Francesco Serpico e l’odio/amore per Nino Sarratore: “Lavorando a L’Amica Geniale ho scoperto il mio animo napoletano”

by Michela Conoscitore

#FuckNinoSarratore: questo hashtag è tra i risultati più quotati, indicizzati da Google, che compaiono quando si effettua una ricerca online sul personaggio creato da Elena Ferrante nella sua quadrilogia L’Amica Geniale. Non c’è bisogno di tradurre, si comprende istantaneamente il significato, pensando anche alla piega che hanno preso gli eventi del secondo capitolo della saga con Storia del nuovo cognome, che si conclude stasera con l’ultimo episodio.

Nino Sarratore non gode di ottima fama tra il pubblico femminile, e per capire meglio il personaggio e quello che gli si agita dentro, bonculture ha contattato Francesco Serpico che lo interpreta nel riadattamento televisivo, firmato dal regista Saverio Costanzo. Alla sua prima esperienza con la recitazione, e a guardarlo non si direbbe perché Francesco dimostra una presenza scenica sicura ed empatia verso il personaggio interpretato, l’attore non soltanto ci ha aiutato a conoscere Nino sotto un altro punto di vista, ci ha raccontato anche la sua evoluzione in questa seconda stagione della serie, ma ha anche svelato che il ruolo gli è stato assegnato perché ci hanno messo lo zampino, anzi le pinne, gli squali:

Come nasce la tua partecipazione a L’Amica Geniale?

Nasce per caso, un giorno, quando hanno chiamato un mio amico per fare un provino perché c’era questa nostra conoscenza comune che era aiuto del direttore di casting della serie. Io l’ho accompagnato, e mi hanno fatto questa specie di intervista conoscitiva. Io gli ho detto che avevo paura degli squali, e loro credo mi abbiano scelto per questo.

Quindi, sei ne L’Amica Geniale grazie agli squali?

Non lo so, forse in quel dire: “ho paura degli squali”, ci hanno visto qualcosa dietro qualcos’altro (risponde ridendo).

Nino Sarratore in rapporto a Lila e Lenù: cosa lo lega alle due ragazze e cosa apportano in più alla sua vita?

Io credo che Lila e Lenù siano, in qualche maniera, specchi di parti diverse di Nino. Lila rappresenta la parte più istintiva, animalesca, e forse anche più affascinante perché Nino, in realtà, normalmente è molto più simile a Lenù. Vede in Lila quel qualcosa che lui sa di avere ma che non sa dov’è, e lo trova con lei. Ma poi si rende conto, molto presto, che quella parte di sé è molto stancante da gestire e quindi si spaventa, e scappa. Con Lenù, invece, trova agio e comodità, in un’altra parte di sé che è quella dello studente, forse non brillante, ma caparbio. Però forse lì sbaglia, perché si accomoda un po’ troppo in qualcosa che è già di per sé, e tende ad assopirlo.

Un altro rapporto importante che segna il tuo personaggio, è quello col padre Donato. Ce lo descrivi?

Oltre ad essere quello che abbiamo visto nelle puntate trasmesse lunedì, dove mostra quella parte che riguarda soltanto lui e che Nino, in realtà, non conosce, che è un lato molto oscuro della sua personalità, credo che Donato sicuramente sia una persona molto ingombrante. E in alcuni momenti, si crogiola anche in questa sua presenza ingombrante. Nino percepisce questa cosa e vuole fuggire, però sa che in qualche maniera il padre è parte di lui. Da questo nasce il loro rapporto complicato. Allo stesso tempo i due hanno un forte legame, che si noterà meglio nel prosieguo della storia, chi ha letto i libri lo sa. Vedremo che Nino sarà spesso a casa dei genitori la domenica, è un ragazzo che sta molto con la famiglia d’origine, nonostante l’odio che prova verso il padre, soprattutto nella prima parte della storia de L’Amica Geniale.

La seconda stagione de L’Amica Geniale differisce profondamente dalla prima: come ti ha guidato Saverio Costanzo nell’esplorazione del tuo personaggio?

Saverio mi ha aiutato, innanzitutto, a mettermi a mio agio come persona prima che come attore. Questo è stato per me un enorme regalo: mi ha saputo comprendere come Francesco, per farmi comprendere anche meglio Nino. Quindi il nostro rapporto, anche nella seconda stagione, si è evoluto. Gli voglio un gran bene.

C’è un fan club molto nutrito sui social, e in generale online, che non ama particolarmente il tuo personaggio: ti diverte la situazione che si è creata?

A me diverte moltissimo, ti dico la verità!

Ho visto la foto che hai postato su Instagram…

Quello era più un vaffanculo mio per Nino, e non di Nino agli altri!

Quindi come ti spieghi questo ‘odio’, quasi tutto al femminile, verso Nino?

Fondamentalmente, penso che il problema principale di Nino è che si prende troppo sul serio, e questo spesso alle persone non piace. Ma un’altra cosa che ho notato è che, a volte, le persone hanno difficoltà ad ammettere che si innamorano anche di cose che non gli fanno bene. Perché non è sempre odio, a volte magari è qualcosa di un po’ più sottile dell’odio.

L’idioma napoletano, come la città di Napoli sullo sfondo, è una delle costanti di questa serie tv: cosa significa per te recitare nella tua ‘lingua’?

La mia lingua, in realtà, è sempre stata l’italiano. Ho scoperto proprio sul set di avere una parte molto profonda di me che parla in napoletano. E a quanto dice Saverio, secondo lui lo parla in modo molto accattivante. Lavorando, ho scoperto il mio animo partenopeo. La lingua napoletana ti fa portare fuori degli istinti, dei sentimenti che l’italiano tende ad appiattire. Non la ‘caccio’ spesso nella vita di tutti i giorni, ma da quando ho fatto pratica sul set mi fa sempre più piacere parlare nella mia ‘lingua’.

Sei iscritto alla facoltà di Medicina: il tuo futuro lo vedi in una corsia d’ospedale o dietro ad un ciak?

Non lo vedo in nessuna delle due parti! Non ho la più pallida idea di cosa farò in futuro.

Hai progetti work in progress che riguardano il cinema o la televisione?

Per ora, l’unico concreto è con un amico con cui stiamo scrivendo la sceneggiatura di un film. Però ci siamo resi conto, molto chiaramente, che è una cosa molto più grande di noi, e quindi ci stiamo muovendo più nell’ambito del cortometraggio e del videoclip musicale. È una cosa amatoriale, per giocare un po’ insieme.

La chiacchierata con Francesco si è conclusa con la scoperta che l’attore è, in parte, di origini pugliesi e a noi di bonculture questa notizia, oltre che contenti, ci ha lasciato gongolanti. Soprattutto la parte femminile della redazione, che non lo odia nemmeno un po’.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.