Solo l’amore, quello sano, cura le ferite più profonde. #ioscrivodigetto di Rosanna Santoro, il manifesto contro la violenza di genere

by Teresa Rauzino

Nell’ambito della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, dopo la presentazione del 24 novembre a Vico del Gargano, la raccolta poetica #ioscrivodigetto di Rosanna Santoro, patrocinata dal Comune e con il sostegno dell’associazione “Una rosa per un sorriso”) il 25 novembre verrà proposta a Carpino (Palazzo Barone, ore 17,30). Interverranno il Sindaco, l’assessora Caterina Foresta e l’avvocata Angela Masi. Ci sarò anch’io.

La Santoro, nata a Santeramo in Colle, attualmente vive a Rodi garganico, dove insegna. In questi anni, tante collaborazioni importanti: ha diretto la collana “Odissea” poesia per la Delos Digital; ha ideato il blog Logokrisia, luogo di incontro libero e rivoluzionario delle nuove autrici italiane. 

Ho intervistato l’Autrice, per farla conoscere ai nostri lettori.

Intervista a Rosanna Santoro 

Rosanna, come è nata l’idea di questa tua raccolta di liriche, #ioscrivodigetto , con un tipo di scrittura “al femminile”? 

Il messaggio della storia narrata in questa opera vuole essere solo la storia semplice di ogni donna, quella che è dentro di noi. E’ la forza interna di quest’amore che ci porta a salvarci , spesso anche da noi stesse prima che da un carnefice. Solo l’amore, quello sano, cura le ferite più profonde e lenisce ogni forma di violenza.

Come presenterai  al pubblico le tue liriche nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne?

In questa occasione, sarà celebrata la poesia come atto di generosità e di dono delle donne alle donne. Non amo parlare di violenza, ma piuttosto di ricostruzione di affetti legati a parole e sentimenti veri, come anche a persone che sono così come le vedi. Non a caso, io baso la mia scrittura sull’immediatezza, sulla parola nata nel momento in cui viene creata. E lego la poesia alla donna libera, rivoluzionaria, capace di fare scelte coraggiose, per sé e per chi ama. E che deve proteggere, soprattutto se stessa e un minore. Non faccio delle mie liriche lo specchio di vicende personali molto private e che riguardano solo me. Fondo tutto sull’importanza della percezione. Essere percettivi è un elemento che dobbiamo recuperare come comunità, tutti quanti, perché la violenza nasce anche da una mancanza di educazione all’amore. 

Sei una docente.  Come affronti questo tema con gli studenti?

Per me è stata una sfida difficile ed ho voluto coglierla perché sono madre di un adolescente e mi sono chiesta come un ragazzo possa percepire il messaggio della violenza contro le donne, perché di solito viene raccontata in modo diverso da come realmente è. E sicuramente non ci si sofferma su certi aspetti importanti che nascono all’interno delle classi, ormai tutte miste. Come del resto educare le ragazze ad avere un atteggiamento differente nei confronti delle loro compagne. Bisogna far capire che spesso all’origine di tutto c’è il nostro modo sbagliato di comportarci nei confronti delle altre donne. Bisognerebbe imparare ad essere generosi nel guardare le qualità che gli altri hanno e che noi non abbiamo. Imparare a condividere non solo le esperienze, ma anche momenti importanti della propria vita.

Quale la mission del blog Logokrisia di cui sei stata ideatrice nel 2014 ?

Ho immaginato Logokrisia come un luogo virtuale. e nel contempo molto reale, dove le donne potevano essere se stesse, vere . Senza orpelli né censure. Principalmente si fondava su un legame, che continua ancora ad esserci, tra autrici di grande spessore come Bianca Rita Cataldi, Mariangela Camocardi (definita la “Queen del romance”, che ha fatto sognare un milione di donne) e altre autrici che hanno scritto per noi: Linda Bertasi, Dirce Scalpello, Emily Pigozzi, fino ai contributi di Gabriella Genisi. Ricordo con affetto Simona Liubicich, autrice Mondadori e Harper Collins, per il coraggio estremo: posò per noi senza veli in una foto che mostrava la donna che era diventata. Con dignità e coraggio descrisse con le sue parole la battaglia persa contro il cancro. 

Sei stata fino a poco tempo fa direttora editorale per la Delos digital. Raccontaci 

Ho curato la collana “Odissea” poesia ed è stata un’esperienza meravigliosa non solo accompagnare gli autori come se fossero stati i miei alunni, ma capire quanto sia importante la funzione dell’editor e il rapporto con l’autore. Sicuramente ha influenzato la mia scrittura, anche perché a quel tempo mi sono volutamente riscritta a Lettere non solo per una integrazione di esami alla laurea, ma per rinnovare il mio linguaggio ed essere più brava. Perché la bravura non è determinata soltanto da un’intuizione che hai, dalla creatività che sgorga da ogni tua singola sillaba, ma anche dalla tua formazione.

Quanto ha inciso sulla tua poesia far parte delle comunità provvisorie e il carisma del loro ideatore Franco Arminio?

Con la “casa della paesologia” la mia scrittura ha trovato davvero una “casa”, si è identificata in qualcosa che le somigliava. Quando ho incontrato Franco Arminio ho constatato che non era una persona ideale uscita solo dalla mia testa, ma esisteva davvero. Una persona vicina al mio modo di vedere le cose e l’amore. E a cui devo il regalo più grande: gli incontri con persone care. Senza l’amore non si può vivere. E là ho portato mio figlio quando avevamo bisogno di una casa e di “federare” ferite profonde che non potevamo mostrare a nessuno. Perché la gente può fare danni più di un atto compiuto da un uomo che ti uccide. Purtroppo, mi spiace dirlo, spesso il silenzio protegge più di un tribunale… 

E questa è un’altra storia, ma non un storia a caso, visto che rientra in questa giornata.

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