#STOPSTEREOTIPI per il bene comune. “Ci sono delle sovrastrutture che anche gli adulti tendono a trasferire a bambini e bambine”

by Paola Manno

In questi giorni in cui la politica ha riempito i giornali, giorni di scelte che coinvolgeranno le nostre vite per i prossimi anni, in un piccolo paese del Salento, un gruppo di donne sta facendo una cosa bella e importante e cioè parlare alla gente degli stereotipi di genere e a me questo pare uno dei quei fronti politici veri, che però fanno poco rumore.

Il progetto si chiama #STOPSTEREOTIPI PER IL BENE COMUNE e si sta realizzando grazie ad un finanziamento regionale nell’ambito del Programma annuale della Legge sulla Partecipazione. Il capofila è il Comune di Castri di Lecce, neanche 3.000 abitanti, i partner sono l’Associazione di Promozione Sociale L’albero delle Parole e la Coop. Soc. Teatro dei veleni.

Incontro Martina Calò, ideatrice del progetto, nella sua bella libreria a Calimera, che naturalmente profuma di carta ed è piena di luce; la vetrata si apre su una delle strade principali del paese. Sugli scaffali ci sono albi illustrati, libri cartonati, romanzi per ragazzi, le ultime novità ma anche molti libri che senti subito che sono diversi, ci vedi una mano più attenta, dei tratti distinti.

Chiedo a Martina di raccontarmi come nasce il progetto.

-L’idea nasce dalla mia esperienza di libraia e mamma di 3 bambine. In libreria capita spesso di ricevere richieste legate ad alcuni stereotipi di letture “per bambino” o “per bambina”. Spesso anche un’editoria più commerciale cavalca questi modelli convenzionali. Il fatto che negli ultimi 10 anni mi sia specializzata in letteratura per l’infanzia mi ha portato a scoprire alcune case editrici che sono invece molto attente proprio alla decostruzione degli stereotipi di genere.

Ho dunque cercato delle modalità per proporre queste alternative, attraverso le attività che portiamo avanti tramite l’associazione L’albero delle parole, che si occupa prevalentemente di promozione della lettura. L’esperienza ci ha fatto capire che l’albo illustrato è un mezzo ottimale per far arrivare ai bambini e alle bambine concetti e modalità di vedere il mondo intorno a loro diversi rispetto a quelli a cui sono abituati, soprattutto rispetto ai modelli che conoscono attraverso la tv. Ci sono inoltre delle sovrastrutture che anche gli adulti tendono a trasferire, a volte anche inconsapevolmente, sui bambini e bambine. L’albo illustrato, dunque, è un modo diretto per arrivare ai bambini ma, essendo un oggetto che deve necessariamente passare anche dalle mani dell’adulto, che deve leggerlo, proporlo ai bambini, veicola anche all’adulto l’importanza di definire sì, le differenze, ma soprattutto di sottolineare l’unicità di ogni singolo individuo, le possibilità di guardare al futuro a seconda dei suoi desideri, senza paletti. Spesso le opinioni precostituite vengono veicolate attraverso delle rappresentazioni precise, come per esempio nelle modalità di presentare una famiglia o la comunità in generale.

-Qual’è la risposta della comunità?

C’è stato un riscontro estremamente positivo da parte dell’Amministrazione, una grande attenzione. Per quanto riguarda gli attori coinvolti, trattandosi di una piccola comunità, abituata anche a progetti e manifestazioni in genere molto diversi da questo, la risposta è stata più tiepida, stiamo perciò lavorando proprio su questo, capire innanzitutto come coinvolgere in maniera attiva le associazioni che operano sul territorio. Ci interessa arrivare in tutti gli ambiti nei quali si lavora con i bambini, quindi anche, per esempio, associazioni sportive. La scuola ha risposto molto bene ma il momento, a causa del Covid, non è dei migliori perché abbiamo difficoltà oggettive ad entrare in contatto con i docenti, e le attività esterne sono, al momento, in stand-by. Stiamo valutando delle soluzioni alternative. Abbiamo coinvolto i nostri primi referenti, che sono appunto associazioni, docenti, educatori e genitori, in primo luogo attraverso degli incontri esplorativi. Le prossime tappe sono legate ad un lavoro di analisi, vogliamo capire qual’è la situazione, qual’è il peso degli stereotipi di genere in questo territorio. Penso, per esempio, alle scuole di danza, o di calcio, per non parlare delle informazioni che acquisiremo dagli istituti di istruzione.Una volta raccolte queste informazioni, bisognerà cercare di darsi una risposta, capire le migliori modalità da utilizzare per la decostruzione dei pregiudizi.

Al momento stiamo portando avanti delle attività formative, rivolte soprattutto agli educatori, sull’importanza della letteratura per l’infanzia e sull’approccio laboratoriale come mezzi per fornire delle alternative di pensiero. Gli adulti coinvolti saranno chiamati prima a riconoscere i limiti dovuti alle sovrastrutture di cui sono portatori nei loro giudizi e poi a decostruirle e farsi portavoce, nella loro azione educativa, di comportamenti privi di stereotipi di genere. È previsto inoltre l’incontro con una psicologa che illustrerà i rischi del persistere degli stereotipi di genere nella crescita dei bambini e delle bambine. Ci saranno dei laboratori di cittadinanza attiva e, appena possibile, interventi diretti nelle scuole dell’infanzia, primaria e medie. Sai, con il tempo gli stereotipi si radicano nel pensiero dei ragazzi e bisognerebbe intervenire al più presto. Redigeremo infine il Patto per una Comunità priva di stereotipi di genere, un documento nato dal lavoro e dalle riflessioni di coloro che fanno parte della Comunità. La bozza sarà infatti oggetto delle proposte di chiunque abbia seguito il processo, tramite le funzionalità della piattaforma Pugliapartecipa (unico requisito richiesto sarà la residenza nel Comune di Castri di Lecce).

Maggiori informazioni relative al progetto “#StopStereotipi per il Bene Comune” sono

raccolte nella pagina ufficiale del progetto sulla piattaforma regionale di Puglia Partecipa,

dove si può anche interagire con questionari e materiale informativo, al link:

https://partecipazione.regione.puglia.it/processes/stop-stereotipi .

Notizie, riflessioni e consigli su approfondimenti e letture sono condivise sulle pagine Social del progetto: Instagram (@stopstereotipi2020) e Facebook (/StopStereotipiCastri).

Ph: Luisiana Maggiore

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