Anna Maria Pierangeli, la bellissima “vita fragile”, piena di dolcezza e normalità, segnata dall’amore per James Dean

by Anna Maria Giannone

Andavamo insieme sulla costa della California e stavamo lì di nascosto in un cottage su una spiaggia lontano da occhi indiscreti. Passavamo molto del nostro tempo sulla spiaggia, seduti lì o a scherzare, proprio come i ragazzini del college. Parleremmo di noi stessi e dei nostri problemi, dei film e della recitazione, della vita e della vita dopo la morte. Avevamo una comprensione completa l’uno dell’altro. Eravamo come Romeo e Giulietta, insieme e inseparabili. A volte sulla spiaggia ci amavamo così tanto che volevamo solo camminare insieme in mare tenendoci per mano perché sapevamo che saremmo stati sempre insieme”.

Un’eredità di quasi 30 film testimonia la meravigliosa attrice e la donna adorabile che era Anna Maria Pierangeli. Bellissima e dolcissima, ha trasmesso tristezza, bisogno di amore e protezione e ha commosso il pubblico con i suoi modi gentili. Possedeva un grande carisma, un viso molto delicato unito alla capacità di interpretazioni strazianti e la capacità di mostrare debolezze e paura.

Nata a Cagliari da Luigi ed Enrichetta Romiti, marchigiani originari di Pesaro, crebbe a Roma, con la sorella gemella Marisa e la sorella minore Patrizia. Il padre Luigi, importante architetto, un giorno accompagnò Anna Maria nella casa che aveva realizzato a Roma per l’ex diva del muto Rina de Liguoro. Lì per caso a 17 anni fu notata dal regista Léonide Moguy che era alla ricerca di un volto nuovo per il suo ultimo film, Domani è troppo tardi (nel progetto era già stato coinvolto, in veste d’attore Vittorio De Sica), un mélo che racconta le storie di tre donne accomunate dall’esperienza del suicidio, proponendo uno sguardo compassionevole verso una soggettività femminile che cerca la morte poiché incapace di imporre il proprio desiderio sulla morale dominante.

Moguy vide in questa sconosciuta sedicenne non solo la sua protagonista ideale, ma anche qualcosa di più. Come spiegherà a posteriori, il regista trovò nel viso di Anna Maria “un’emanazione di dolcezza e normalità domestica dopo la ferocia della guerra, la delicata fisionomia di una gioventù talmente innocente da rendere la costruzione di una nuova società un obiettivo ancora possibile”.

Questo primo film le fece vincere clamorosamente il Nastro d’Argento per la migliore attrice protagonista. Anna Maria Pier Angeli evidentemente non era una ragazza qualunque. Nel 1951 interpreta Domani è un altro giorno sempre con lo stesso regista. E inizia ad affermarsi a Hollywood dove esordì con Teresa, diretto dal premio Oscar Fred Zinnemann e girato in esterni a Roma. Ultimo capitolo della tetralogia che il regista dedica ai postumi del conflitto, Teresa è la vicenda di Teresa Russo (fanciulla dell’Appennino bolognese che scopre nell’aitante G. I. nient’altro che un ragazzo vile e dominato dalla madre) di cui racconta il carico di delusione, sradicamento e incomunicabilità che deve aver accompagnato, all’indomani del conflitto, i destini di tante italiane partite per gli Stati Uniti seguendo un precario sogno d’amore.

Il film è un trionfo. Anna Maria Pierangeli consegna il ritratto di un’adolescente che, sospesa fra un’Italia sventrata dalla guerra e un’America metropolitana traboccante di povertà e nevrosi familiari, si rivela così forte da supplire all’intima fragilità del marito, anche a costo di abbandonare il tetto coniugale e affrontare da sola una gravidanza fino all’immancabile lieto fine.

Nel film di Fred Zinnemann la Pierangeli e i suoi primi piani rubano la scena.  L’Hollywood Reporter la definisce “la novità più interessante degli ultimi anni”. Ma quando Anna  torna a Roma suo padre muore. La madre Enrico si ritrova con tre figlie da crescere e diventa sempre più protettiva.

Anna Maria ha quasi 19 anni quando l’MGM le fa un contratto da 1600 dollari al mese e le accorcia quel nome lunghissimo: Anna Maria Pierangeli in “Pier Angeli”. Lei si oppone inutilmente, facendo presente che è un nome maschile: ma per gli studios rappresenta semplicemente un nome esotico. 

Girò tra gli altri Calice d’argento e Lassù qualcuno mi ama con Paul Newman, sfiorò un Romeo e Giulietta con Marlon Brando, ebbe la nomination al Bafta per La tortura del silenzio. Nel 1954 l’incontro che la segnò per sempre. Il punto di non ritorno: James Dean.

Se la carriera cinematografica era in ascesa e costellata di successi non si può dire altrettanto della sua vita privata. La madre Enrica, austera, rigida ed estremamente religiosa, le impediva di vivere appieno la sua età, mettendo bocca su tutto ciò che riguardava la sfera sentimentale della figlia. 

Il padre le aveva concesso di fare il film a patto che la madre la seguisse come un’ombra. Fu allora che nacque il forte rapporto di dipendenza tra mamma e figlia.

