“Antigone sta nell’ultimo banco”, un romanzo che ha la voce giovane di chi deve imparare molte cose

by Paola Manno

Chi lavora nelle scuole o chi ha figli adolescenti probabilmente conosce bene Francesco D’Amato, autore di best seller come Storia di Iqbal (Premio Cento), Johnny il seminatore e Storia di Ismael che ha attraversato il mare, scelto, quest’ultimo, come libro della gara di lettura per le scuole medie per l’anno scolastico 2018/2019. Pubblicati anche all’estero, i suoi romanzi riempiono gli scaffali dedicati al settore ragazzi nelle librerie, eppure l’autore ha dichiarato più volte che lui scrive “storie per degli adulti che hanno provvisoriamente 13-14 anni”.

Questa sua affermazione è senza dubbio legata al contenuto dei suoi romanzi: D’Amato racconta la coscienza di chi fa la guerra, la vita degli ultimi, come il bambino operaio pachistan Iqbal, racconta l’esperienza di chi attraversa il mare in cerca di una vita migliore. Sono tutte storie di coraggio, le sue: il coraggio di farsi delle domande scomode, quello di reagire alle verità che pochi vogliono vedere.

Anche “Antigone sta nell’ultimo banco”, pubblicato da Giunti nel settembre 2019, è la storia di una piccola rivoluzione. Quello che mi ha spinto ad acquistarlo, lo ammetto, è stata soprattutto la bellissima copertina illustrata da Giacomo Agnello Modica, in cui un’adolescente cazzuta sembra sfidare il mondo. La ragazzina, ritratta di profilo, in primo piano, severa e con fierezza guarda davanti a sé; sullo sfondo si vedono degli zombie che non hanno occhi per guardare, inespressivi. È proprio il tipo di copertina che mi avrebbe spinto a comprare questo libro a 15 anni, ho pensato in libreria, e ho curiosamente seguito quell’istinto di quando ero una lettrice affamata di sogni. E ho fatto bene. Leggendo, sono davvero ritornata a vivere gli anni di quei sogni. Sembrano esattamente gli stessi di quelli dei millennials, che bellezza!

La protagonista del romanzo è una ragazzina di 13 anni, Jo, che si appresta a vivere l’ultima estate prima del liceo. A settembre Jo, che vive in un piccolo paese del Nord Italia, frequenterà la nuova scuola in città. La piccola realtà del suo paesino la soffoca, gli zombie in copertina rappresentano i suoi compaesani, i suoi compagni di classe, ma sono anche le ombre che vivono dentro ognuno di noi. Il gruppo di teatro della scuola sta lavorando sulla rappresentazione dell’Antigone. Jo è sicura che il ruolo della protagonista verrà affidato a lei. E invece la professoressa, con sua grande delusione, decide che interpreterà Ismene, la sorella dalle mille paure.

In quegli stessi giorni, un lavoratore stagionale occupato nella raccolta di meloni, muore di stenti. È un ragazzo giovanissimo ma sono davvero pochi, in paese, a porsi delle domande. Jo invece vuole sapere, vuole capire. È l’estate “della vergogna e del ragazzo”, e la protagonista immagina la vita di colui che non conosce: “Chissà come ti sentivi solo senza nessuno con cui scambiare una parola. Magari una volta ti ho anche visto, forse eri uno di quelli sull’altra sponda del fiume quel giorno che sono andata a fare il bagno”. Jo sa che c’è qualcosa di profondamente ingiusto in quella morte, nei giudizi superficiali della gente, nell’indifferenza e nel disprezzo, ma a volte ci si sente ugualmente fragili.

Antigone sta nell’ultimo banco è un romanzo che ha la voce giovane di chi deve imparare molte cose, ma che ha anche delle certezze che nessuno può spazzare via. Sentimenti che hanno a che fare con i modelli classici che sono le nostre radici, che generazioni e generazioni hanno rivendicato, che arrivano sulle labbra di una ragazzina con il cellulare in mano e che sono le stesse di venticinque secoli fa: “Noi andremo a cospargere di terra il fratello che amiamo. Io sono fatta per condividere l’amore, non l’odio”.

Sentimenti e slanci che rivivono nei cuori di chi si affaccia alla vita e di chi non ha perduto con gli anni la fiducia in un mondo giusto. La fede nel bene e nella giustizia, ecco, di questo è necessario non smettere di scrivere. Ed è probabilmente questo l’augurio dell’autore ai suoi giovani lettori: che la fiamma della passione civile non si spenga, che le battaglie per diventare esseri umani migliori, non abbiano mai fine.

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