Il segno delle donne su Rai Storia, Arianna Ninchi è la corridrice Ada Pace. «Ha portato scompiglio e rivoluzione in un ambiente maschile»

by Michela Conoscitore

Torna l’appuntamento, su Rai Storia, con il programma Il segno delle donne, giunto alla quarta edizione. Condotto da Angela Rafanelli, anche in questa nuova stagione si ripercorreranno le vite di donne straordinarie, che hanno lasciato il segno in ‘mondi’ il più delle volte a loro preclusi. Sei interviste, sei donne indimenticabili: Titina de Filippo, Ave Ninchi, Ada Pace, Maria Signorelli, Maria Montessori e Marta Abba. Il format del programma, una produzione Rai Cultura-Anele, è quello di una docu-fiction dove attrici contemporanee prestano il volto e la voce alle grandi del passato nelle interviste di Angela Rafanelli. Oltre alla rievocazione delle attrici, vedremo filmati d’epoca e testimonianze di chi le ha conosciute.

Protagoniste della puntata che andrà in onda il prossimo 15 novembre saranno la pilota Ada Pace, impersonata sullo schermo da Arianna Ninchi; Ada, detta Sayonara, dal nome impresso sulla targa posteriore della sua auto, ironicamente visibile ai concorrenti sorpassati, in Italia è stata una pioniera nel mondo dei motori.

Ada corse con le case automobilistiche più prestigiose, sbaragliò, sorprendendoli, i colleghi uomini provando definitivamente che il connubio donne e motori era sì pericoloso, ma solo nelle gare puntualmente vinte dalla straordinaria pilota torinese.

bonculture ha intervistato Arianna Ninchi:

Com’è avvenuto il tuo ‘incontro’ con la pilota Ada Pace?

Ada Pace, che ha conquistato il podio così tante volte, ha vinto anche un posto speciale nel mio cuore. Quest’estate è sbucata da una curva a tutta velocità, come era solita fare, del resto, e io non ho avuto molto tempo per riflettere. Il regista, Marco Spagnoli, mi ha detto: “Sei giusta per lei”, io ci ho creduto, mi sono fatta mettere una parrucca, e ho iniziato a studiare. E ora, a pochi giorni dalla messa in onda della puntata a lei dedicata da “Il segno delle donne”, posso concedermi un po’ di tempo per capire cosa è stata lei per me. E forse anche cosa sono stata io per lei. Spero infatti di essermi fatta buon tramite per ricordare oggi la sua vicenda di campionessa intraprendente e audace. Gli appassionati di motori sanno benissimo che Ada Pace è una leggenda, ma penso sia giusto che molte più persone lo sappiano! E poi, non lo nascondo, c’è l’ambizione di riuscire a far innamorare di Ada le spettatrici e gli spettatori: aveva una personalità così affascinante, complessa, moderna… io la trovo sexy e irresistibile!

Cosa ti ha colpito di lei e della sua storia?

Tante cose di lei mi hanno colpito. Il sorriso, prima di tutto: nelle foto, che il nipote Antonio Pace ha condiviso con la redazione e con me, Ada ha sempre questo sorriso smagliante e contagioso… Ancora per restare sull’esteriorità, era campionessa di eleganza, oltre che di competizioni nazionali e internazionali: vederla scendere dalle auto da corsa con outfit raffinatissimi, mi ha stupito non poco: quando viaggio, difficilmente riesco a pensare all’eleganza… fantastica!

Se penso invece alla sua carriera da “corridrice” (come si diceva all’epoca), rimango ammirata dall’intraprendenza, dalla tenacia e dalla fantasia. Di fronte ad alcuni incidenti di percorso, i più si sarebbero lasciati scoraggiare. E invece Ada insisteva, insisteva sempre, con la sua grande forza di carattere. E, dotata di grande spirito di osservazione, inventava anche nuove vie. Capirete solo vedendo la puntata, che cosa intendo dire!

La schiettezza è un altro dato del suo carattere che mi ha conquistata, quella che le fece dire, ad esempio: “Ogni volta io sono stata sola contro tutti. E mi sono anche divertita. Ho fatto cose pazze…”. A proposito di divertimento, basti pensare al colpo di genio del soprannome “Sayonara”, che incise anche sulla targa posteriore delle sue auto, come a dire: ci vediamo, Faster than you…

Quanto le donne contemporanee hanno da imparare da una forza della natura come Ada?

Penso che noi donne oggi abbiamo molto da imparare da Ada che, negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, si è mossa in un ambiente tipicamente maschile, portando scompiglio e rivoluzione. I suoi colleghi spesso reagivano malissimo: ci sono stati reclami, trucchetti meschini… e lei andava avanti, per la sua strada, per la sua direzione. Ha sfidato tutte le convenzioni del suo tempo, seguendo la sua passione per la velocità, che era ciò che si sentiva dentro, senza porsi limiti, sbandierando il suo famoso sorriso, e usando spesso e volentieri l’arma dell’ironia. Poi, quando si concentrava, non ce n’era per nessuno, lo si capisce dallo sguardo in certe foto. E lì, vedi proprio la campionessa in azione, con tutta la sua consapevolezza. Un mito, Ada, un mito.

Qual è la magia di un programma come Il segno delle donne?

Non è la prima volta che interpreto una donna realmente esistita, anzi posso dire che da anni questa è per me quasi una missione. Qui sono tantissime le persone che mi hanno guidata nel calarmi nei panni di Ada, a partire dal nipote, che ringrazio per la disponibilità e che spero, ovviamente, di convincere con la mia interpretazione. Le magie per cui devo ringraziare sono tante: per la trasformazione magica, i reparti costumi, trucco e parrucco. Angela Rafanelli, per avermi messa così a mio agio. Manuela Tempesta, per il copione bellissimo. Marco Spagnoli, che mi ha scelta e diretta con intelligenza, polso e idee chiare. La produttrice, Gloria Giorgianni, e RaiCultura, per la fiducia. Tutta la crew di Anele, con cui sogno di rilavorare. E grazie già a chi vorrà vedere “Il segno delle donne” mercoledì 15 novembre, alle ore 21.10, su RaiStoria (o su RaiPlay nei giorni a seguire). Ah! Faccio capolino anche nella puntata dell’8 novembre, dove la straordinaria Paola Minaccioni interpreta mia zia, Ave Ninchi. Evviva le donne che hanno lasciato il segno e chi oggi, con intelligenza e amore, ce lo fa ricordare!

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