Le sue amiche erano Debbie Reynolds e Leslie Caron. Ma a differenza loro Anna non poteva uscire senza la madre. Le piaceva flirtare ma era irraggiungibile. Un mix che attirava gli uomini a frotte. Un appuntamento con lei significava “portarsi dietro mamma, sorelle, cane e pappagalli…”. Tra gli irriducibili, c’era stato Kirk Douglas che fu il suo fidanzato per circa un anno.

La sua innocenza era eccitante”, disse l’attore. Ma Kirk era divorziato, aveva 16 anni più di lei, un figlio e non era ebreo. Enrica cominciò a mettersi di traverso e la storia finì.

E poi arrivò James Dean il ribelle del cinema americano, lunatico, volubile, con un carisma e un talento enorme. Si è molto parlato di questa storia d’amore, c’è chi l’ha sempre ridimensionata, come la madre e le sorelle della Pierangeli e chi l’ha esaltata come la scrittrice Jean Allen, autrice della ricca biografia dell’attrice Una vita fragile.

Fragili, volatili, impulsivi. Susan Strasberg li osservava estasiata: “Mi sembravano pazzamente innamorati, c’era una corrente invisibile molto eccitante tra loro”.

L’attrazione tra loro fu immediata. Forse si completavano a vicenda, perché mentre lui era selvaggio e ribelle, lei era pacifica e conformista.  Cominciarono a frequentarsi e presto divennero inseparabili. Ma non fu tutto rose e fiori. La madre di Anna non lo considerava adatto a lei e le impedì di vederlo in tutti i modi.

Anna voleva sposarlo ma lui era riluttante, aveva paura di perdere la sua libertà e di non essere in grado di prendersi cura di lei. La sua indecisione ferì molto l’attrice e la loro relazione andò in crisi.

Anna iniziò a frequentare una giovane cantante che aveva incontrato mentre girava un film in Germania, Vic Damone. A differenza di James Dean non era un tipo ribelle ed era il genero perfetto e ben presto i due annunciarono le nozze.

Il matrimonio fu celebrato il 24 novembre 1954. La storia narra che quel giorno James Dean si fosse seduto sulla sua moto fuori dalla chiesa, con la sua giacca rossa, i jeans logori, gli stivali e il berretto di pelle, aspettando che gli sposi uscissero. Quando lo fecero, diede gas e si allontanò rumorosamente a tutta velocità.

Dopo la loro rottura, James aveva il cuore a pezzi. Avrebbe avuto altre relazioni fino alla sua morte ma non ci sarebbe mai stata nessun altra Pier Angeli nella sua vita. Nessun’altra donna sarebbe mai stata così romanticamente e profondamente legata a lui.

Quasi un anno dopo, tra i pochi effetti personali ritrovati sul luogo dell’incidente in cui perse la vita James Dean vi erano dei fogli sgualciti, un certificato di matrimonio e uno con la formula di rito, compilati solo nello spazio riservato alla sposa: in piccolo, in matita c’è scritto “Pier”.

Anna era diventata mamma da poco di Perry, ma “qualcosa si ruppe per sempre” dentro di lei appena venne a sapere dell’incidente. Quella morte la angoscerà per tutta la vita.

È di questo periodo una delle  migliori interpretazioni della Pierangeli, con Paul Newman in Lassù qualcuno mi ama. “Aveva un talento straordinario”, ha detto l’attore di lei. “Ma è stata sfortunata: nei ruoli che le sono capitati non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale”. Quando suo marito la convinse a diventare freelance («Ti sfruttano») e a lasciare la Mgm, per lei inizia il declino.

Lei e Damone divorziarono. Pier Angeli torna Roma dove accetta film di serie b solo per denaro. E sposa il compositore Armando Trovajoli dal quale ebbe un figlio, Andrew.

Quando si lasciano vive per un po’ nella casa di Porto Ercole ma poi resta sola : Perry torna in America dal padre e Andrew viene affidato alla nonna e va a Londra a studiare.

Anna soffre di attacchi di panico, ha paura che qualcuno la strangoli nel sonno. Viene ricoverata in una clinica psichiatrica e quando esce un amico giornalista le organizza un servizio fotografico e raccoglie una sua lunga confessione in cui parla dei suoi fallimenti e chiede perdono per gli errori.

Torna in America sperando di poter ricominciare a lavorare. Debbie Reynolds cerca di aiutarla ma Anna comincia ad avere scatti d’ira incontrollabile, diventa una furia che travolge tutto. È il 1971 quando un medico, pare innamorato di lei, le fa una puntura per calmarla. La trovano morta la mattina seguente. Ironia della sorte, appena il figlio Perry entra in casa, il telefono suona: l’hanno presa nel cast della serie tv Bonanza.

La famiglia è convinta che si sia trattato di uno shock anafilattico ma preferisce non denunciare il medico. Già troppi scandali e troppo dolore hanno segnato la vita di Anna Maria. Si parla di overdose ma in realtà l’autopsia segnala solo una “leggera intossicazione da phenobarbital”, non sufficiente per provocare la morte. “Anna non era depressa”, ne è convinta Jane Allen, la sua biografa. “Non è stato un suicidio”. Aveva 39 anni. E sul suo comodino c’erano due fotografie. Quella di suo padre Luigi e una di James Dean. Gli uomini che aveva amato di più.

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