Cristina di Belgioioso, l’intrepida principessa protagonista del Risorgimento. Colloquio con Alberto Mario Banti

by Anna Maria Giannone

Ricca, intelligente, spregiudicata, anticonformista. Cristina di Belgiojoso è stata appassionata protagonista  del Risorgimento Italiano, giocando un ruolo di primo piano nel processo di unificazione del nostro paese.  A lei è dedicato il quarto appuntamento delle Lezioni di Storia. L’Italia delle donne, la rassegna promossa da Laterza e Fondazione Petruzzelli che, fino al 22 dicembre, ci accompagnerà in una lettura della storia d’Italia attraverso la biografia di figure femminili che ne sono state protagoniste.

A raccontare questo straordinario personaggio, domenica 24 novembre, sul palcoscenico del Politeama barese ci sarà Alberto Mario Banti, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Pisa e studioso del Risorgimento.  A lui il compito di tracciare il percorso di Cristina di Belgiojoso, nobile Milanese che, in un secolo di assoluta marginalità femminile, riesce a  organizzare un corpo di volontari nel bel mezzo della rivoluzione del ’48,  ha il coraggio per ribellarsi al libertinaggio del marito, intrattiene rapporti con i più influenti intellettuali dell’Ottocento, ha l’autorevolezza per esprimere pubblicamente le proprie opinioni politiche attraverso scritti, saggi, romanzi.

Lucio Villari, autore di Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento (Laterza), definisce Cristina di Belgiojoso “una figura troppo complessa per il suo tempo ma anche per il nostro”. È d’accordo con questa lettura?

Cristina di Belgiojoso è una figura che ha lati oscuri e che ancora non consociamo perché mancano documenti su cui approfondire. Da altri punti di vista non è poi una figura così complessa. È una principessa, ha un grado di nobiliare altissimo, grazie alla sua collocazione familiare può attivare relazioni sociali a Milano come a Napoli, Roma, Parigi. È straordinariamente ricca, intelligente, colta. Certo non è l’unica donna di estrazione nobiliare con queste caratteristiche nel XIX secolo ma è l’unica che utilizza queste risorse per fare cose precluse alle donne del periodo, in Italia e in Europa. Questo la rende estremamente affascinante.

Alberto Mario Banti

Una passione politica inusuale per le donne dell’epoca che riesce a tradurre anche in azioni concrete.

Nelle sue proprietà terriere, a Locate, Cristina organizza servizi di assistenza, di sostegno e welfare per i propri contadini e le famiglie. Dopo la caduta della Repubblica Romana, costretta a scappare a Malta e poi in Grecia, riesce ad acquistare una proprietà terriera in Anatolia: una cosa che sarebbe di straordinario coraggio anche per una donna contemporanea. Lei lo fa nel XIX secolo. Il suo impegno politico tra gli anni ‘30 e il ‘49 è notevole. Non sono pochissime le donne che militano del movimento Risorgimentale ma lei ha qualcosa in più: risorse economiche che utilizza per fare cose eccezionali. A Napoli – questa è una delle sue azioni più clamorose – raggiunta dalla notizia delle Cinque Giornate di Milano, Cristina affitta una nave e finanzia il trasferimento di 150 volontari portandoli con sé fino in Lombardia. Dimostra una chiarezza di idee, un orientamento politico lucido che manifesta tanto con articoli e scritti quanto con una capacità di agire straordinaria per una donna dell’800.

Come descriverebbe la condizione delle donne coeve di Cristina di Belgiojoso?

Il XIX secolo non è un secolo per donne. È uno dei secoli più misogini della storia, soprattutto in contrasto con quello che succedeva nel XVIII secolo. Le donne di classe alta nel secolo precedente avevano una libertà intellettuale, affettiva che le loro nipoti del XIX secolo non potevano immaginare. Il secolo in cui vive Cristina di Belgiojoso è un momento di assoluta chiusura nei confronti delle donne dal punto di vista delle norme del diritto pubblico, del diritto privato, della mentalità diffusa. La mentalità borghese è costruita attorno ad una gerarchia di genere molto rigida.

In questo contesto come viene accolta l’intraprendenza di questa figura femminile?

C’è chi la ama e chi la odia. Molti la criticano duramente e non sopportano che una donna possa intervenire in politica, addirittura armare un battaglione di volontari. Ma c’è anche chi la stima, uomini che le chiedono di scrivere articoli per le più importanti riviste, pubblicate in Italia e in Francia. L’opinione pubblica maschile è divisa nei confronti di Cristina ma molti sono gli apprezzamenti ricevuti da personalità di prim’ordine della cultura, in particolare Francese, del XIX secolo.

Un donna capace di vivere tanto nei salotti di Parigi quanto fra i contadini di Locate.

Una tempra di ferro. Cristina non si scoraggia mai, neanche in condizioni di difficoltà. Nei primi mesi dell’arrivo a Parigi non ha tante risorse, il governo asburgico ha sequestrato i suoi beni in Lombardia ed è costretta a vivere con pochi soldi,  ma tutte le testimonianze suggeriscono che lei non si abbatte minimamente. Stessa situazione in Anatolia: ha comprato una proprietà terriera ma non è assolutamente facile gestirla in un contesto estraneo. L’esperienza non va bene, la proprietà terriera non rende, addirittura viene aggredita da un suo lavoratore e ferita gravemente. Ma lei resiste e non si arrende.

Il suo saggio Della presente condizione delle donne e del loro avvenire si conclude con un invito alle donne del futuro a ricordare le battaglie di chi le ha precedute. Pensa a se stessa nella storia?

Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata felicità!” Così scrive Cristina. Domenica parlerò di questo passo bellissimo proprio in chiusura della lezione. Sembra che Cristina guardi nel suo futuro e si chieda “Si ricorderanno di me? E  delle altre donne?”. Un passo bello perché chiede a tutti noi che veniamo dopo di avere una memoria solida e articolata di quello che abbiamo alle spalle.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.