La botanica russa Olga Aleksandrova Fedchenko, “cercatrice di piante” in missione da spia in Turkestan per lo zar

by Caterina Del Grande

Meglio fare le spie all’estero per conto del governo o sfruttare la missione per aumentare le proprie competenze botaniche? Come scrive Rossella Sleiter c’è del fascino nella vita dei viaggiatori botanici e delle viaggiatrici scienziate a cavallo tra i due secoli Ottocento e Novecento. In quelle decadi accanto alla professione ufficiale di “cercatori di piante”, prima della Grande Guerra gli esperti di flora viaggiavano in lungo e in largo per i territori coloniali europei e in particolare nell’Asia inglese in cerca di altre informazioni preziose.

Fu un mix anche la vita di una celeberrima botanica russa, Olga Aleksandrova Fedchenko, nata nel 1845 e morta a San Pietroburgo nel 1921, che sin da giovanissima si scoprì appassionata alle piante e tradusse poliglotta in russo, dal francese, inglese e tedesco molti scritti di botanica, finché ormai esperta nel 1868 partì insieme al marito in una delicata spedizione spionistica in Turkestan, che l’impero russo voleva annettere.

Olga non aveva un ruolo preciso nella missione politica. Faceva parte del team di uomini, ma non veniva pagata. Il gender gap e la discrasia salariale hanno una storia lunga. Il suo interesse però più che ad azioni di conquista era tutto rivolto alle piante. Ed infatti una volta in Asia scoprì alcune varietà di Eremurus, una specie di asfodelo asiatico, una pianta che da allora ha molto successo nei giardini internazionali e che vanta fiori alti ben tre metri.

Insieme i coniugi fecero altre spedizioni botaniche sul Caucaso, in Crimea, sugli Urali e nel Pamir, il massiccio montuoso tra Tagikistan e Afghanistan. Insieme a suo marito Olga dedicò una pubblicazione al Pamir, intitolata in inglese Flora of the Pamirs.

La sua cultura era tale da consentirle di descrivere e scoprire tre particolari specie di iris, identificati nel bollettino botanico di San Pietroburgo. Molti dei fiori più pregiati ed esotici che oggi conosciamo sono stati studiati dalla sua mente eclettica e curiosa, ma era svagata e non catalogava col suo nome i fiori scoperti. Nominò ad esempio alcune specie di piante, le Fritillaria seravschanica, ma non pubblicò mai la sua scoperta, in modo da validare il suo nome. Solo più tardi un altro botanico russo, Alexei Vvedensky, cambiò il nome dei fiori chiamandoli Fritillaria olgae descritta ampiamente nel libro Flora Turkmenistan.

Nel 1906 Olga Fedtschenko divenne la seconda donna corrispondente e membra dell’Accademia Russa di Scienze.

Il tributo da parte dei botanici nei suoi confronti rimase altissimo. Nel 1922 Modest Mikhaĭlovich Iljin, in pieno regime comunista, un botanico del Giardino dell’Accademia di Scienze Sovietiche,in suo onore chiamò un tipo di Astaraceae dell’Asia Centrale Olgaea, che conta circa 17 varietà diverse di fiori.

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