Il pianeta degli alberi di Natale di Gianni Rodari: le parole che parlano d’amore non mentono mai

by Paola Manno

Per fortuna che c’è Rodari a darci le conferme più importanti. Se lo dice un personaggio autorevole come lui, vuol certamente dire che è vero. Se poi ci sono le prove scritte, allora ogni dubbio viene spazzato via.

Quindi quando i nostri bambini ci chiederanno prove sicure riguardo alla veridicità delle più belle leggende sul Natale, basterà tirar fuori Il pianeta degli alberi di Natale e sfogliarne qualche pagina, anche a caso, per riappropriarsi delle certezze più importanti.

Gianni Rodari, infatti, mette subito le cose in chiaro, nella “spiegazione” iniziale, già, la chiama proprio così, spiegazione, senza usare termini importanti come introduzione o prologo o prefazione o preambolo, perché è lo scrittore delle cose semplici e che arrivano dritte dove devono arrivare.

E infatti scrive: “Sono lieto ora di fornire la prova definitiva che il Pianeta degli alberi di Natale esiste. Spero così di mettere finalmente a tacere certi critici dubbiosi”.  

Ecco che questo libricino -che in realtà è un po’ un taccuino, un po’ un diario, un po’ una raccolta di poesie e pensieri- diventa uno strumento importante di conoscenza e di riflessione.  

La storia prende avvio grazie al bellissimo incipit -Capitano, un uomo in cielo! – Giovanotto, cominciamo male.Tutto sbagliato, si dice un uomo in mare! (…) -Dottore, nei suoi panni non avrei tanta fretta di criticare a destra e a sinistra.

È il solito, grande Rodari che rivendica il diritto di chiamare le cose come meglio crede, che è poi alla fine il diritto alla fantasia, alla libertà di esprimersi, a quello di essere ciò che si vuole.

Per l’autore, infatti, l’errore è a volte, addirittura, un’illuminazione, perché gli errori non stanno nelle parole, ma nelle cose; bisogna correggere i dettati, ma bisogna soprattutto correggere il mondo. 

La prima parte è dedicata al racconto dell’avventuroso viaggio di Marco che si ritrova ad esplorare, un po’ per caso, l’universo, fino all’atterraggio su un favoloso pianeta che è proprio quello che dà il titolo al romanzo.

Il giovane protagonista, che ha appena ricevuto in dono, per i suoi 9 anni, un cavallo a dondolo (un regalo per piccoli! Ma a cosa pensava il nonno quando l’ha preso per lui?), si ritrova su un pianeta in cui la vita ha il colore dell’amicizia e del rispetto.

Un posto in cui ci si vuol bene, in cui si va d’accordo con tutti, in cui nei negozi non si compra nulla, ma è tutto in dono, e dove servizievoli robot si prendono cura degli abitanti senza renderli schiavi. I bambini monelli, che naturalmente sono ovunque, possono sfogarsi al Gran Bazar Spaccatutto, rompendo ciò che vogliono.

Alla locanda i menù fanno sorridere: “Oggi tristezza ai ferri corti!”, “Provate il do di petto di tacchino”, “Rubinetti fritti (caldi e freddi)”.  Un posto dove se non si prende sonno, si può chiamare il numero 17 e farsi raccontare favole bellissime per addormentarsi e poi ancora molte invenzioni pazzesche, perché la fantasia salta fuori come un’anguilla da ogni pagina, e non riesci ad acchiapparla, e vedi tutte queste immagini straordinarie saltellare davanti agli occhi e pensi “ah, se fosse davvero così”! Un paese in cui ogni giorno è Natale. 

E poi c’è la seconda parte in cui sono riportati importantissimi documenti-prove, come il calendario di quel paese, con oroscopo e proverbi, che in quel pianeta vanno molto di moda, e alcuni giochini divertenti.

Infine una breve, ma frizzantissima sezione di poesie per sbaglio da perderci la testa. Tutte fitte fitte di errori clamorosi, sia ben chiaro! E così il lettore può gustare un’ottima insalata di favole, dove la storia di Pinocchio bolle in pentola (a bagnomaria!) con quella di Cenerentola, per creare nuove divertenti avventure. Poesie piene di duelli di parole (La natura si è confusa? È impazzita?), che raccontano la vita sul pianeta in cui il vigile urbano dirige il traffico con una cometa in mano e la Befana viaggia su un razzo spaziale.

Sul cavallino a dondolo della copertina -una splendida illustrazione del grande Bruno Munari- proviamo anche noi a chiudere gli occhi e pensare a un paese senza conflitti, in cui la parola pace ha un significato reale e le cose importanti hanno a che fare con il cuore. 

In queste sere di grandi domande, forse la risposta giusta da dare ai nostri bambini è propria questa -Tutte fonti scritte! Le parole che parlano d’amore non mentono mai. Diciamolo a noi stessi e a loro, per rassicurarci e per rassicurarli, non solo per raccontarci una bellissima storia di Natale! Buon viaggio! 

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