Tutti i colori dell’orgoglio (e del pregiudizio). Arturo Cirillo in scena in Puglia

by Enrico Ciccarelli

Arturo Cirillo, Orgoglio e pregiudizio, dal celebre romanzo di Jane Austen. Che spettacolo è?

“Uno spettacolo molto colorato, che usa molti stili del teatro, direi soprattutto italiano, che possono essere appunto il teatro-canzone, la danza, la pochade, se vogliamo, a volte, anche cose legate al teatro napoletano. Non le ho cercate, ma essendo quella la mia formazione, e avendo in compagnia attrici e attori che hanno fatto con me diverse rappresentazioni di autori napoletani… Una storia tipicamente e fortemente inglese raccontata in un modo fortemente e tipicamente italiano”.  

Brioso, divertente, sorprendente, questo Orgoglio e pregiudizio che Antonio Piccolo ha tratto dal capolavoro di Jane Austen e Arturo Cirillo ha messo in scena con il Teatro Nazionale di Napoli e il Teatro delle Marche. Uno spettacolo inserito con buon successo di pubblico nel cartellone del Teatro Giordano, costruito dal Comune di Foggia in collaborazione con il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese.

La cura dell’attore e regista napoletano fa molto bene al capolavoro dell’Età della Reggenza, recuperando l’acuminata ironia della Austen e i suoi scintillanti dialoghi condendoli con sorrisi  assai poco britannici e colorando le brume della campagna inglese di tinte partenopee e lampi di vaudeville.

Scenografia essenziale, realizzata da Dario Gessati con grandi lastre vitree trasparenti che diventano specchi quando siano retroilluminate dalle luci di Camilla Piccioni, arredi portati in scena a passo di danza, a ricordarci l’anima di ballerino di Cirillo, che festeggia quest’anno il trentennale della sua attività di regista.

Con lui una ben assortita compagnia, brillante in scena e cordiale nell’incontro con il pubblico in Sala Fedora.  Sabrina Scuccimarra è una deliziosa signora Bennett, paraninfa di ogni possibile matrimonio delle sue figlie (ridotte dalle cinque del romanzo a due per questioni di budget). Valentina Picello dà sensibilità, nervi e spessore all’indimenticabile Elizabeth, eroina e palese trasfigurazione letteraria della stessa Austen, Francesco Petruzzelli conferisce ritmo e sensibilità all’insopportabile e ingessato Lord Darcy. La fresca bellezza di Eleonora Pace e la sua leggiadria sono dedicate a Jane, la primogenita romantica e ingenua, Giacomo Vigentini è un convincente Bingley, l’agiato amico di Darcy meno di lui irresoluto nel convolare a giuste nozze. Giulia Trippetta gioca sul filo dell’ironia la doppia interpretazione della perfida sorella di Bingley e della pragmatica amica di Jane che si sposa subito senza tante storie. Menzione d’onore per Rosario Giglio, irresistibile reverendo Collins pronto a sposare la qualunque pur di compiacere la terribile e arcigna Lady Catherine, di cui Cirillo fornisce un’interpretazione divertentissima e impagabile.

Belli i costumi di Gianluca Falaschi, che ha preferito il gusto alla filologia, molto apprezzabili le musiche di Francesco De Melis. Una buona ora e mezzo di teatro fatto come Melpomene comanda. Realizzata con molto orgoglio, da guardare senza pregiudizio.

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