La santuzza Agata, i seni e la dignità delle donne che sognano la loro libertà

by Elena Marino

Da qualche tempo in Puglia nei quartieri popolari come il Candelaro a Foggia troneggia il murales di Sant’Agata, un regalo delle associazioni per la lotta contro il cancro al seno a tutte le donne devote e non, che vedono nella santa un simbolo di riscatto e di forte femminilità. “Ogni seno ha la sua storia”, recita l’opera di street art. E ha una storia la vita della Santa, bellissima e ricca di suggestioni.

Patrona di Catania alle pendici dell’Etna, Sant’Agata ebbe la stima di grandi intellettuali tra cui il compositore Vincenzo Bellini, il Cigno, le cui spoglie mortali insieme a quella della santa dimorano nella cattedrale siciliana. Tra i tesori di ex voto per lei c’è anche un regalo: la Croce della legion d’onore, prestigiosa onorificenza ricevuta per volontà del re di Francia Luigi Filippo.

Dopo la Semana Santa di Siviglia e il Corpus Domini del Perù, la processione di Sant’Agata nei prii giorni di febbraio è tra i riti religiosi più partecipati al mondo.

Nata nel III secolo, Agata discende dalla gens Colonna dei romani e visse gli anni della restaurazione pagana dell’imperatore Decio, che nel 251 emanò un editto contro i cristiani: in ogni provincia imperiale fu istituito un tribunale per cui ogni cittadino doveva essere titolare di un libello, il certificato che attestava l’adempimento dei sacrifici agli idoli. Per non essere considerati fuorilegge, in molti abiuravano tornando all’idolatria. I traditores consegnavano le sacre scritture, ma non Agata che si rifiutò di abiurare. Anzi testimoniava il suo credo in pubblico indossando con fierezza il flammeum, il velo simbolo delle vergini consacrate a Dio.

La sua coerenza e la sua bellezza attirarono l’attenzione del proconsole Quinziano che la voleva in sposa. Agata si negava, ma per un mese fu data alla custodia rieducativa della viziosa Afrodisia e delle sue nove figlie che gestivano un lupanare. In quei giorni Agata riuscì addirittura a mettere in discussione la loro vita dissoluta tanto che la matrona dovette riconsegnarla al suo inquisitore per lo scompiglio che portava in quella casa.

Accecato dal furore della passione e mortificato per essere stato respinto ordinò che fu messa agli arresti. Tentò disperatamente di piegare la sua volontà e dopo l’ennesimo rifiuto ordinò il suo supplizio. Agata fu sottoposta a numerose torture fino all’estremo atto crudele dello strappo delle mammelle. Lacerata nella carne ma non nello spirito , al buio della sua cella fu visitata da San Pietro e da un angelo che guarirono il suo corpo straziato, tutte le ferite vennero rimarginate con una luce meravigliosa.

La mattina seguente Agata fu condotta al cospetto del suo carnefice, che stupito dal miracolo, andò su tutte le furie condannandola a morte sui carboni ardenti. Un terremoto scosse la terra, le forze telluriche si scatenarono per lo scempio. Una rivolta cittadina mise in fuga il torturatore che annegò col suo cavallo nel fiume Simeto, stessa sorte toccò all’imperatore Decio che nello stesso anno affogò nelle paludi dell’Asia Minore.

La festa per Sant’Agata si celebra il 3 4 e 5 febbraio, i cittadini devoti si vestono di bianco con un tipico sacco e si assiste all’emozione della festa della Messa dell’Aurora. Agata è la Buona, ha il patrocinio della dignità delle donne ed è domatrice di vulcano e delle sue forze sotterranee.

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