Il volo dei misteri di Manifest, quel mix tra scienza, paranormale e simboli sincretici che ubriaca e fidelizza il pubblico

by Molly Clauds

Quando lo scorso anno cominciai ad appassionarmi a Manifest su Netflix, serie ideata da Jeff Rake nel 2018 e firmata Robert Zemeckis, non sapevo che fosse già andata in onda in America sulla NBC e che la piattaforma streaming avesse deciso di salvarla producendo una quarta stagione dopo la protesta e la sollecitazione dei tanti fans compreso addirittura Stephen King.

Come tutti i telespettatori sanno, Manifest ha una prima stagione straordinaria, che tiene col fiato sospeso e che cattura profondamente per la natura misteriosa e misterica della scomparsa dell’aereo. Non è Lost, non è Alive, non ci sono fenomeni di cannibalismo tra sopravvissuti. Semplicemente dei passeggeri, dati per scomparsi dai radar, rientrano in aeroporto 5 anni dopo.

Ma per loro il tempo non è trascorso, per loro è stato solo un viaggio con una turbolenza da incubo.

L’aereo è finito in un buco nero? Ha oltrepassato degli whole spazio temporali? È inciampato in una galassia? Ha volato su un fascio di luce?

Metafisica e fisica intrecciate rendono quasi credibile l’avvenimento per diversi episodi.

Poi però i protagonisti cominciano a sentire voci, ad avere quelle che chiamano “calling”, chiamate. E le cose si complicano in mille sottotrame, che spesso si perdono, moltiplicando personaggi e situazioni. Tanto che ci si chiede ad un certo punto quanti fossero questi dannati passeggeri del volo 828. Sembra che tutta New York fosse su quell’aereo di ritorno dalla Giamaica. I passeggeri sono degli angeli? Dei demoni? Degli illuminati? Per alcuni episodi gli sceneggiatori paiono voler aggiungere altri prescelti, tornati in vita da una apparente morte da altri mezzi di locomozione o altre “porte” tra il sacro e il profano esistenziale. È il caso di Zick che conquista la bella Michaela Stone sotto le stelle e la neve. «Tutto è collegato», è il motto.

Ma poi tralasciano, preferendo rimanere sul volo.

Manifest resta sempre in bilico tra azione e fumettone psicologico, fino alla virata millenaristica della quarta stagione disponibile, nella sua prima parte, dall’inizio di novembre su Netflix.

Sono passati due anni dalla scena madre finale della terza stagione, Cal Stone, che era tornato bambino dal volo, si riallinea con l’età alla sua sorella gemella ed è un giovane uomo, tormentato e parecchio brutto anatroccolo.

Un devastato e irriconoscibile Ben Stone (Josh Dallas) cerca la figlia Eden rapita dalla folle e piromane Angelina (Holly Taylor), Michaela (Melissa Roxburgh) guida la scialuppa e l’empatico suo fidanzato ormai marito Zick non riesce più a manovrare il suo potere benefico e taumaturgico. L’affascinante ex Jared invece è stato retrocesso dal suo ruolo di tenente, ma è sempre vicinissimo a Michaela. Per qualche fotogramma, coloro che tifano per la coppia, si illudono che tra i due possa nascere di nuovo qualcosa. E non è detto che non accada nella seconda ed ultimissima parte.

La data di morte del 2 giugno 2024 si avvicina sempre più e i passeggeri cercano con sempre maggiore disperazione un modo per sopravvivere.

La serie abbandona del tutto la pista scientifica per abbracciare un complesso disegno simbolico, che mixa religioni, segni e superstizioni composite. Iside, pavoni, papiri, draghi illuminati che non sono gli stessi dell’Arcangelo Michele e i tarocchi si ritrovano insieme ad angeli decaduti, l’apocalisse, Noè e i vangeli. In un sincretismo pazzesco in cui ci si ubriaca completamente.

Cosa resta delle prime avvincenti stagioni? Poco o nulla, la magia è quasi scomparsa. Ma resta il mistero dell’aereo che ha intercettato la coscienza divina e che ha disseminato zaffiri e reso veggenti i passeggeri, che ci scommettiamo non sono ancora finiti.

Manifest ci darà una risposta verosimilmente divina?

828, gli infiniti capovolti nell’8: qualcuno lo leggerebbe All to All, infinito verso infinito. Che sia un mistero aristotelico dell’infinitamente piccolo contro l’infinitamente grande? Si scherza, of course.

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