La guida turistica Maria Lourdes Triunfo inventa su TikTok il tour Let’s drink coffee: «La storia di Napoli si scopre sorseggiando il caffè»

by Michela Conoscitore

Quando la regina Maria Carolina lo esportò a Napoli, tra il caffè e la città fu subito amore a prima vista. Un legame che dura ancora oggi, e che ha originato una vera e propria cultura del caffè partenopeo, il cui simbolo è la leggendaria usanza del caffè sospeso. L’Italia può vantare un patrimonio enogastronomico tra i più significativi al mondo, e quel che porta milioni di turisti a visitare il nostro Paese, oltre alle ricchezze artistiche, è anche il cibo che completa l’esperienza di viaggio in Italia. Sempre più diffusi e proposti dal comparto turistico, quindi, itinerari di viaggio che coinvolgono i viaggiatori nella scoperta di prodotti regionali e specialità che potranno gustare solo in quella determinata località.

Il caffè, quello davvero napoletano, rientra in questo circolo di eccellenze gastronomiche e c’è chi ha pensato bene di valorizzarlo costruendoci intorno un tour ad hoc: ad avere questa idea originale è stata Maria Lourdes Triunfo, guida turistica e napoletana DOC, che da qualche tempo fa scoprire ai turisti le bellezze di Napoli, sorseggiando caffè col suo Let’s drink coffee: “Il tour è nato un po’ per caso”, racconta Maria a bonculture, “il mio fidanzato Jonathan è americano, e ovviamente sono stata io ad insegnargli come fare il caffè con la moka. Lui, abituato al caffè extra lungo take-away statunitense, a furia di insegnargli la nostra arte del caffè, un giorno mi ha detto: ma perché non crei un tour sul caffè? Da lì mi si è aperto un mondo, perché non solo a Napoli, un po’ in tutta Italia si pensa che la guida turistica debba fornire un servizio artistico/archeologico quando, in realtà, c’è tanto altro da far vedere ai turisti quando vengono a Napoli. Quindi provo ad insegnare agli altri come preparare il caffè, e raccontargli la storia della città tramite la bevanda.

I miei turisti degustano tre tipologie di caffè, con sfogliatella inclusa. Tenendo conto delle intolleranze, ovviamente”, ci svela la guida turistica, “i bar sono diversi, li scelgo non solo per il tipo di caffè che offrono, anche per l’ambiente. Per esempio, ce n’è uno eccezionale in via Duomo che è anche una libreria. Si degusta il caffè, circondati dai libri, un vero momento di relax. Per i turisti stranieri ho pensato a specialità legate a Napoli, per gli italiani invece propongo anche un caffè arabo, al cardamomo.

Maria ha iniziato a pubblicizzare il proprio tour sui social, prediligendo TikTok, frequentatissimo dai giovanissimi e poco sopportato dagli adulti, poiché è spesso associato alle ultime tendenze trash. Tuttavia, non bisogna generalizzare perché dipende sempre dall’uso che si fa dei social; il loro ‘potere’ è immenso ma, se incanalato in contenuti validi, anche TikTok può trasformarsi in una incredibile risorsa. Con i loro contenuti, professionisti come Maria provano a fare la differenza, per sé stessi e per gli altri: “Inizialmente, ho cominciato a postare video su TikTok per avvicinare gli italiani al mio tour, il livello d’interazione che permette questo social è molto alto. In seguito, mi sono resa conto che potevo condividere con gli altri le mie conoscenze, e raccontare curiosità sul caffè anche agli italiani, abituati all’espresso. Io stessa, più approfondisco la materia, più ricavo nuovi spunti.

