Il nome della rosa, la serie evento dal romanzo di Eco

by redazione

Arriva in tv dal 4 marzo in anteprima mondiale, la serie evento “Il nome della rosa”, adattamento televisivo in co-produzione italo-tedesca dell’omonimo romanzo di Umberto Eco,  già portato sullo schermo con il celebre film del 1986 diretto da Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery, Christian Slater, Michael Lonsdale e Ron Perlman protagonisti.

Nei panni del protagonista Adso da Melk c’è l’attore tedesco Damian Hardung, giovane e inesperto novizio di un frate francescano inglese di nome Guglielmo da Baskerville, interpretato da John Turturro. Arrivati in un monastero benedettino sperduto nei monti dell’Italia settentrionale, i due si trovano a dover risolvere una serie di misteriosi omicidi che alcuni monaci del monastero credono di natura soprannaturale, convinti che siano frutto dell’opera dell’Anticristo.

Personaggi e interpreti

Turturro interpreta un monaco francescano inglese dotato di un’intelligenza e capacità di osservazione fuori dal comune e che è in grado di leggere la realtà come un libro aperto affidandosi a un approccio scientifico e al proprio infallibile metodo deduttivo. Sebbene sia un uomo di fede del Medioevo, in contrasto col suo tempo, cerca sempre la spiegazione più logica e razionale, anche di fronte a quegli eventi che appaiono incontrovertibilmente frutto di forze soprannaturali. La sua fama lo precede e per questo l’Abate gli affida l’indagine sui delitti nell’abbazia. Per lui il messaggio cristiano è da vedersi alla luce della spiritualità, dell’amore, della carità, del rispetto e della comprensione. È tollerante nei confronti dei peccati del corpo, come la lussuria o l’alcolismo, e severo verso quelli che considera più gravi, come i delitti o la sopraffazione di un uomo sull’altro. Sarà Guglielmo a contribuire alla maturazione del personaggio di Adsko supportandolo in un processo di formazione che lo porterà ad affrontare i misteri del bene e del male, assistendo alle violenze che sogna di cambiare ma anche sperimentando le meraviglie della bellezza e dell’amore, intraprendendo un viaggio che lo trasformerà in uomo, trovandosi a scegliere quale è la vita che vuole davvero vivere.

A complicare la risoluzione dell’intricata rete di menzogne e omissioni arriva l’Inquisitore domenicano Bernardo Gui (Rupert Everett), disposto a tutto pur di porre fine all’ordine francescano. Bernardo Gui è una figura storica realmente esistita. È stato un domenicano francese noto per il suo operato da Inquisitore oltre che per essere uno degli scrittori più prolifici del Medioevo, autore del famoso Manuale dell’Inquisitore. Da Inquisitore, braccio destro del Papa Giovanni XXII, ha perseguitato gli eretici, tra i quali i temuti dolciniani, streghe e stregoni.

Per Gui l’Inquisizione era lo strumento della volontà di Dio e la tortura e il rogo rappresentavano gli unici mezzi a sua disposizione per far rispettare questa volontà. Vedeva le donne come manifestazione del demonio. La tentazione che, suo malgrado, hanno esercitato su di lui ha generato un odio ancora più profondo, che nel passato l’ha portato addirittura a disubbidire alla Regola da lui stesso scritta. Guglielmo è l’unico testimone ancora in vita di questo segreto.

Nel cast troviamo anche Fabrizio Bentivoglio nei panni di Fra’ Remigio, Michael Emerson (il celebre Ben di Lost) in quelli dell’Abate, Greta Scarano nel ruolo della splendida fanciulla tentatrice e Alessio Boni nei panni di Dolcino.

Co-produzione italo-tedesca tra Rai Fiction, Tele München, 11 Marzo Film e Palomar, Il Nome della Rosa è stata girata tra l’Abruzzo, Perugia e gli studi di Cinecittà, dove venne girato anche il film di Jacques Annaud, le cui scene di interni furono però realizzate in Germania, nell’abbazia di Eberbach, un’abbazia cistercense di stile romanico e gotico situata nei pressi di Eltville sul Reno nel Rheingau.

Il regista

Alla regia Giacomo Battiato che nel 2013 è stato insignito dal  Ministero della Cultura della Repubblica Francese dell’ordine «Chevalier des Arts et des Lettres». Il suo lavoro di regista è stato premiato ai più importanti Festival del cinema e della televisione. Alla Mostra del Cinema di Venezia, al Festival Internazionale del Film di Roma, ai Festival Internazionali della Televisione di Montecarlo e di Biarritz, all’Amnesty International’s Movies that Matter Festival all’Aja e ha ricevuto The European Prize dal Senato Francese.

Tra i suoi lavori ricordiamo: I paladini – Storia d’armi e d’amori (Hearts in Armour 1983), Il cugino americano (Blood Ties 1985), Stradivari (1987), Una vita scellerata (1991), Cronaca di un amore violato (Diary of a Rapist 1995), La Piovra 8 & 9 (1997 e 1998), Il giovane Casanova (2001), Entrusted (Il segreto di Thomas 2002), Karol – Un Papa rimasto uomo (Karol – The Pope, the Man 2005), Resolution 819 (2008), Max e Hélène (2015).

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