Freud su Netflix, la scoperta horror di un’interiorità, infestata da demoni

by Michela Conoscitore

Se siete su Netflix e vi compare tra le serie consigliate Freud, non cadete nell’errore di pensare sia il racconto biografico del noto psicanalista viennese. Infatti, la visione di questa serie è sconsigliata agli integralisti della psicanalisi e del suo iniziatore. Freud è la prima collaborazione che Netflix ha avviato in Austria, e ovviamente non potevano esimersi dal cominciare a parlare di una delle glorie locali. Presentata in anteprima durante il settantesimo Festival di Berlino, e poi caricata sulla celebre piattaforma, Freud ha pian piano scalato le classifiche di gradimento degli utenti che l’hanno posizionata, per mesi, ai primi posti tra le serie più viste in streaming sul sito, e tuttora è una delle punte di diamante in casa Netflix.

Creata da Marvin Kren, Stefan Brunner e Benjamin Hessler, Freud racconta gli inizi del padre della psicanalisi, quando appena trentenne provava a farsi conoscere e ad affermarsi come medico. Già con geniali intuizioni sull’origine psichica di alcune manifestazioni corporee, il dottor Freud non è molto benvoluto nell’ospedale psichiatrico dove lavora sia per la metodologia innovativa che sta provando a sperimentare, basata essenzialmente sull’ipnosi, appresa dal dottor Jean-Martin Charcot in Francia, e sia perché ebreo. Una sera, l’amico Arthur Schnitzler lo invita ad una festa tenuta a casa dei conti ungheresi von Szápáry; protagonista indiscussa della riunione conviviale, durante una seduta spiritica, la medium Fleur Salomè. Da lì inizierà il viaggio di Sigmund Freud negli abissi della mente umana.

Più che la Vienna asburgica, la serie sembra ambientata nella Londra di Jack lo Squartatore: la produzione, sicuramente, non ha risparmiato sul sangue finto e sul caricare la storia di atmosfere dark perché se da un lato lo spettatore assiste alla nascita del pensiero freudiano, lo showrunner Marvin Kren ha pensato bene di aggiungerci affianco, per movimentare la vicenda, anche l’horror. Dal personaggio di Fleur Salomè, ispirato ad un’amica dello psicanalista, Lou von Salomè, compagna per molto tempo del poeta Rainer Maria Rilke, partono storie oscure e disturbanti che si legano non solo a patologie psichiche nascoste efficacemente dietro una facciata di decoro, ma anche alla storia austriaca di quegli anni. Dai poteri di Fleur che non soltanto è una medium ma anche una donna con poteri soprannaturali nati dalla sua dissociazione di personalità, si origina una scia di sangue che letteralmente schizzerà su tutta la buona società della capitale. Crimini ed uccisioni sordide che toccheranno anche il principe ereditario Rodolfo, uno dei bersagli della diabolica regia che ha come obiettivo la crisi dell’impero austro-ungarico.

Il dottor Freud affiancherà come consulente l’ispettore della polizia Alfred Kiss nelle indagini che proveranno a risolvere il mistero della scia di omicidi che culmineranno con un attentato all’imperatore Francesco Giuseppe nella reggia di Schönbrunn. Se si transige su varie inesattezze storiche, legate anche alla figura di Sigmund Freud, la serie esercita davvero un potere catalizzante, anzi ipnotico sullo spettatore: gli episodi, otto in tutto, procedono in un climax crescente sempre più potente e irresistibile aggiungendo tasselli non solo alla comprensione degli innumerevoli omicidi, ma anche alle scoperte che Freud porta avanti anche grazie allo studio del disagio psichico di Fleur. Infatti, in un montaggio efficace che mescola finzione e realtà, guardiamo Freud giungere ai concetti di Es, Io e Super-Io, ai complessi di Elettra ed Edipo, alla scissione della personalità e alla elementarissima organizzazione dello studio psicanalitico, col famoso lettino su cui si accomoda il paziente.

Io sono una casa. È buio al mio interno.

La mia coscienza è una luce solitaria. Una candela al vento.

Tremola, da una parte e dall’altra. Tutto il resto è avvolto nell’ombra.

Tutto il resto giace nell’inconscio. Ma le altre stanze ci sono: nicchie, corridoi, scale, porte. Sono sempre lì.

Tutto ciò che vive dentro di essa, tutto ciò che vaga dentro di essa, è sempre lì.

Continua a vivere e operare all’interno della casa che sono io.

L’istinto, l’eros, i tabù, i pensieri proibiti, i desideri proibiti.

Tutti quei ricordi che non vogliamo vedere in piena luce, che abbiamo spinto via dalla luce, continuano a ballare intorno a noi nel buio.

Ci tormentano e ci pungono; ci perseguitano, bisbigliano.

Ci fanno paura, ci provocano sofferenza: ci fanno diventare isterici.

La scoperta di un’interiorità, infestata da demoni incarnati in un vissuto non metabolizzato, sarà un’innovazione epocale che, come sappiamo, getterà le basi per la comprensione reale dell’essere umano affinché raggiunga il proprio benessere psicofisico. Il genio intuitivo del dottore è ancora in nuce in questa prima parte del racconto ma pronto ad uscire fuori, perchè al termine della serie i tempi non sono ancora maturi. Avrà ancora molta strada da fare per diventare chi sarà destinato ad essere. E speriamo di poterlo presto vedere con la seconda stagione di questa fortunata serie, ennesima prolifica intuizione firmata Netflix.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.