Il vento incoerente di Verso Sud, che non si ferma, e l’idea di teatro di Roberto Corradino

by Antonella Soccio

Roberto Corradino è direttore artistico per il teatro e performing arts del festival murgiano Verso Sud.

Sul palco a Corato ha portato nomi importanti e progetti super sperimentali che difficilmente si vedono nelle programmazioni di luoghi lontani dai grossi centri di produzione culturale.

Noi ci Bonculture lo abbiamo intervistato.

Corradino, quanto resta di una programmazione teatrale così ampia e innovativa al pubblico del territorio? In questi anni si è molto discusso della moltiplicazione dei festival, Gifuni a Lucera ha parlato anche di “educazione del pubblico”, non tutto può essere capito in certe realtà..che tipo di pubblico intercetta Verso Sud?

A mio avviso il pubblico non si educa, si porta a teatro. Il teatro é la Porta.

Provengo da una cittadina che oggi fa 70.000 abitanti e più, Corato ne fa 50.000. Conosco bene le aspettative e la percezione dispersa del pubblico delle nostre zone. Vale a dire il pubblico contemporaneo tour court, fra social che creano doppi identitari cavi e velocità informazionali, overload informazionale, che genera inappetenza del desiderio. Non vedo oggi grande differenza fra città e provincia. Ovvero preferisco vederla nella progettazione dell’offerta e nelle spine della direzione ovvero i venti di Verso Sud.

Oggi Verso Sud é un festival ministeriale (ha ottenuto un finanziamento FUS). Oneri e onori?

Speriamo nei primi come lavoro e nei secondi come gratificazione.

Cerco di vedere il percorso come lavoro colturale, proprio nella direzione dell’Ecosistema, quello che vuole essere Verso Sud. Proprio per questo “A maggese”, la direzione del vento per il teatro e le performing arts che curo per il 2022 ha raccolto, come il fiore di un cardo, pianta spontanea della nostra terra, le spine della  programmazione 2022. Spine nel senso di punte sensibili e che stimolano la sensibilità, per questo l’apparente differenza dei lavori presentati, diversi per natura, forma e pensiero artistico si richiama al maggese, che in agricoltura tiene la terra a riposo ma attiva, capace di osservarsi, rifertilizzarsi per poi tornare a essere produttiva. In quest’ottica Al presente, di un maestro come Danio Manfredini, premio Ubu 1998 possono dialogare con il duo tedesco argentino

Voöcks De Schwindt,  che parla delle loro radici genealogiche attraverso la storia della loro relazione. 

Quanto é stato germinale, genealogico e fondativo cioé di tradizione un lavoro come Al presente per generazioni di artisti e quanto l’intreccio fra una radice come quella idea di performer (vale a dire attore) sia stata generativa anche per performers come Vocks De Schwindt che probabilmente nemmeno conoscono Danio? 

Voglio dire: quando parliamo di tradizione a quale tradimento continuo ci stiamo riferendo? A maggese cerca di mettere a fuoco questioni teoriche senza dimenticare il pubblico, lo spettatore anche distratto che vive nel territorio. 

Un anno di maggese. Vedremo il prossimo. Ad ora sembra che il maggese sia molto utile. Detto dal pubblico, e detto anche dalla comunità di Verso Sud.

Come il progetto Cattedrale Vivente, a cui Verso Sud tiene molto e che sarà un grande (o piccolo, vedremo) rito di Rinascita, in concomitanza con il solstizio e le festività natalizie abbiamo pensato a un grande rito di luce, in forma di lavoro della comunità, come la costruzione della cattedrale medievale era un rito e un fatto che attraversava competenze e generazioni.

Così Cattedrale Vivente, col sostegno del Comune di Corato e delle associazioni culturali e di categoria, con le partnership degli enti scolastici la Scuola Primaria e il Liceo artistico Federico II, con la collaborazione di cori professionisti e parrocchiali e compagnie amatoriali, ma soprattutto con la partecipazione di tutta la comunità, potrà essere un grande rito di rigenerazione. Umana e festiva, prima di tutto. Colturale, insomma.

Cosa significa oggi Verso Sud? Quali sono i Sud del festival?

Verso Sud é vento. E il vento è incoerente, nel senso che la sua coerenza la trova nello spirare. Il vento non si ferma. Il vento é brezza, é scirocco, é tempesta. Proveremo ad avere cura di tutti i nostri venti. Ad oggi non riesco a dire altro. C’é molto respiro in Verso Sud. Talvolta è asfissiante, siamo un gruppo di lavoro in movimento, ventoso insomma. Delle volte io personalmente, vado in iperossigenazione. Giusto per rimanere nella metafora dell’aria che va. É giusto? Non é giusto? I neoplatonici dicevano che lo Spirito va dove vuole. Proveremo a seguirlo. C’é un brindisi che M. ha inventato ed è una formula di buon augurio per noi e per tuttə. Dovremmo farlo con un bicchiere in mano muovendo le braccia nelle direzioni suggerite, ma proviamo a immaginarlo. Dice cosi : verso sinistra, verso destra, verso giú, verso Sud. Questo è Verso Sud, il festival ovvero l’Ecosistema a cui aspiriamo. Sempre piú su, andando Verso Sud.

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