Le nuove notti di Muse e Stelle all’Anfiteatro di Lucera e la scommessa del Teatro Civile

by Daniela Tonti

Deve molto Lucera a Fabrizio Gifuni. Sei anni fa scommise sul teatro di Lucera, in un Sud desolato fuori da ogni circuito di finanziamento pubblico, inventando il cartellone di PrimaVera al Garibaldi, un’oasi nel deserto, nel tentativo di alzare l’asticella e mettere in rete le energie propositive. In sei anni la sua determinazione e il suo spirito di servizio hanno permesso a questo pubblico di assistere a spettacoli pluripremiati, esperienze irripetibili, che mai sarebbe stato possibile immaginare altrimenti. E tre anni fa l’impresa praticamente impossibile di riaprire  quello che Emanuele Trevi ha definito “l’anfiteatro romano più bello d’Europa”, il più grande del Sud Italia e farlo per un cartellone teatrale estivo, Estate Muse e Stelle.

Le radici, la passione, la voglia di restituire al nord della Puglia “ciò che nel tempo gli era stato negato” hanno mosso un attore, regista,  drammaturgo – che non aveva certo bisogno di un autore, di una storia o di una vetrina – a impegnare il suo tempo per costruire un progetto culturale immenso che facesse la differenza in un’ordinarietà mediamente mediocre che tende spesso a livellare al ribasso.

Con il solo sostegno di imprenditori privati, degli abbonati “come si faceva nell’Ottocento” e con la lungimiranza del Comune – all’epoca guidato da Antonio Tutolo, che mise sul tavolo le esigue risorse a disposizione – diede vita all’esperimento Garibaldi.  

Oggi grazie al sostegno di Peppino d’Urso (Presidente del Teatro Pubblico Pugliese), della Regione e dell’assessore Raffaele Piemontese, Lucera offre il cartellone pugliese più interessante non solo per i nomi ma per la visione politica che anima il progetto e che accoglie intorno a sé  anche il meglio dei nuovi talenti ponendo il nord della Puglia come fucina delle avanguardie teatrali e di una nuova stagione di teatro civile.

Elio Germano in Viaggio al termine della notte, Toni Servillo in Toni Servillo legge Napoli, Nicola Piovani, Sonia Bergamasco in Resurrexit Cassandra con la regia di Jan Fabre – unica tappa dell’anno in un teatro all’aperto – e il testo di Ruggero Cappuccio.

Accanto a questi quattro spettacoli D’Urso e Gifuni sono riusciti a mettere insieme il Fai, il Conservatorio, l’Accademia di Belle Arti, Sanremo Rock, un concerto all’alba, un concerto di solidarietà di musiciste ucraine, e il Teatro ragazzi. E che ragazzi, Dorina Paoletta, foggiana, che ha vinto il Premio Eolo 2022, il riconoscimento nazionale più prestigioso per il settore e che il pubblico di Capitanata potrà vedere solo grazie a Lucera.

Sei anni di cui gli ultimi due passati in emergenza. Ma il teatro non è slegato dalla vita, come ha spiegato Gifuni. “Il teatro non è sganciato dalla vita, non è sganciato dalla realtà. Anche spendere il proprio tempo per ideare, in un momento come questo, significa vincere un senso di scoraggiamento, un senso di frustrazione, una tristezza, tutto questo fa parte della nostra vita. La pandemia, la guerra, i cambiamenti climatici. Tutto questo succede nello stesso momento. Reagire con un impegno culturale è la risposta migliore ed un motivo di soddisfazione e speranza”.

Non da ultima la qualità degli spettacoli selezionati su cui Gifuni fa un rapido passaggio.

“Spetterebbe ad altri parlane, molte persone sono state distratte. Non vi parlerò di chi è Toni Servillo di chi è Nicola Piovani di chi è Elio Germano Jan Fabre o Sonia Bergamasco perché parla la storia per loro. Sono felice di averli intercettati, sono felicissimo che uno spettacolo come quello di Jan Fabre, dietro testo di un grande drammaturgo che è Ruggero Cappuccio, che il pubblico italiano ed europeo ha potuto vedere sono a Pompei e a Verona quest’anno si potrà vedere unicamente a Lucera in un teatro all’aperto.”

Sulle difficoltà e sui nuovi progetti abbiamo posto qualche domanda a Peppino D’Urso.

Presidente, quanto è difficile in un territorio come questo dove nessuno parla con nessuno mettere insieme la gente e farla dialogare? Che progetti avete?

L’obiettivo principale è la continuità, crediamo nei progetti che restano e si radicano sul territorio con un’offerta culturale sempre più interessante. Quest’anno abbiamo nomi significativi pluripremiati, abbiamo anche iniziative nuove rivolte ai giovani, due concerti e un’iniziativa nel segno della solidarietà con quindici musiciste ucraine e il consueto coinvolgimento di istituzioni educative locali come l’Accademia di belle arti, il Conservatorio e il Fai.

Questa è una location magnifica ma è molto complicata dal punto di vista tecnico e dell’allestimento. Bisogna lavorare molto ancora sui servizi, su quello che c’è intorno e non è un lavoro che possiamo fare da soli. Mentirei se dicessi che è facile, non lo è per niente. Ma buttiamo il cuore oltre l’ostacolo, non è una conquista “per sempre” è opportuno che gli amministratori continuino a dare il massimo apporto a una delle vetrine più interessanti della scena pugliese.

La prima domanda che volevo farle era sui (foggiani) Burambò. Abbiamo letto cose magnifiche ma quando potremo vedere questo spettacolo? O abbiamo perso tutte le speranze a Foggia?

Li vedremo finalmente il 22 agosto a Lucera. Abbiamo pensato di avere questo spettacolo che ha vinto il premio Eolo come migliore spettacolo per l’infanzia e la gioventù.

Per Foggia per il prossimo inverno vorrò incontrare la dirigente e la commissaria per partire con la stagione teatrale e per continuare la collaborazione.

Dopo il covid stanno nascendo molti esperimenti di teatro rurale sul modello di Formigoni in tutta la regione. Lei li guarda con favore?

Sono molto d’accordo e credo ci siano molti esperimenti  interessanti. Formigoni, che ho sentito proprio ieri, oltre ad essere un grande drammaturgo è un grande formatore, molti devono a lui la crescita professionale. Credo sia una delle cose su cui dobbiamo riflettere e agire di più. Si sta pensando a un festival del teatro civile attraverso il quale coinvolgere le nuove generazioni. Il tema della legalità si può affrontare con i convegni con le conferenze e i proclami ma anche con il teatro, con altri linguaggi che funzionano moltissimo.

Il teatro è politico.

Certamente, questo è un tema che mi è caro e sicuramente sarà presente nella prossima pianificazione.

Con Formigoni?

Con Formigoni e non solo. Ci sono tantissime formazioni teatrali che operano in questo segmento e a proposito di giovani va ricordato il premio prestigioso di un giovane foggiano Cristian Di Furia che ha vinto il premio nazionale Riccione Teatro che è il premio più importante per quanto riguarda la scrittura teatrale. Cristian di Furia produrrà il suo lavoro con il Teatro Pubblico Pugliese e questo nell’ottica di valorizzare non solo i beni materiali ma anche i talenti.

Una fucina di una nuova avanguardia teatrale praticamente.

Certo. E’ proprio così.

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