La novità di LOL, una banda di comici eterogenea, che mixa collaborazione e sano agonismo

by Michela Conoscitore

Sapevate che ridere è un istinto sociale? Ridiamo per rispondere ad innumerevoli stimoli, è davvero difficile reprimere una risata perché è liberatoria, scarica la tensione. Ridere è la manifestazione emotiva di un nostro stato d’animo, soprattutto quando si è in gruppo. Non ridere, come avrete capito, per l’essere umano è davvero una missione impossibile. Quella che i comici coinvolti in LOL: Chi ride è fuori sono stati sfidati a portare a termine.

Il programma, disponibile su Amazon Prime Video, che potremmo definire il cugino sfigato di Netflix almeno stando all’indice di gradimento del pubblico internettiano, ha calato il suo asso nella manica perché LOL in poco più di una settimana, complici comici molto amati e il passaparola, sta furoreggiando tra il popolo dello streaming. In un periodo in cui scovare novità interessanti da vedere in rete più che un passatempo è diventato un lavoro, un programma come LOL rappresenta una novità che, da principio, la si osserva da lontano con un po’ di diffidenza, si decide di dargli una possibilità e poi si va in fissa.

Ma dove sta la genialità di un format televisivo in cui tutto quel che c’è da fare è trattenersi dal ridere? Effettivamente non si tratta di genialità, quella degli autori è stata una seria analisi psicologica aggiunta ad un po’ di sadismo perché a non ridere sono dei comici che lo fanno per mestiere. Se fanno ridere è perché sketch e travestimenti proposti al pubblico divertono, in primis, proprio loro. Il format già andato in onda in altre nazioni come la Germania, presenta alcune caratteristiche ricorrenti come il travestimento da Gioconda indossato da Elio, ma la comicità andata in scena nel LOL italiano è genuinamente nostrana. Oltre ad Elio, i protagonisti dello show sono Katia Follesa, Caterina Guzzanti, Lillo, Ciro e Fru dei The Jackal, Pintus, Frank Matano, Luca Ravenna e Michela Giraud.

Condotto dalla collaudata coppia FedezMara Maionchi che si spalleggia a vicenda e riesce ad evitare insieme i tempi morti, lo show scorre via in sei puntate da venti minuti in cui lo spettatore visiona un vero e proprio catalogo di comicità: c’è quella più prevedibile e ‘scema’, come l’ha definita Elio, dell’ex youtuber Frank Matano, la stand up comedy di Michela Giraud e Luca Ravenna, quella provocatoria di Katia Follesa e la classe esilarante dei personaggi di Caterina Guzzanti. Spazio anche per gli idoli dei giovani, Ciro e Fru dei The Jackal, poi Elio ex Storie tese che a metà tra il demenziale e il nonsense strappa ben più di qualche risata al pubblico connesso. Una banda di comici eterogenea, l’altro punto di forza del programma, che riesce a creare dinamiche singolari all’interno del gruppo, mixando collaborazione e sano agonismo. Non ridere, tuttavia, ha un obiettivo: donare centomila euro ad un ente benefico.

Ritrovarsi in uno studio tutti insieme, con i ‘ferri del mestiere’ e l’obbligo a non ridere. Com’è andata? Se anche il quotidiano L’Avvenire si è scomodato per parlarne, decisamente il programma non è passato inosservato. Difficile visto che molti degli sketch improvvisati proposti dai comici nel corso delle puntate sono entrati già nel linguaggio parlato, in così poco tempo. Il web scoppia di meme e video che ripropongono i momenti top dello show, e molti già chiedono la seconda edizione. Un fenomeno di costume, LOL si è trasformato in questo oltre che un esperimento sociale. Far ridere a tutti i costi, a volte, si rivela noioso. Pensando ad un altro programma comico, questa volta targato Rai, Stasera tutto è possibile, in quel caso se originariamente il format era risultato innovativo, oggi giunto alla terza edizione nemmeno la conduzione di Stefano De Martino è riuscito a far ‘ballare’ lo show, dovuto anche alla presenza di parte dei comici fissi. Questo con LOL, seppur sia alla prima stagione, non accade perché le dinamiche sono basate sull’estemporaneità, l’ironia e l’estro comico dei partecipanti.

Lo possiamo considerare un vero e proprio sforzo artistico, oltre a non ridere Pintus&Co. hanno dovuto mettere su una strategia che avesse un duplice obiettivo: far ridere gli avversari e, allo stesso tempo, fare spettacolo non dimenticando infatti che stanno partecipando ad un programma, e come tale possiede dei ritmi che non possono calare. Non c’è un copione da seguire in LOL, tutto va a braccio e probabilmente è per questo che il pubblico lo sta premiando. L’originalità ‘spadellata’ al momento con il tempo che incalza e gli avversari da battere diventa sorprendente, più che un gioco nel non ridere, è una gara a non essere prevedibili. Pazienza se Aldo Grasso preferisce la canonica comicità d’antan.

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