Sarah – La ragazza di Avetrana: lo squallore della provincia diventa serie tv con Pippo Mezzapesa

by Nicola Signorile

Uno dei casi di cronaca nera più intricati e mediatici della storia italiana. Un regista pugliese dal grande talento visivo capace di raccontare la Puglia e i suoi chiaroscuri.

Una produzione coraggiosa che negli ultimi anni ha dimostrato di non temere le sfide al limite dell’impossibile. Sono ben due i progetti cinematografici in fase di sviluppo sull’omicidio della 15enne Sarah Scazzi commesso dieci anni fa ad Avetrana, un caso che ha reso tristemente nota la cittadina tarantina e che ancora oggi fa discutere l’Italia. Groenlandia, casa di produzione di Matteo Rovere e Sidney Sibilia, svilupperà una serie televisiva diretta dal regista di Bitonto Pippo Mezzapesa e un documentario, diretto da Christian Letruria e scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni. La notizia è di quelle capaci di risvegliare anche le sonnecchianti cronache agostane, tutte meteo, turismo e viabilità.

La produzione ha acquisito i diritti per sviluppare il progetto dal libro Sarah – La ragazza di Avetrana, firmato sempre dalla scrittrice tarantina Flavia Piccinni e dal giornalista molisano Carmine Gazzanni che, pubblicato da Fandango Libri a fine luglio, è già alla seconda ristampa e ha riportato al centro dell’opinione pubblica il caso con inquietanti rivelazioni. Tra i materiali inediti pubblicati, una lettera che Michele Misseri, condannato a 8 anni per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, ha scritto dal carcere agli autori in cui ribadisce la propria colpevolezza e racconta la sua infanzia. Per l’omicidio sono state condannate all’ergastolo e sono attualmente detenute Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina di Sarah. È il 26 agosto 2010 quando Sarah scompare nel nulla. La famiglia preoccupata denuncia la scomparsa. Dopo 42 giorni di ricerche viene ritrovato il suo corpo senza vita. La svolta è la rivelazione in diretta televisiva a Concetta Serrano della sorte della figlia. La confessione dello zio, Michele Misseri, che si dice unico colpevole dell’omicidio, dà il via a un thriller che, nel bene e nel male, appassiona tutto il paese.

Lo squallore della provincia, le invidie e gelosie celate dietro rapporti di famiglia apparentemente normali, un omicidio che scuote l’immobilità di un agosto qualunque, una matassa di bugie talmente intricata da allontanare forse per sempre la verità dei fatti. Gli ingredienti ci sono tutti. Avetrana si trasforma in un set a cielo aperto, meta di curiosi e sede distaccata di tutti i tg nazionali. Se ne nutrono quotidianamente i programmi del pomeriggio, alla vicenda vengono dedicate intere serate televisive con ricostruzioni più o meno fantasiose. Un reality show dell’orrore all’italiana. Solo l’ultimo corposo capitolo, in ordine di tempo, di una lunga storia nera della provincia nostrana in una linea di sangue che collega Erba, Garlasco, Cogne, Novi Ligure e Avetrana. La verità giudiziaria indica come colpevoli del crimine Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Le due, nonostante negli anni abbiano continuato a dichiararsi innocenti, vengono condannate all’ergastolo. Intanto Misseri continua a dirsi l’unico colpevole.

La provincia pugliese è pane per i denti di Pippo Mezzapesa. Il regista barese, dopo numerosi corti pluripremiati, aveva girato la sua opera prima Il paese delle spose infelici, tratto dal romanzo omonimo di Mario Desiati, proprio nella provincia tarantina (tra Massafra e Palagiano) mentre il suo secondo film Il bene mio era incentrato sulla storia dell’ultimo abitante di un piccolo paesino, ricostruito tra la Murgia barese e il beneventano. Entrambi i progetti sul delitto di Avetrana saranno prodotti da Matteo Rovere che da regista e sceneggiatore ha realizzato opere apprezzabili come Veloce come il vento e il primo Re e da produttore ha collezionato i successi della saga di Smetto quando voglio, oltre a Il campione di Leonardo D’Agostini e attualmente sta lavorando alla realizzazione dell’attesissima serie tv Romulus per Sky.

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