Valentina, Ginevra: “La Svizzera ha varato aiuti alle imprese già prima di chiudere le scuole”

by Paola Manno

Sono più di 10 anni che Valentina vive a Ginevra. È funzionaria internazionale per le Nazioni Unite, ha due bambini di 7 e 3 anni. La sento nel fine settimana perché, da quando l’emergenza legata al Coronavirus è iniziata, il suo lavoro è aumentato notevolmente. In Svizzera, alla data di oggi, si contano 9.000 contagi (dal sito rsi.ch).

Come stai vivendo la situazione in questi giorni?

Qui, come in Italia, è tutto chiuso, le scuole e tutti i negozi da lunedì scorso (16 marzo), i cantieri da un paio di giorni. Restano aperte solo le farmacie e i negozi alimentari.

Qui hanno annunciato la chiusura totale lunedì scorso, alle 17… tutto sarebbe rimasto chiuso dall’indomani. Non ci hanno dato neanche il tempo di organizzarci. Sono scappata a comprare una stampante, per poter stampare i compiti che i docenti dei bambini ci inviano ogni giorno. Pensa che qui tutti i negozi chiudono alle 19! Al supermercato, era tutto vuoto. Impossibile trovare frutta e verdure…

Come sono cambiate le vostre giornate?

Io e mio marito (insegnante in una scuola internazionale) al momento lavoriamo da casa. Ci alziamo ogni mattina alle 5 e mezzo, per poter lavorare serenamente, sperando che i bambini si sveglino il più tardi possibile. Alle 8h30 arrivano i compiti per la scuola, da far svolgere e rinviare agli insegnanti. Io lavoro molto più di prima, è tutto molto più difficile da gestire. Alle 17 mi stacco dal computer e sto con i bambini, mio marito corregge e prepara lezioni a quell’ora.

Quali sono le direttive del Governo ai cittadini?

Le limitazioni sono severe, ma non è ancora richiesta l’autocertificazione. Qui si può ancora uscire per fare sport e prendere un po’ d’aria. Io vivo in un piccolo paese non lontano da Ginevra, stamattina ho portato i bambini vicino al bosco. Certo, se incontri qualcuno cerchi di restare a distanza, se scendo in cortile e arriva un’altra famiglia rientriamo in casa. Il centro del paese è desolato, si vede soltanto qualcuno che fa un pò di sport, una passeggiata, questo agli svizzeri non lo puoi togliere. Il Governo ha già mobilitato 8000 militari non che si stanno occupando degli aiuti (non succedeva dal 1945), c’è la protezione civile che si occupa anche di chi non può fare la spesa. Noi abbiamo provato a fare un ordine online al supermercato, ma non c’è disponibilità fino a maggio. Il Governo ci assicura però che non ci sarà penuria di generi di prima necessità.

Fino a quando è prevista la chiusura?

Per ora fino al 19 aprile, poi si vedrà

Ci sono controlli per strada?

Per ora si può ancora uscire, ma sono vietati gli assembramenti di più di 5 persone, fanno le multe. Alla radio e in tv è un continuo “non uscite, restate in casa!”

Qui in Svizzera la situazione è particolare, soprattutto per la sua conformazione geo-politica. Qui ogni cantone ha una sua autonomia, il Ticino è stato il primo a chiudere tutto, in Vaud sanno già che la chiusura sarà totale sino a Pasqua, per esempio. Un’altra cosa un pò paradossale è la gestione del personale medico che lavora negli ospedali in Svizzera ma che non è residente nel Paese. Qui ci sono moltissime persone che hanno la residenza in Francia o in Italia ma che lavorano regolarmente in Svizzera. La gestione è molto complicata, perché il Governo vorrebbe trattenerli qui, naturalmente

 Ti senti tranquilla?

Per quanto sia stressante la situazione, siamo abbastanza sereni, Evitiamo di controllare ossessivamente le notizie, anche perché tanto con i bambini il tempo non c’e’. La Svizzera e’ un paese decisamente organizzato, pensa che hanno varato il primo pacchetto di aiuti alle aziende prima ancora di chiudere le scuole, ed hanno pubblicato e pubblicizzato da qualche giorno le linee guida comuni per le decisioni riguardanti il triage dei pazienti in terapia intensiva. L’obiettivo è rassicurare il più possibile la popolazione e passare il messaggio che è tutto sotto controllo. Non credo sia esattamente tutto controllo, ma preferisco avere fiducia nel sistema e nel senso civico delle persone. Spero di non sbagliarmi!

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