Partner Track, quanto è complicata (ancora) per le donne la strada del potere

by Molly Clauds

Settembre magro su Netflix. In attesa di Blonde e orfana della romantica serie Virgin River, che mi ha rapita in tutte le sue 4 stagioni nella seconda metà di agosto, inguardabile in italiano per via di un doppiaggio discutibile, ma ipnotica in lingua originale per tutti i suoi cliché americani con camicie a quadri, stivali country e villaggio mondo della provincia profonda e due piacevolissimi protagonisti assai in parte, mi sono lanciata nella visione di Partner Track, serie tv che forse non arriverà alla seconda stagione.

È vero, ci sono prodotti più edificanti e qualitativamente più densi come l’Avvocata Woo, ma le piattaforme a casa mia hanno una sola funzione: pulire il cervello. Intrattenere.

E la prima stagione del legal drama Partner Track da 10 episodi intrattiene senza infamia e senza lode. Di certo non è Ally McBeal, i tempi sono cambiati. Ma persistono le minigonne, la competizione aziendale, le scaramucce e gli amori in un grande studio legale, il Parsons Valentine& Hunt di New York che diventa come una casa per tutto il giovane cast.

La serie, basata sull’omonimo romanzo di Helen Wan, dà ampio spazio alla vita amorosa della protagonista non troppo dubbiosa tra il bello, stronzo e dannato e il bello, ultraricco e rassicurante. L’amore e i casi legali però a me sono sono sembrati solo il pretesto per raccontare qualcosa di più. Da un lato, la necessità di seguire le proprie passioni per raggiungere l’American Dream e la propria soddisfazione intima. Dall’altro svelare con eleganza un tema centrale percepito ancora forte negli States nonostante gli otto anni di presidenza di Barack Obama. Partner Track è un Black and Yellow Lives Matter dei piani alti. I professionisti di colore, siano essi afroamericani o asiatici americani, fanno ancora fatica a far carriera e a scalare le posizioni di vertice.

Ingrid Yun, interpretata da Arden Cho, è figlia di immigrati coreani, si laurea ad Harvard e affronta le difficoltà che derivano dall’essere una delle migliori nel prestigioso studio, ancora conservatore e sessista. Ha un unico chiodo fisso: diventare partner nella promozione ufficiale di Natale del prestigioso studio newyorkese. Per ottenere il suo obiettivo asfalterà di tutto: il suo rapporto con la sorella, la profonda amicizia con i suoi colleghi Rachel e Tyler, la sua etica, la sua identità di donna di colore.

Partner Track narra in maniera sottile ma senza infingimenti quanto sia più complicata la strada verso il potere da parte delle donne che non usano la scorciatoia tipica della “donna del capo”. Occorre essere più brave, lavorare il triplo degli uomini, essere sempre perfette, non essere mai sulla bocca dei colleghi, dimostrare di avere costumi morigerati, separare in maniera netta vita privata e carriera, donarsi alla causa aziendale, ripudiando quasi se stesse. Pena restare nel limbo di chi sgobba e magari guadagna pure, ma senza brillare ai posti di comando, laddove agli uomini basta ancora un atteggiamento cameratesco, il servilismo becero e una pacca sulla spalla per creare sinergie e comunanze.

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