«La purezza del movimento e la naturalezza del gesto sono alla base della verità di un corpo parlante». Giorgia Maddamma e l’umanità della danza

by Antonella Soccio

Giorgia Maddamma, direttrice artistica di Koreoproject di Uni-Tanz Lecce e docente di Danza Contemporanea presso Accademia Nazionale di Danza di Roma ha avuto un grande successo al Teatro dei Limoni di Foggia con White&Black, un percorso relazionale danzante sull’umanità.

Noi di bonculture l’abbiamo intervistata.

Maddamma, cosa vuol dire oggi fare teatro danza in uno spazio off dopo due anni di stop di contatto fisico? Quali emozioni mette in circolo la presenza sul palco davanti agli spettatori?

Questi due anni sono stati una pagina drammatica per tutta l’umanità e hanno colpito in modo particolare il mondo dello spettacolo dal vivo, del cinema e dei concerti . Il ritrovarsi dopo questo momento buio è una grande liberazione, è ritrovare una gioia e poterla riassaporare con una coscienza più profonda del suo valore, quello della condivisione.

Quelli off sono oggi gli spazi che sempre più riescono ad offrire una stagione interessante e dare rilievo ad opere di qualità e di spessore artistico ; in una parola a fare cultura con lo spettacolo.

Abbiamo già portato questo spettacolo a Lecce, Bari, Foggia e Wuppertal in spazi alternativi aperti a performance di vario genere ed ha funzionato molto bene, diciamo che le fasce di pubblico sono diverse in base ai teatri.

Ci sono dei cliché in cui una danzattrice può cadere e se sì quali?

Quello della danzattrice è un linguaggio che riguarda la voce del corpo, con la quale si racconta qualcosa e si trasmettono emozioni. La purezza del movimento e la naturalezza del gesto sono alla base della verità di un corpo parlante , la voce prende forza dal movimento del corpo, il muscolo si utilizza in funzione dell’azione, l’azione al servizio del messaggio. Restare in questa qualità della comunicazione vuol dire cercare di non cadere nel tranello del cliché. Studiare, approfondire, confrontarsi, mettersi in discussione e continuare a ricercare significa evitare il rischio di cadere anche nei propri cliché, nelle proprie abitudini e confort zone.

Crede che la danza oggi possa essere un veicolo per far riabituare il pubblico ad andare a teatro?

La danza è, come la musica, un linguaggio universale che passa attraverso lo sguardo per penetrare in spazi più profondi e arrivare a toccare le corde dell’emozione.

Questo è un processo universale…bisogna solo superare l’idea diffusa di un pubblico che immagina la danza come un insieme di forme manierate e virtuosistiche, lontane dalla quotidianità e dalla normalità.

Esiste una danza contemporanea che utilizza il linguaggio del corpo per esprimere il senso dell’umanità, per creare suggestioni ed essere comunicativa. Quindi credo che assolutamente si, essa sia una grande opportunità per far rientrare il obbligo nelle sale dei teatri.

Quanto è ampio il movimento di teatro danza e che tipo di interesse c’è per il settore in Italia?

Con il termine teatro danza si può intendere una vasta gamma di spettacoli di diverso genere , gusto, estetica e poetica.

C’è un grande fermento in Italia che riguarda la danza contemporanea in generale con diversi stili e forme di spettacolo, e questo è un settore in via di sviluppo. A mio avviso sarebbe necessario aprire o riaprire più spazi e organizzare un maggior numero di festival dedicati alla danza per poter incentivare ulteriormente il settore e creare sempre nuovo pubblico.

Qual è il sentimento danzato nel suo spettacolo?

White&Black è uno spettacolo che parla di umanità, in particolare di storie d’amore, lunghe relazioni di coppia in cui i processi di costruzione e distruzione si alternano e si susseguono senza sosta e talvolta senza vera coscienza; è uno sguardo sulle dinamiche relazionali di coppia e più in generale sul senso della perdita. 

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