accogliere non solo uffici ma di essere anche al servizio delle filiere, per creare un nuovo luogo da aprire non solo al pubblico.

Un’ultima domanda sui Teatri di Bari. Con il Kursaal a che punto siamo?

Sul Kursaal sono partiti i lavori e se tutto va bene la tabella di marcia prevista dalla Regione sarà rispettata. C’è anche l’idea, come è stata anticipata, di immaginare una valorizzazione del cantiere in questa fase, chiaramente nei limiti della normativa dei cantieri in materia di sicurezza. Stanno riaprendo alla città diversi contenitori. Ha riaperto il Margherita anche se è un teatro particolare per come è strutturato e per la vocazione. Il Piccinni riaprirà a dicembre ed essendo un teatro comunale ospiterà un cartellone strutturato con il Comune.

(la foto di Sante Levante con la consigliera TPP Giulia Panettieri è di Federico Antonellis)

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