Il Puccini di Renato Raimo sulla linea San Severo – Lucca. Accoglienza trionfale al Teatro Verdi per “L’altro Giacomo”

by Enrico Ciccarelli

La mozione degli affetti ha avuto la sua importanza: malgrado il giorno infrasettimanale il grande e splendido Teatro «Verdi» di San Severo ha esibito i pubblico delle grandi occasioni per «L’altro Giacomo», l’atto unico di settantacinque minuti scritto, diretto e interpretato da Renato Raimo, attore e autore di lungo corso fra cinema, teatro e tv, sanseverese e torremaggiorese di nascita e d’infanzia, poi formatosi in Toscana e conosciutissimo al grande pubblico per il quinquennio in cui è stato, nel ruolo di Mauro Zanasi, fra i protagonisti della fortunata fiction «Centovetrine»

Anche per lui il portato emotivo del ritorno non è stato lieve. A parte l’evidente commozione con la quale ha salutato il pubblico al termine, l’occhio del sottoscritto pignolo ha colto un paio di impappinamenti, subito superati con disinvoltura e mestiere, ma spiegabili in un attore di quel calibro solo con una soverchiante emozione.

Poco male, perché lo spettacolo funziona molto bene, ed è interessante e coinvolgente per un pubblico di qualsiasi latitudine. Parliamo di Giacomo Puccini, uno degli Italiani più celebri del mondo, autore di melodie immortali, la cui fama è pari a quella –immensa- di Giuseppe Verdi. Raimo lo coglie in aspetti privati e inediti, solo da poco resi accessibili alla ricostruzione storica. Che l’autore di Bohème e Turandot fosse un uomo di forti passioni lo si sapeva già: fumatore incallito, cacciatore, pioniere dell’automobile, fu anche amante delle belle donne, a cominciare da quella Elvira Bonturi che per lui lasciò il marito, rimasta vedova sposò il compositore e restò al suo fianco per tutta la vita.

Ma il cuore di Puccini, più di ingenuo che di dongiovanni, fu preso anche da altre donne, alcune delle quali di piccola virtù, interessate a lucrare qualcosa dal suo danaro e dalla sua fama. Elvira, invece (sul palcoscenico una convincente Chiara Battaglia) lo amò davvero e profondamente, accompagnandone e sostenendone gli estri malgrado il carattere ombroso e inquieto dell’artista.

Ma «L’altro Giacomo» non è interessante solo dal punto di vista della curiosità biografica, per la quale rappresenta più l’apertura di un cantiere che un discorso compiuto. È una drammaturgia innovativa, basata sull’ibridazione dei generi: il palco è diviso a metà fra il salotto borghese e gli abiti eleganti di Puccini e l’area musicale, con manichini adorni dei costumi di scena. In quello spazio il maestro Massimo Salotti (per l’occasione sostituto di Carlo Bernini) esegue alcune delle arie più celebri del corpus pucciniano (da Manon Lescaut a Butterfly da Bohème a Tosca e Turandot) accompagnando due buoni interpreti: il tenore Vladimir Reutov (che parte con qualche impaccio, ma si riscatta brillantemente con il triplice Vincerò!) e il soprano Rachel Jane Stellacci, semplicemente perfetta nello splendido e proibitivo «Un bel dì vedremo»

È un tentativo di contaminazione molto ben pensato e a nostro avviso molto ben riuscito, che riprende alcune esperienze innovative cui Raimo ha partecipato; e lascia pensare che sulla linea San Severo-Lucca viaggeranno in futuro altri convogli non meno interessanti. Ad maiora

Le foto sono di Rosaria D’Errico, che si ringrazia per la preziosa collaborazione

Nel video l’intervista a Renato Raimo

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