Molto comunicativa e coinvolgente, Maria comincia i suoi video con tipici intercalari napoletani come ‘O’ vuò sapè? E vien cu mmé!’: “Devo essere sincera, ero molto restia nell’aprire un profilo su TikTok. Sapendo fosse un social utilizzato prevalentemente da giovani, e dove solitamente ho visto cose che con la cultura hanno poco a che fare. Però ho deciso di provare, proponendo contenuti diversi, pensando che magari a qualcuno sarebbero potuti interessare.” Maria prosegue: “Inoltre ho scoperto, sempre grazie al mio fidanzato, come gli altri percepiscono Napoli. A primo impatto, può sembrare una città difficile. Sia agli stranieri che agli italiani, vorrei far capire che Napoli è una città che ha tanto da offrire e che purtroppo, i problemi non ci sono solo qui, o al sud ma ovunque. In un certo senso, la mia è anche una crociata contro i pregiudizi sulla mia città.

Nei suoi video, Maria racconta delle leggende che avvolgono Napoli, modi di dire, arte, non disdegnando opere di contemporanei come Banksy e Unplatonic, facendo scoprire la città a 360 gradi: “Molto di quello che faccio vedere nei miei video, è sotto gli occhi dei napoletani tutti i giorni”, afferma, “da laureata in lingue all’Orientale, volevo veicolare i miei contenuti in inglese, ma poi ci ho ripensato perché è geolocalizzato, non avrebbe avuto senso. Così ho preferito parlare di quelle mie scoperte, mentre studiavo per diventare guida. Per esempio, la Canefora di Demetra a San Gregorio Armeno non l’aveva mai notata nessuno, (bassorilievo del VII secolo a.C., probabilmente proveniente dall’antico tempio di Demetra andato perduto, ndr.).

Per quanto Maria ami la sua città, utilizza TikTok anche per denunciare cattive prassi e instillare senso civico. Infatti, uno dei suoi video che ha ricevuto più feedback è quello in cui la guida inquadra il recinto delle mura greche di Piazza Bellini invaso da bottiglie di vetro, rimasugli dei bagordi dei giovanissimi che solitamente trascorrono lì le loro serate: “I napoletani non hanno ancora scoperto la vocazione turistica della città, soprattutto non rispettano casa loro, non rispettano Napoli. Anche io sono stata studentessa, e ho trascorso le mie serate a Piazza Bellini. Anche allora la musica era sempre la stessa. Secondo me, in parte la colpa è anche delle scuole, dove si studia di tutto ma non si approfondisce la conoscenza della propria città. Questo è un grande errore.

La cuccumella al Cuccuma Cafè

In questo momento, nonostante i contagi in risalita, per il comparto turistico napoletano la pandemia sembra un lontano e brutto ricordo, i turisti stranieri sono tornati, come ci riferisce Maria dal suo osservatorio speciale: “Sono 4-5 mesi in cui sto assistendo ad una buona ripresa del turismo, qui in città. La gente ha voglia di viaggiare e di vivere!

La chiacchierata con Maria volge al termine, così le pongo un’ultima domanda, le chiedo quasi una ‘ricetta’ da proporre ad amministratori locali e ai suoi concittadini per incrementare le potenzialità della città dal punto di vista turistico: “Fondamentalmente, imparare a dare valore a quel che possediamo. Prima abbiamo parlato dello scempio a Piazza Bellini, ma recentemente anche il campanile della Pietrasanta è stato imbrattato con scritte; tutti i ristoranti lì vicino hanno sollecitato per una pulizia, perché ci si rende conto che è un bene importante. Ciò accadrà fino a quando non ci sarà maggiore informazione e tutela, dovrebbero essere comminate sanzioni pesanti per chi danneggia il patrimonio artistico. Alla fine, rimangono solo parole, e si preferisce pensare ai panni stesi”.

Maria fa riferimento alla notizia di qualche giorno fa, poi smentita, sulla presunta bozza del nuovo regolamento di sicurezza urbana proposto dalla giunta del sindaco Gaetano Manfredi, che avrebbe vietato la celebre ‘stesa dei panni’, tipica dei vicoli del centro storico di Napoli. E conclude: “I panni stesi simboleggiano l’anima di Napoli, mentre i graffiti che danneggiano il nostro patrimonio non devono essere tollerati.

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