Il fantasma della Papessa Giovanna e la leggenda della ribelle che si travestì da uomo

by Gabriella Longo

Roma, città del Papa e città di fantasmi. Non è un ossimoro, ma un connubio iscritto nelle trame del suo patrimonio genetico: fu patria prolifica di molti culti pagani e misterici giunti dall’Oriente, ancor prima di diventare l’Urbe simbolo della cristianità.

E nel patto millenario che Roma ha siglato con la Storia, è compresa una sottotraccia che non ha pretese d’ufficialità, ma che è viva, e si alimenta del folklore e delle leggende cittadine; praticamente una contro-Storia.

I fantasmi di cui parliamo, aleggiano indisturbati da secoli, nei pressi dei luoghi che hanno calpestato quand’erano in vita; come quell’antico Vicus Papisse (Via dei Querqueti), nel quartiere Africano, a poche centinaia di metri dal Colosseo e a poche decine dalla celebre chiesa di San Clemente, praticamente una strettoia, dalla quale, attorno all’855 d.C., un singolare corteo papale sarebbe transitato per fare ritorno in Laterano, dopo l’incoronazione in San Pietro.

Rompendo una tradizione secolare, la leggenda vuole che attorno all’855 d.C., da quel vicoletto, sarebbe passata una giovane donna di nome Giovanna, meglio conosciuta come la Papessa, colei che, con l’inganno, riuscì a salire sul soglio di Pietro, succedendo a Leone IV. Il “sacro imbroglio”, fu perpetrato ai danni del conclave, che la elesse all’unanimità per la sua eccezionale carriera ecclesiastica, la solida cultura e gli (almeno apparentemente) irreprensibili costumi.

Giovanna, che da sempre avrebbe vestito abiti maschili come forma di emancipazione e ribellione rispetto al ruolo che la tradizione medievale voleva per le donne, finì con l’essere creduta da tutti uomo; così, senza mai destare alcun sospetto sulla sua reale natura, raggiunse circa i due anni e mezzo di esemplare pontificato.

La leggenda, però, riporta anche le circostanze del suo smascheramento, nonché lo stupore e lo scandalo che da esso conseguirono. Accadde infatti che, un giorno, durante uno dei tradizionali cortei che si snodavano dal Vaticano al Laterano, superato il Colosseo e imboccata secondo consuetudine la via dei SS. Quattro, nell’attraversare l’angusta curva di Via dei Querceti la donna cadde da cavallo: con somma incredulità degli astanti, fra spasmi di dolore, Giovanna diede alla luce un bambino.

Com’è noto, alla morte di Leone IV (17 luglio 855), venne eletto Benedetto III che fu papa per tre anni sino all’858: per questo è possibile affermare, con assoluta certezza, che la leggenda non ha fondamento storico. Ma il suo fascino fu tale, da suggestionare autori come Petrarca e Boccaccio -i quali la ripresero rispettivamente in Vita degl’Imperatori e dei Papi e nel De Mulieribus Claris- , ma anche da diventare soggetto di moltissimi altri progetti futuri, fra cui una più recente pellicola cinematografica (La Papessa, 2010) e figura sbiadita su una carta dei tarocchi.

Interessante è sottolineare che la leggenda, sebbene fosse tale, non mancò comunque di generare, una serie di varianti che la accreditavano quasi come vera. Una certa “maligna” tradizione, racconta che i prelati di curia, infatti, quando alla fine del 900 d.C. si resero conto di essere stati ingannati da quella donna (che per di più aveva dimostrato di aver assunto, nell’arco del suo incarico, una condotta licenziosa), si premurarono di escogitare un meccanismo affinché la cosa non si ripetesse mai più.

Così, proprio allo scopo di accertarsi preventivamente del sesso della persona prescelta, sarebbero state inventate le famose sedie dal sedile forato, tramite il quale il cardinale più giovane, si incaricava di assicurare la presenza dei genitali maschili nel candidato seduto. Le sedie, due per l’esattezza, in porfido rosso, esistono ancora oggi, e conservate una nei Musei Vaticani (nel cosiddetto Gabinetto delle Maschere) e l’altra al Museo del Louvre (qui giunta dai Musei Vaticani, in seguito alla ben nota razzia napoleonica).

C’è da specificare che il papa neo-eletto vi si sedeva con l’osso sacro spostato in avanti, quasi a simulare una donna partoriente. L’utilizzo di quelle sedie, e l’annessa seduta “femminile”, restò immutato per secoli e secoli nel rito della elezione papale: ma se al momento della sua introduzione (parliamo della seconda metà del IX sec.) esso esprimeva il concetto di Ecclesia Mater (cioè maternità della chiesa, per cui non destava meraviglia che il papa assumesse atteggiamenti “femminili”), successivamente in epoca medievale, spentosi il simbolismo religioso originario, fu più comodo spiegare quell’atteggiamento come derivante da una donna che, ingannati tutti, si fece eleggere papa. Che la leggenda popolare della Papessa Giovanna abbia, dunque, tratto ispirazione da antiche fonti che volevano decifrare (maliziosamente) un rito inspiegabile?

Fra i luoghi della contro-Storia capitolina, pare, quindi, che il fantasma della Papessa avrebbe scelto proprio quel Vicus Papisse per manifestarsi. Secondo alcuni, la donna avrebbe trovato la morte in quel punto una volta caduta da cavallo; secondo altri, dopo essere caduta, sarebbe stata immediatamente arrestata dalle guardie pontificie e segregata per espiare le sue colpe (mentre suo figlio, avrebbe continuato a vivere arrivando addirittura a ricoprire la carica di vescovo).

Ma si dà il caso, che nei pressi di quel crocicchio, vi fosse (e c’è tuttora) un’antichissima edicola devozionale dedicata alla Vergine, dinnanzi alla quale la Papessa avrebbe espresso devozione al momento del suo passaggio, e che la stessa edicola, fosse per la precisione collocata in una strada intitolata alla ricca famiglia dei Papa che dominava in questo luogo. Una curiosa coincidenza emersa da alcuni documenti dell’epoca, riguarda la presenza di un uomo molto ricco, possessore di una casa proprio in quella viuzza. Il suo nome, Giovanni Papa. Questa misteriosa figura realmente esistita, sarebbe forse, all’origine della leggendaria e conturbante doppia natura uomo/donna di Giovanni Papa/Giovanna la Papessa.

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